Dercolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dercolo
frazione
Dercolo – Veduta
Dercolo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Comune Campodenno
Territorio
Coordinate46°14′54.35″N 11°02′51.47″E / 46.24843°N 11.04763°E46.24843; 11.04763 (Dercolo)
Abitanti
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022837
Cod. catastaleD274
Patronosanto Stefano
Giorno festivo26 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Dercolo
Dercolo

Dercolo (Dércol[1] in noneso) è una frazione del comune di Campodenno in provincia autonoma di Trento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Dercolo deriva dalla figura mitologica romana di Ercole, si tratta dunque di un toponimo cultuale, la cui forma attuale è dovuta all'agglutinazione della preposizione latina de (Hercule).[1] Tra il IV secolo a.C. e il III d.C. la figura dell'eroe era venerata in val di Non.[2]

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il curato della Chiesa di Santo Stefano, Cristoforo Dalpiaz, celebrò il 14 marzo del 1797 una messa solenne per l'esercito austriaco inviato dal generale Johann Ludwig Alexander von Laudon tra il Maso Vast (a Sporminore) e la Rocchetta, pronto a combattere contro le truppe napoleoniche scese da Cavedago verso Mezzolombardo.[3]

Dopo la prima guerra mondiale, il comune di Dercolo divenne ufficialmente parte della neo-annessa Venezia Tridentina e rimase comune autonomo fino al 1928, quando con la riforma fascista degli enti locali venne aggregato al comune di Denno. A seguito di un referendum, nel 1951 i paesi di Dercolo, Campodenno, Lover, Quetta e Termon si staccarono dal comune di Denno per riunirsi in un comune a sé stante facente capo a Campodenno, come previsto dalla Legge Regionale 23 agosto 1952, n. 31.[4]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 333
  2. ^ A. Buonopane, 2000, p. 176
  3. ^ S. Weber, 1992, p. 131 "in ecclesia S. Stephani juxta mentem D.mis Heggi ex Ungaria, qui hodie suo cum exercitu Austriae, jubente generale Laudon ivit apud Rochetam in mansu al Vast, pugnaturus contra Gallos venientes ex Cavedacii villa et ex pago Medii S. Petri per fauces Rochetae"
  4. ^ M. Zeni, 1993, p. 30
  5. ^ Chiesa di Santo Stefano - Dercolo, su comune.campodenno.tn.it. URL consultato il 23 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfredo Buonopane, "Società, economia, religione", in: Storia del Trentino. Vol. II. L'età romana (a cura di Ezio Buchi), Bologna, Il Mulino, 2000 (pp. 133-239). (online)
  • Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non: storia, arte, paesaggio, Trento, TEMI, 2005.
  • Fabio Giacomoni (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine. Vol. I, Milano, Jaca Book, 1991.
  • Reimo Lunz, Studien zur End-Bronzezeit und älteren Eisenzeit im Südalpenraum, Firenze, Sansoni. Origines: studi e materiali pubblicati a cura dell'Istituto italiano di Preistoria e Protostoria, 1974.
  • Mariano Maines, Una piccola comunità si racconta. Dercolo e Cressino (1725-1993): dalla Regola al Brasile ai nostri giorni, Trento, Saturnia, 2014.
  • Giulia Mastrelli Anzilotti, Toponomastica trentina: i nomi delle località abitate, Trento, Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici, 2003.
  • Giovanni Amennone Oberziner, Un deposito mortuario dell'età del Ferro trovato a Dercolo nel Trentino, con 4 tavole illustrative, in «Archivio Trentino», II, 1883 (pp. 165-201). (online)
  • Mariano Turrini, Castel Belasi e i conti Khuen, Cles (TN), Comune di Campodenno, 2005.
  • Mariano Turrini, Il castello e le regole. Castel Belasi e i comuni rurali, Cles (TN), Comune di Campodenno, 2009.
  • Simone Weber, Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte. Vol. III: i Decanati di Taio, Denno e Mezzolombardo, Mori (TN), La Grafica Anastatica, 1992 [1938].
  • Marco Zeni, Fame d'acqua, Calliano (TN), Manfrini (Consorzio irriguo di miglioramento fondiario Campodenno), 1993.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Trentino-Alto Adige: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Trentino-Alto Adige