Comunità ebraica di Ostuni

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La comunità ebraica di Ostuni è attestata dalla seconda metà del XV secolo.

Politica conversionistica[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 luglio 1467 fu offerta agli ebrei ostunesi l'esenzione dal pagamento delle tasse e l'amnistia generale in cambio della conversione al cristianesimo. La proposta fu accettata da alcuni di loro, ma l'esclusione sociale non si attenuò. Nel 1495 i popolani ostunesi, favoriti dal disordine generale dovuto dall'invasione del Regno di Napoli da parte delle truppe francesi di Carlo VIII, saccheggiarono le case degli ebrei e dei conversi. Il 17 maggio 1495, la città chiese a Ferdinando II di devolvere alla costruzione della cattedrale di Ostuni l'ammontare dei prestiti concessi dagli ebrei e dai neofiti.[1]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Gli ebrei ostunesi ricoprirono un ruolo di primo piano per il commercio di prodotti tessili, Leone e Mattia Mazza tra il 1521 ed il 1523 acquistano a Bari, da Ludovico Maraveglia di Milano diverse partite di stoffe e gli stessi cristiani ostunesi intrattenevano relazioni commerciali con gli ebrei, il mercante ostunese Francesco Crepaglia l'11 novembre 1535, sottoscrisse un credito, da saldare entro la Pasqua seguente con il mercante barese Leo Theotonicus, in cambio di una partita di tessuti. Nonostante le ondate persecutorie la comunità ebraica ostunese nel 1525 versava al fisco per 182 ducati ed era tra le più floride di Terra d'Otranto,[2] tuttavia quando gli ebrei del Regno di Napoli furono espulsi gli ebrei furono espulsi anche questa comunità si estinse.

Presenze successive all'espulsione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre 1575 sulle coste di Ostuni naufragarono alcuni mercanti ebrei levantini e subito imprigionati. Il 22 maggio 1577 la Camera della Sommaria dichiarò gli ebrei e tutti i loro beni proprietà del Regio Fisco, solo tre anni dopo, il 26 febbraio 1580, i mercanti recuperarono la loro libertà, ma non le loro proprietà.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ludovico Pepe, Storia della città di Ostuni dalle origini al 1463, Ostuni 1916; L. Pepe, Il Libro Rosso della città di Ostuni, Valle di Pompei 1888, pp. 152-154
  2. ^ B. Ligorio, Ebrei e neofiti a Ostuni e Martina Franca tra XV e XVI secolo. Fonti per uno studio economico e sociale, in P. Cordasco - F. Pappalardo - N. Surico (a cura di), L'umanità dello scriba. Testimonianze e studi in memoria di Cesare Colafemmina, Bari 2015, pp. 226-278; C. Colafemmina - G. Dibenedetto (a cura di), Gli Ebrei in Terra di Bari durante il Viceregno spagnolo. Saggio di ricerche archivistiche, Archivio di Stato di Bari, Bari 2003, pp. 42-43, 49-50, doc. 81,82, 1002; N. Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al XVIII secolo, Gli ebrei in Italia meridionale, Forni ed. Bologna 1999 (rist. anast. Torino 1915), pp. 235-236.
  3. ^ B. Ligorio, Ebrei e neofiti a Ostuni e Martina Franca tra XV e XVI secolo. Fonti per uno studio economico e sociale, in P. Cordasco - F. Pappalardo - N. Surico (a cura di), L'umanità dello scriba. Testimonianze e studi in memoria di Cesare Colafemmina, Bari 2015, pp. 226-278; G. Vallone, Otranto e il diritto dei turchi, in «Archivio Storico Pugliese» 38 (1985), pp. 103-110; C. M. Moschetti, Questioni di diritto pubblico marittimo negli scritti dei giuristi napoletani della prima metà dei Seicento, Napoli 1984, pp. 165-185.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]