Coordinate: 44°28′53.2″N 11°20′08.57″E

Conserva di Valverde

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Conserva di Valverde
Pianta e sezione della cisterna e dei condotti, progettati da Tommaso Laureti. Acquaforte conservata alla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna, incisa da Domenico Maria Bonavera su disegno di Marc'Antonio Chiarini.
Altri nomiBagni di Mario
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBologna
IndirizzoVia Bagni di Mario 10
Coordinate44°28′53.2″N 11°20′08.57″E
Informazioni generali
Condizionibuono stato
Inaugurazione1563
RicostruzioneRistrutturato nel 2016
StileRinascimentale
UsoCisterna per distribuzione delle acque alla Fontana del Nettuno e alla Fontana Vecchia di Bologna
Realizzazione
ArchitettoTommaso Laureti
AppaltatorePapa Pio IV
ProprietarioComune di Bologna
CommittenteStato Pontificio

La Conserva di Valverde (nota anche come Bagni di Mario), è un sistema di captazione, raccolta e decantazione delle acque, realizzata nel 1563 dall'architetto Tommaso Laureti a Bologna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Bagni di Mario si affermò nel corso del XIX secolo quando la conserva venne erroneamente identificata con un centro termale romano di età repubblicana realizzato all'epoca del console Caio Mario[1].

L'edificio della Conserva di Valverde si qualifica come un elemento fondamentale, iscrivendosi a pieno titolo all'interno del grandioso progetto di rinnovamento cittadino promosso da papa Pio IV e messo in opera dal Cardinale Legato Carlo Borromeo e dal Vice Legato Pier Donato Cesi negli anni che seguirono la conclusione del Concilio di Trento.

La cisterna raccoglieva le acque dell'area di Valverde che riunendosi a quelle della Fonte della Remonda[2] andavano ad alimentare due fontane pubbliche: la Fontana del Nettuno nella piazza omonima, e la cosiddetta Fontana Vecchia lungo il prospetto nord del palazzo Apostolico (odierno Palazzo Comunale), affacciato sulla piazza dei Pollaroli, oggi tratto di via Ugo Bassi.[3] Oltre alle fontane, il sistema riforniva il complesso del palazzo Apostolico: in particolare la Vasca dei Cavalleggeri e il Giardino dei Semplici, nella zona dove oggi sorge la Sala Borsa. Qui venne installata una fonte più riservata ad uso privato del Cardinale Legato e un pozzo costruito nel 1587 su progetto del Terribilia.

Il complesso, dopo essere stato ristrutturato, è stato reso visitabile e aperto al pubblico nel 2017.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La struttura della Conserva è impostata su due livelli.

Livello superiore[modifica | modifica wikitesto]

Scendendo nel sottosuolo incontriamo, oltre ad un vestibolo, una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un'ampia cupola avente stessa forma) dove, nel piano di calpestio, sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l'acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l'acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione. All'interno del primo cunicolo si segnala la particolarità di un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. Sempre al livello superiore è presente una seconda piccola camera ottagonale, detta Cisternetta, dotata di un'ulteriore vasca di decantazione la quale è collegata, tramite una breve scala, alla sala principale. L'acqua che usciva da questa seconda camera scendeva al livello inferiore tramite un'apposita tubazione.

Livello inferiore[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le acque provenienti dal livello superiore procedevano all'interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell'Annunziata, dove si univano a quelle del condotto del Remondato, Fonte Remonda, che a sua volta raccoglieva le acque che scaturivano da san Michele in Bosco. Dalla Conserva di Valverde alla Fontana del Nettuno la distanza è di circa 2 km.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nuovi Annali delle Scienze naturali, p.27.
  2. ^ Le acque raccolte da Valverde scendono attraverso un pozzo romano nel sottostante antico acquedotto. Seguono quindi il tracciato del cunicolo romano nel suo dirigersi verso la città, finché nei pressi della Chiesa dell’Annunziata una cisterna (denominata il Vascello comune delle acque) le raccoglie assieme a quelle provenienti dalla Remonda. Da qui sono immesse all’interno di una tubazione (originariamente in orcioli di terracotta) che, alloggiata sopra un muretto, arriva attraverso un cunicolo lungo oltre 1 km sotto la Fontana del Nettuno, realizzata proprio in quegli anni. Società Speleologica Italiana
  3. ^ Origine di Bologna

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Danilo Demaria e Paolo Forti, Gli antichi acquedotti di Bologna. Le nuove scoperte, i nuovi studi, Bologna, Gruppo Speleologico Bolognese, Unione Speleologica Bolognese, 2010.
  • Angelo Zanotti, Francisco Giordano e Massimo Brunelli, Bologna labirinti d’acque, Bologna, Persiani Editore, 2015.
  • Angelo Zanotti, Il sistema delle acque a Bologna dal XIII al XIX secolo, Bologna, Editrice Compositori, 2000.
  • AA.VV, Nuovi Annali delle Scienze naturali, Serie II, Tomo II, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderi, 1844.

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