Contea di Rolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contea di Rolo
Contea di Rolo – Bandiera
Contea di Rolo - Stemma
Dati amministrativi
Lingue parlateLatino, dialetto emiliano, italiano
CapitaleRolo
Dipendente da Sacro Romano Impero
Politica
Forma di governoMonarchia assoluta
(contea, marchesato)
Nascita1380, con Ugolino Sessi o da Sesso
CausaDistaccamento dal comune di Reggio
Fine1776, con Gaetano I Sessi
CausaMorte dell'ultimo conte-marchese senza prole maschile
Territorio e popolazione
Bacino geograficoPianura Padana
(estremo nord-est dell'attuale provincia di Reggio Emilia)
Massima estensione14 km² nel secolo XVII
Popolazione1140 abitanti[1] nel secolo XVII
Economia
ValutaLira di Rolo,
lira imperiale di Rolo
RisorseAgricoltura, allevamento
Commerci conStati confinanti
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo
Classi socialiNobiltà, clero, contadini
Evoluzione storica
Preceduto da Comune di Reggio
Succeduto da Sacro Romano Impero

La contea di Rolo era una minuscola entità territoriale indipendente, confinante con il ducato di Mantova, il ducato di Modena e Reggio, il principato di Correggio e la signoria di Carpi. Ebbe una vita singolarmente lunga (1380-1776) e fu governata dalla famiglia reggiana Sessi (o da Sesso). Lo Staterello fu elevato al rango di feudo imperiale, con il titolo di marchese del Sacro Romano Impero per il signore, il 17 aprile 1684 con decreto dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo.[2]

L'arme originaria della famiglia da Sesso era descritta nel seguente modo:[3]

«aquila bicipite di nero coronata di rosso su oro, bandato d'oro e scaccato d'azzurro e argento»

Una variante dello stemma dei conti Sessi era così illustrata:[4]

«nel 1° d'oro, all'aquila bicipite nera coronata; nel 2° e 4° d'argento e rosso, a orsetto di nero poggiato ad alberello fruttifero di rosso con mezzaluna sul retro; nel 3° d'oro, a tre bande scaccate d'azzurro e argento»

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta di Rolo

Nel periodo comunale il borgo di Rolo faceva parte del territorio di Reggio e centro di continui conflitti tra le parti guelfe e ghibelline. Più tardi la ricca casata ghibellina reggiana dei Sessi riuscì a conseguire il potere, avallato da molte investiture imperiali e dal privilegio di nomina degli arcipreti della pieve di San Zenone.
Il feudo rolese, incuneato tra le menzionate signorie padane, fu sempre considerato facile preda dei loro tentativi di impadronirsene, ma l'accortezza dei Sessi riuscì sempre ad evitare la sottomissione.[5]

Appartenevano allo Staterello, oltre al capoluogo e al villaggio di Crocetta, diciassette località dedite all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. La sua posizione strategica, però, lo rendeva facilmente esposto al traffico di merci di contrabbando ed accogliente ricettacolo di malviventi ricercati altrove.[6]

I discendenti di Ugolino Sessi si spartirono più volte la contea, costituendo un'implicita ed esagitata consorteria che avrebbe amministrato Rolo in condominio per un lungo periodo di tempo. I privilegi feudali concessi alla contea constavano nell'esercizio del mero et mixto imperio (cioè la facoltà di eseguire il potere giudicante nelle cause civili e penali), nel diritto di zecca e di rifugio politico, nella possibilità per le truppe straniere di transitare o stazionare nel territorio.[7] I feudatari, nondimeno, miravano solo all'arricchimento personale (questo era il motivo delle frequenti liti): erano titolari di floridi patrimoni ed occupavano le cariche più ambite a Reggio dove più spesso risiedevano.

Nonostante la durata del loro dominio su Rolo lasciarono esigue tracce del loro passaggio. Oltre alla costruzione del castello (demolito nel 1948), alla cinta muraria non più esistente e a poche opere d'arte nella pieve di San Zenone (luogo di sepoltura della dinastia, fino all'ultimo conte sovrano Gaetano), niente li ricorda. Nell'ultimo scorcio della loro signoria, nondimeno, il marchese Francesco Antonio incoraggiò l'arte dell'ebanisteria nella nascente produzione artigianale di pregiati mobili intarsiati, l'unica iniziativa imprenditoriale dei feudatari.[8]

Il 17 aprile 1684 l'imperatore Leopoldo I d'Asburgo conferì ad Orazio III Sessi la dignità (con conseguente protezione) di marchese del Sacro Romano Impero. Continuarono, comunque, le annose controversie tra i rami rivali della prolifica famiglia, nonché reggenze che indebolirono l'autorità del feudatario. Il 6 novembre 1766 morì, privo di eredi, Gaetano I, l'ultimo conte-marchese sovrano. La sua scomparsa provocò l'immediata estinzione della contea e la fine della sua lunga indipendenza. Il territorio, aggregato all'ex ducato di Mantova, rientrò sotto il dominio diretto imperiale austriaco.[9][10]

Conti e marchesi di Rolo (1380-1766)[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Nome Periodo Consorte e note Fonti
Signore Ugolino Sessi o da Sesso 1380-1395 vescovo di Reggio; governò con i fratelli Giberto, Frignano, Palmerio, Nicolò, figli di Azzo I e di Maddalena [11]
Conte Nicolò I 1395-1446 Anna Sessi; primo conte di Rolo, investito nel 1408 dal re dei Romani Roberto del Palatinato
Conte Azzo II 1446-1497 Maria Manfredi, Alda de Catego, Lucrezia Chiavolelli; insieme ai fratelli
Conte Giacomo I 1446-1499 Beatrice Manfredi
Conte Francesco I 1499-1513 Francesca Gonzaga
Conte Gaspare I 1513-1525 Paola da Correggio; insieme a fratelli e cugini
Conte Carlo I 1513-1530 Giulia Sessi
Conte Nicolò II 1530-1575 Anna Rangone
Conte Lodovico III 1575-1580 con Annibale II e Ferdinando I
Conte Ferdinando I 1575-1606 Vittoria Simonetta; figlio di Orazio I (+1563)
Conte Ferdinando II 1606-1618 religioso e Cavaliere di Malta
Conte Orazio II 1618-1627 Lucrezia Bernieri
Conte Ferdinando III 1627-1683 Giulia Zoboli, Margherita Montecuccoli
Conte
Marchese S.R.I.
Orazio III 1683-1695 Fulvia Carandini, reggente (1695-1716);
marchese dal 1684
Conte
Marchese
Francesco Antonio 1695-1746 Anna da Correggio
Conte
Marchese
Gaetano I 1746-1776 Olimpia Agnelli Soardi Maffei;
fratello di Francesco Antonio e ultimo sovrano

Dal 1766 il marchesato di Rolo passò all'Impero.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mantovani, p. 137
  2. ^ Mantovani, p. 19
  3. ^ Spreti, p. 231
  4. ^ Spreti, p. 233
  5. ^ Bertolani Del Rio, p. 45
  6. ^ Mantovani, p. 36
  7. ^ Spreti, p. 234
  8. ^ Mantovani, pp. 40-42
  9. ^ Mantovani, p. 50
  10. ^ Fabbrici-Ferretti, p. 2
  11. ^ Mantovani, p. 76.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Bertolani Del Rio, I castelli reggiani, Ente provinciale per il turismo, Reggio Emilia, 1959.
  • Gabriele Fabbrici-Daniele Ferretti, La leggenda delle origini dei Sessi, Bollettino Istituto Civiltà contadina di Rolo, n. 7, Rolo, 1981.
  • Guglielmo Maggi, Storia di Carpi, ed. Degni, Carpi, 1707.
  • Gabriele Mantovani, Storia di Rolo, Carpi, Il Portico, 1978, SBN IT\ICCU\REA\0027136.
  • Vittorio Spreti, Enciclopedia Storica Nobiliare Italiana, ed. Stirpe, Milano, 1936.
  • Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, pp. 111-113, ISBN 88-7792-048-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]