Dasyprocta fuliginosa

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Aguti nero
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineRodentia
SottordineHystricomorpha
InfraordineHystricognathi
FamigliaDasyproctidae
GenereDasyprocta
SpecieD. fuliginosa
Nomenclatura binomiale
Dasyprocta fuliginosa
Wagler, 1832

L'aguti nero o aguti moro (Dasyprocta fuliginosa Wagler, 1832) è un roditore diffuso nelle regioni settentrionali e centrali dell'America del Sud, dalla Colombia alla regione amazzonica del Brasile.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'aguti nero presenta una lunghezza testa-corpo che varia tra 54 e 76 centimetri e un peso che oscilla tra i 3,5 e i 6 chilogrammi. La coda misura 20-40 millimetri, l'orecchio 35-50 millimetri e il piede posteriore 12-14,5 millimetri. È il rappresentante più grande del suo genere. Il mantello è di colore nero uniforme, con piccole macchioline grigie e bianche sul dorso. I peli del posteriore sono interamente neri, ma possono essere bianchi all'estremità. In prossimità della nuca è presente una cresta di peli neri più lunghi. Anche le zampe, i piedi e la coda sono neri, mentre la gola è bianca. In rari casi si possono trovare esemplari dalla pelliccia leggermente più chiara e sfumata di rosso-arancio, con la parte ventrale color oliva, una macchia bianca sul mento e una macchia gialla sulla parte anteriore dell'addome; la colorazione delle zampe corrisponde a quella del dorso, ma scurisce allontanandosi dal corpo. Tranne che per la colorazione, l'aguti nero è pressoché identico all'aguti dorato (D. leporina), ma è di dimensioni maggiori.[2]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'aguti nero è diffuso nella parte settentrionale e centrale dell'America del Sud; il suo areale si estende dalla Colombia sud-orientale, attraverso il Venezuela meridionale, fino alla regione amazzonica del Brasile occidentale, a ovest del Rio Madeira e del Rio Negro. È presente anche nella parte orientale di Ecuador e Perù.[2][1]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

L'aguti nero è presente nelle aree boschive, soprattutto nelle regioni di foresta pluviale tropicale, ma anche nelle foreste secondarie e montane del versante orientale delle Ande, fino ad altitudini di circa 1000 metri.[2] Animale diurno, vive generalmente da solo o in coppia ed è attivo prevalentemente la mattina dopo l'alba e la sera all'imbrunire. Quando si sente minacciato, batte i piedi per terra ed emette una serie di richiami di allarme costituiti da vari grugniti e fischi.[2]

Come le altre specie del suo genere, è erbivoro e si nutre principalmente di frutta, semi e noci. Svolge un importante ruolo nella dispersione dei semi, principalmente di quelli di Hymenaea courbaril nelle foreste pluviali del Perù e del noce del Brasile (Bertholletia excelsa) sul Rio Purus in Brasile. Nonostante la natura furtiva, produce generalmente parecchio rumore quando mangia le noci.[2]

Gli aguti neri non hanno una stagione riproduttiva specifica e sono sessualmente attivi durante tutto l'anno: il numero delle femmine gravide rimane invariato indipendentemente dal fatto che la stagione sia secca o umida. Il ciclo estrale dura 34 giorni, la gestazione circa 104-120 giorni. In media la femmina dà alla luce due piccoli, che vengono allattati per un periodo di circa 20 settimane.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Aguti nero.

L'aguti nero è una delle oltre dieci specie attualmente riconosciute di aguti (Dasyprocta).[2][3] Venne descritto scientificamente dallo zoologo tedesco Johann Georg Wagler nel 1832 a partire da esemplari provenienti da Brasilia versus flumen Amazoum. Nel 1915 Joel Asaph Allen restrinse la località tipo a Villa de Borba sul Rio Madeira, nella regione dell'Amazzonia brasiliana.[2][3]

In passato ne sono state descritte numerose sottospecie,[2] ma Wilson e Reeder (2005) ne riconoscono come valide solamente due: la forma nominale D. f. fuliginosa e D. f. candelensis J. A. Allen, 1915.[3]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

L'aguti nero viene classificato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) come «specie a rischio minimo» (Least Concern).[1] Tale valutazione trova giustificazione nell'ampia estensione dell'areale e nel presunto grande numero di esemplari.[1] Pur essendo oggetto di una caccia intensa per la carne, è ancora possibile trovarlo in prossimità dei villaggi.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Catzeflis, F., Patton J., Percequillo, A., & Weksler, M. 2016, Dasyprocta fuliginosa, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e f g h i J. A. Gilbert e T. E. Lacher Jr., Black Agouti, in Don E. Wilson, T. E. Lacher Jr. e Russell A. Mittermeier (a cura di), Handbook of the Mammals of the World, 6. Lagomorphs and Rodents, Barcellona, Lynx Edicions, 2016, p. 458, ISBN 978-84-941892-3-4.
  3. ^ a b c (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Dasyprocta fuliginosa, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

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