Deperdussin Monocoque

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Deperdussin Monocoque
Descrizione
Tipoaereo da competizione
Equipaggio1
ProgettistaLouis Béchereau
CostruttoreBandiera della Francia SPAD
Data primo volo1912
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza5,75 m
Apertura alare8,95 m
Superficie alare9,0
Peso a vuoto400 kg
Propulsione
Motoreun rotativo Gnome et Rhône
Potenza80 CV (60 kW)
Prestazioni
Velocità max210 km/h (113 kt)
Notedati riferiti ad una delle configurazioni.[1]
voci di aeroplani sperimentali presenti su Wikipedia

Il Deperdussin Monocoque era un aereo da competizione progettato da Louis Béchereau e realizzato dall'azienda francese Société Provisoire des Aéroplanes Deperdussin (SPAD) negli anni dieci del XX secolo.

La designazione Monocoque derivava dalla particolare costruzione della fusoliera, tradotto in lingua italiana monoscocca, particolarità tecnica non usuale per velivoli della sua epoca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La ditta Deperdussin nacque nel 1910, quando Armand Deperdussin, imprenditore di origine belga nel campo della lavorazione della seta, decise di investire nel campo dell'aviazione, che dopo la trasvolata della manica di Louis Blériot dell'anno precedente presentava ottime prospettive. Deperdussin, che non sapeva nulla di aviazione, affidò la direzione della sezione progettazione al giovane ingegnere Louis Béchereau.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il Type C del 1911, un monoplano basato sulla stessa filosofia del Blériot, Béchereau nel 1912 concepì il rivoluzionario progetto della monoscocca: una struttura interamente in legno e priva di intelaiatura interna, contrapposta al modello allora in voga, con montanti lignei controventati da tiranti metallici e rivestiti di tela verniciata. La nuova struttura era più leggera, più aerodinamica e, a parità di peso, più robusta.

Prima del 1914, Deperdussin si ritrovò in difficoltà economiche, e fu arrestato per frode e falsificazione. La fabbrica fu rilevata da Blériot, suo rivale, e fu rinominata Sociéte Pour l'Aviation et ses Dérivés, conservando l'acronimo SPAD. Deperdussin si suicidò poi nel 1924[2].

Impiego[modifica | modifica wikitesto]

Primati[modifica | modifica wikitesto]

La notorietà del Monocoque si diffuse grazie alla sua vittoria conquistata, il 22 febbraio 1912[3], al Gordon Bennett Trophy, quando, pilotato da Jules Védrines, fu il primo aereo a superare le 100 miglia orarie[4][5] (160 km/h), raggiungendo addirittura i 174 km/h.

L'anno successivo una versione idrovolante, ai comandi di Maurice Prévost, vinse il primo Trofeo Schneider a Monaco[2].

Nello stesso anno un aeroplano migliorato vinse di nuovo il Gordon Bennett Trophy, stabilendo il nuovo record mondiale di velocità (con 210 km/h, la massima velocità che il modello abbia raggiunto)[6].

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il Deperdussin Monocoque era un monoplano di concezione abbastanza simile a quella che si era affermata con il successo dei modelli di Blériot, se si esclude l'innovativa struttura monoscocca cui si è già accennato. La sottile ala rettangolare su profilo concavo-convesso era in posizione media, e alla sua rigidezza contribuivano due coppie di tiranti per ogni semiala. Il controllo del rollio era garantito dallo svergolamento delle estremità alari.

Il mozzo dell'elica in legno era coperto da una grande ogiva, che migliorava la penetrazione aerodinamica del motore radiale, il cui ingombro frontale era abbastanza ragguardevole. Il motore era un rotativo Gnome a doppia stella da 14 cilindri e 160 CV; si trattava del motore con il miglior rapporto peso-potenza dell'epoca.

L'unica significativa innovazione apportata da questo modello (oltre ovviamente la rivoluzionaria monoscocca) fu il sistema di trasmissione dei controlli. Fu introdotto un sistema basato su un volante montato in cima alla classica asta di controllo: il movimento avanti o indietro di tale asta comandava il beccheggio, e la rotazione del volante comandava il rollio. Questo sistema, o sistemi molto simili, sono oggi diffusi su aerei di grosse dimensioni o su aerei a basse prestazioni[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le prestazioni variavano considerevolmente a seconda delle diverse configurazioni assunte dal Monocoque.
  2. ^ a b c R.G. Grant (ed. italiana a cura di R. Niccoli), Il volo - 100 anni di aviazione Novara, DeAgostini. 2003. ISBN 8841809515.
  3. ^ (FR) 1912 - tous les événements aéronautiques, in avionslegendaires.net, http://www.avionslegendaires.net/index.php. URL consultato il 20 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).
  4. ^ (EN) The Deperdussin Monocoque design, in ALLSTAR Network, http://www.allstar.fiu.edu. URL consultato il 24 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
  5. ^ Terry Gwynn-Jones, Donald Lopez - Flight. Allen & Unwin, 1995. ISBN 1865081655.
  6. ^ Andrew Dewar, Pioneers of Flight. Tuttle Publishing, 2003. ISBN 0794602150.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Wayne Biddle. Barons of the Sky: From Early Flight to Strategic Warfare. Johns Hopkins University Press, 2001. ISBN 0801868289.
  • (EN) Émile Auguste Duchêne - Flight Without Formulae: Simple Discussions on the Mechanics of the Aeroplane. Longmans, Green and co., 1914.
  • (EN) Jane's All the World's Aircraft. London: Sampson Low Marston. 1913. pag. 89.
  • R.G. Grant (ed. italiana a cura di R. Niccoli), Il volo - 100 anni di aviazione Novara, DeAgostini. 2003. ISBN 8841809515.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Video ed immagini[modifica | modifica wikitesto]