Collegio San Marco

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Collegio San Marco
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàPadova
IndirizzoVia dei Savonarola 176, Padova
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1349
Ricostruzione1771, 1953
Usocollegio universitario
Realizzazione
ArchitettoAndrea da Valle
Domenico Cerato
Ferdinando Forlati
ProprietarioCollegio universitario don Nicola Mazza
CommittenteRepubblica di Venezia

Il Collegio San Marco è un collegio universitario, ottenuto nel 1771 adattando un monastero costruito nel 1349, destinato ad ospitare studenti dell'Università di Padova.

Trasformato in caserma nel 1797 per mano dell'esercito napoleonico, il collegio è stato riaperto nel 1953 diventando la prima sede del Collegio Universitario Don Nicola Mazza. Per questo motivo, nonostante il nome di Collegio San Marco resti talvolta in uso[1], l'edificio è oggi più spesso noto come Collegio Don Mazza. Ufficialmente, l'ente mazziano fa oggi riferimento alla struttura come Residenza Giuseppe Tosi.

Il collegio ospita, insieme alla vicina residenza Isabella Scopoli con cui dal 2012 condivide attività e strutture, circa 200 studentesse e studenti tra gli iscritti all'ateneo patavino, selezionati sulla base di un concorso pubblico per titoli ed esami e la cui permanenza presso il collegio è subordinata ad una verifica annuale dei risultati accademici conseguiti. Insieme a gli altri collegi gestiti dall'Ente mazziano a Padova, Verona e Roma, il collegio è oggi Collegio Universitario di Merito[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il monastero di S. Antonio di Vienna[modifica | modifica wikitesto]

Come riportato dal Portenari, nel 1349 l'ordine dei Canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne fondò "in contrada della Savonarola l'hospitale di S. Antonio da Vienna, edificandovi anco un monastero e una chiesa ad honore dell'istesso santo"[3] grazie ad un lascito di Leopoldo Giustiniani. A partire dal 1353, nella festa del Santo, i cittadini con a capo il Podestà, convenivano fin qui in processione. Nel 1471 la chiesa e il monastero passarono ai Canonici Renani che restaurarono nel 1570 l'intero complesso su progetto dell'architetto Andrea da Valle, erigendo il portico a serliana che si affaccia sulla via[4].

La trasformazione in Collegio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la soppressione dei conventini, avvenuta nel 1769, nel 1771 i vari edifici furono adattati su progetto dell'architetto Domenico Cerato[5] a collegio destinato agli studenti meritevoli ma disagiati dello Studio per decreto del Senato Veneto[6]. L'istituzione di questo collegio, a cui venne dato nome di Collegio San Marco, faceva parte di uno sforzo generale della Repubblica Veneta, rallentato da opposizioni politiche interne e poi fallito a causa della caduta della Repubblica per mano delle truppe francesi, di trasformare l'università di Padova in un'università collegiata modellata sull'esempio oxoniense secondo il progetto delineato da Simone Stratico[7] e portato avanti da Sebastiano Foscarini[8]. Il collegio, che divenne subito uno dei principali collegi della città insieme a Pratense e Tornacense, venne formato aggregando gli studenti provenienti dal Collegio Arquà, e dai Collegi Ravenna, Cocco, e Castaldi, oltre ai percettori delle molte borse di studio erogate in virtù di lasciti testamentari[9].

Il collegio era guidato da un rettore ed era dotato di due pubblici precettori, docenti incaricati di sostenere e arricchire il percorso universitario degli studenti. Oltre che tenere lezioni comuni in cui insegnavano "logica, geometria, fisica, diritto naturale e delle genti"[10], e proporre esercizi di ambito letterario, di matematica, di filosofia, o di giurisprudenza, "senza scostarsi molto dai testi assegnati" dai professori dell'università, i pubblici precettori erano anche tenuti ad offrire lezioni private integrative agli studenti che ne avessero bisogno[9]. I precettori registravano l'assidua partecipazione alle lezioni da parte degli studenti, come anche il loro profitto negli esami universitari. Qualora questo non fosse stato ritenuto sufficiente, al termine dell'anno accademico lo studente veniva escluso dal collegio[9]. Contestualmente, al fine di dare riconoscimento ed incentivare gli sforzi accademici dei propri studenti, il collegio assegnava, assieme al governo veneto, una medaglia agli studenti più meritevoli[11][12]. I più noti fra le figure chiamate a coprire il ruolo di precettore furono Daniele Francesconi e Giuseppe Avanzini[13]. Al primo di questi si deve la formazione del primo nucleo di quella che diverrà la biblioteca del collegio. Dopo la sua nomina a precettore infatti il Francesconi acquisterà diversi volumi, alcuni dei quali provenienti dalla biblioteca dell'astronomo e fisico Giuseppe Toaldo[14]. Tuttavia, la biblioteca verrà costituita formalmente solo a partire dal 1774 su impulso dei riformatori allo studio e con il supporto dello Stratico, che in quegli anni era impegnato nel riordino della Biblioteca Universitaria[15].

Oltre a richiedere la loro partecipazione alle lezioni offerte dai pubblici precettori, il collegio incentivava i propri studenti "di fare internamente tra loro" qualche "esercizio accademico" che andasse ad integrare i loro studi universitari, prevedendo la possibilità a tale scopo di "introdurre qualche esteriore Persona fregiata di qualche carattere di distinzione"[9]. Nel 1781, visto il gran numero di studenti di materie umanistiche, questa possibilità si realizzò attraverso l'organizzazione di un cenacolo letterario. Oltre a dare spazio agli scritti degli studenti, il cenacolo si poneva l'obbiettivo di dibattere temi di importanza sociale e politica. Come riportato dal Giornale enciclopedico di Elisabetta Caminer Turra, per esempio, il primo incontro si pose l'obbiettivo di discutere "se era meglio la custodia delle donne presso gli orientali o la libertà degli occidentali". Il cenacolo ebbe presto una fortuna tale che corsero ad assistervi anche scolari esterni, professori amici dei collegiali, qualche canonico del duomo e addirittura il sindaco artista. Fra gli studenti del collegio coinvolti in questa iniziativa sono noti, in particolare, Luigi Fossati e Giuseppe Urbano Pagani Cesa[16].

Si conoscono diverse informazioni ulteriori sulla vita degli studenti. Innanzitutto, lo statuto del collegio imponeva che gli studenti del Collegio San Marco, per distinguersi da quelli non collegiali, indossassero quando si trovassero fuori dalle sue mura "un Abito unito in panno color Marrone per i secolari, e di color Nero per gli ecclesiastici col segno sopra la Velata del Collegio di San Marco ricamato in Oro"[17]. Lo statuto inoltre indicava cinque celebrazioni annuali da officiarsi nella cappella del collegio, considerate messe collegiali, a cui gli studenti erano tenuti a partecipare. Queste si svolgevano nei giorni di apertura e chiusura annuale del collegio (il 3 novembre ed il 6 maggio) e in tre ulteriori occasioni. La prima era il 25 novembre, giorno di Santa Caterina d'Alessandria, patrona dell'Università. In tale data si celebrava tradizionalmente a Padova e nel resto della Repubblica Veneta la Festa dei Dotti[18][19] e venivano aperti al pubblico per la giornata tutti i luoghi di insegnamento[20]. La seconda, il mercoledì delle ceneri. E la terza il 25 aprile, giorno di San Marco, patrono del collegio e della Repubblica[21].

Prospetto del complesso San Marco subito dopo la sua trasformazione in caserma.

La dismissione e la borsa di studio[modifica | modifica wikitesto]

Il collegio non sopravvisse all'arrivo delle truppe francesi, le quali nel 1797 lo ridussero a caserma. Nonostante nel 1837 il rettore dell'Università Luigi Configliachi propose al Governo austriaco di riaprire un collegio nel complesso[22] e lo stesso tentativo fu fatto da altri rettori nel corso dell'ottocento[23], il progetto ricevette sempre opposizioni da parte dell'esercito e la struttura conservò la funzione di caserma. Al momento dell'entrata in guerra, nel 1915, vi erano acquartierati i Battaglioni del 7º Reggimento Alpini, il “Pieve di Cadore” e il “Belluno”[24]. A partire dai primi anni trenta dell'ottocento il collegio venne comunque ricostituito nelle vesti di una borsa di studio gestita dall'Università, finanziata dai beni già precedentemente legati ad esso. Essa era intesa sostenere tre studenti di Giurisprudenza, tre di Scienze e Ingegneria, e uno di Farmacia, e fu bandita per l'ultima volta nell'anno 1944-1945[25]. Fra gli studenti sostenuti da tale borsa di studio va ricordata in particolare la matematica Libera Trevisani Levi-Civita[26].

La riapertura mazziana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Collegio universitario don Nicola Mazza.

Fu solo nel 1953, a seguito della decisione del Mons. Giuseppe Tosi (1918-1975) di riprendere l'esperienza di Nicola Mazza a Padova, che il complesso tornò ad essere un collegio universitario. Scelto a tale scopo dopo varie vicessitudini, ne vennero restaurati radicalmente gli spazi sotto la direzione del sovraintedente e architetto Ferdinando Forlati[27] visto che i bombardamenti del 1943 avevano causato il crollo di tutta la sezione nord occidentale del complesso. In questo frangente venne eretto l'edificio A, una palazzina sita dove si trovava un tempo la sezione settentrionale del complesso collegiale. Inizialmente concesso a Giuseppe Tosi in via provvisoria, nel 1962 in ottemperanza della Legge 1073 la concessione del Collegio San Marco divenne perpetua e gratuita.

A seguito di un sostanziale incremento nel numero di allievi, il collegio si espanse presto in alcuni spazi circostanti la struttura storica. Nonostante ciò, già nel 1965, Don Tosi propose alla Pia Società Don Nicola Mazza di valutare la possibilità di costruire nuovi spazi per il collegio all'Arcella, visto che "il S.Marco non basta certamente per i più che 350 studenti universitari che lo abitano e lo invadono da ogni parte". Tuttavia, il capitolo della Pia Società ritiene di non portare avanti il progetto al fine di privilegiare la "qualità rispetto alla quantità"[28]. Al contrario, il capitolo accettò la contestuale proposta di affiancare al riaperto Collegio San Marco una residenza dedicata agli studenti di quella che diventerà l'Università degli Studi di Verona. A questa venne affiancata nel 1989 una residenza a Roma. In seguito all'apertura di tali residenze e alla morte di Don Tosi, soggiunta nel 1975, l'amministrazione del Collegio Don Mazza diede al Collegio San Marco il nome ufficiale di Residenza Giuseppe Tosi.

Nel 1997 il collegio di via Savonarola venne affiancato da una residenza femminile, intitolata ad Isabella Scopoli e collocata in una struttura in Via Belzoni[29]. Nel 2012, la residenza è stata trasferita in un edificio a poca distanza dalla sede storica del collegio[30]. Precedentemente più autonoma, a seguito dello spostamento la vita della residenza si è integrata a quella del resto del collegio con il quale condivide oggi strutture e attività. A partire da settembre 2024, entrambe le residenze ospiteranno sia studenti che studentesse[31][32].

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Edificio Monumentale[modifica | modifica wikitesto]

E' la parte della struttura originale del complesso sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Mentre il portico che si apriva un tempo sull'interno del collegio è oggi andato perso, sopravvive il portico a Serliana di Andrea da Valle che caratterizza la facciata dell'edificio sul lato stradale.

La maggior parte degli spazi al piano terra sono spazi aprentesi sotto al portico che il collegio affitta a diversi esercizi commerciali. Fanno eccezioni quelli più vicini al portone d'ingresso del collegio che vengono utilizzati per servizi di segreteria e portineria. Al primo piano si trovano l'aula musica del collegio, un aula informatica e alcune aule utilizzate per i corsi ed altre attività organizzate dal collegio, oltre che uno ala residenziale accessibile anche dall'esterno. Al secondo piano gli uffici della direzione della residenza giuseppe tosi e dell'amministrazione centrale dell'ente mazziano, oltre che alcuni spazi dedicati allo studio e una sala dedicata alle conferenze. Il terzo piano accoglie un'altra ala residenziale.

Il secondo piano ospita anche la biblioteca del collegio, parte del sistema bibliotecario di ateneo dell'Università di Padova, intitolata a Giuseppe Gola. Oltre ad una sezione composta da scritti su Don Nicola Mazza, ed una raccolta delle opere di Giuseppe Gola, la biblioteca custodisce il fondo Saccone, di ambito medico, ed il fondo Gui, prevalentemente di ambito giuridico. Questi ultimi sono stati donati al collegio rispettivamente dalle famiglie di Italo Saccone, professore di Medicina dell'Università di Padova, e di Luigi Gui, politico e ministro della repubblica italiana[33].

L'accesso ai piani dal lato interno è attraverso una scalinata che si apre sul portico parte dell'edificio A. Tale scalinata è decorata dai busti realizzati dallo scultore Egisto Zago rappresentanti alcune figure significative per la storia dell'opera mazziana. Oltre a Nicola Mazza, vi sono fra queste Giuseppe Tovini, Daniele Comboni, Angelo Vinco e il generale Vittorio Darra[34].

La chiesa di Sant'Antonio di Vienna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Antonio di Vienna.

La chiesa è stata interessata dalle stesse vicissitudini storiche che hanno interessato l'Edificio Monumentale. Nonostante ciò, restaurata radicalmente negli anni '50 per opera dello stesso Mons. Giuseppe Tosi, ha mantenuto l'impianto originale essenzialmente invariato. Essa è officiata come cappella del collegio.

Edificio A[modifica | modifica wikitesto]

L'Aula Magna in occasione di un evento.

Costruito negli anni '50 al posto della sezione settentrionale del complesso storico, andato distrutto, ospita la grande maggioranza delle stanze degli studenti del collegio. Queste sono organizzate su cinque piani, ciascuno dotato di una piccola sala comune dedicata. Il primo piano è dotato anche di un appartamento e un'aula studio. Al piano terra si trova la mensa e la sala comune del collegio, oltre che l'aula magna e sala cinematografica che si affaccia oggi su Via Domenico Campagnola. Quest'ultima si apre, sul lato interno al collegio, su un portico coevo alla costruzione dell'edificio[35].

Edificio C[modifica | modifica wikitesto]

Piccolo edificio parte delle strutture storiche legate al collegio san marco, sito all'angolo tra via Collegio San Marco e Via Campagnola. Esso ospita al piano terra una sala comune e la palestra del collegio, mentre al primo piano diverse camere destinate agli studenti. Un tempo utilizzato per ospitare gli studenti erasmus, ospitati in collaborazione con l'università, l'edificio è stato poi dedicato ad ospitare alcuni studenti di laurea magistrale[36].

Residenza Isabella Scopoli[modifica | modifica wikitesto]

Ha accolto dal 2012 al 2024 le studentesse del collegio, precedentemente alloggiate nei pressi del Portello[30], per poi diventare una residenza mista. Circondata da un piccolo giardino, è dotata al piano terra di una cucina, una sala da pranzo, una palestra, una sala comune e una sala destinata alle conferenze. Al primo piano, si trovano inoltre alcune aule studio, una piccola biblioteca e una stanza destinata alla preghiera e alla meditazione. Il resto dell'edificio è occupato dalle stanze. Seppure non faccia parte delle strutture storiche del Collegio San Marco e sia parzialmente autonoma da un punto di vista amministrativo, opera congiuntamente alla residenza Giuseppe Tosi per quanto riguarda sia l'uso degli spazi che le attività sociali ed accademiche[37].

La vita nel collegio oggi[modifica | modifica wikitesto]

Il collegio propone agli studenti una formazione integrativa rispetto a quella offerta dall'università. Oltre alla periodica organizzazione di iniziative culturali, corsi e conferenze di varia tematica, talvolta in collaborazione con l'Università[38][39][40], la Facoltà teologica del Triveneto[41], ed altre realtà cittadine[42], il collegio si avvale "della collaborazione di docenti universitari che hanno il compito di valutare i risultati accademici degli studenti e di svolgere nei loro confronti una funzione di tutoring"[43]. Tali docenti sono formalmente organizzati in un comitato scientifico, un tempo noto come commissione accademica, guidato da un presidente. Fra le figure più note che hanno ricoperto questa carica vanno ricordati in particolare il botanico Giuseppe Gola, primo docente a presiedere la commissione[28], e l'archeologo ed ex-rettore Carlo Anti[44]. Fra le figure che hanno in passato fatto parte della commissione vanno ricordati anche il giurista Alberto Trabucchi[36], il chirurgo Galeno Ceccarelli, il filosofo Marino Gentile, l'ingegnere Francesco Marzolo, il filosofo del diritto Enrico Opocher, il biochimico Achille Roncato, l'economista Lionello Rossi e l'entomologo Antonio Servadei[44].

Gli studenti si raccolgono periodicamente in un'assemblea ed eleggono un loro rappresentante dotato di diritto di voto all'interno del consiglio di amministrazione, oltre che ad un rappresentante interno al collegio. Gli studenti sono inoltre raccolti in gruppi che si occupano di organizzare le ulteriori attività culturali, attività musicali, attività sportive, e attività ricreative che animano la vita dell'istituzione. Fra queste sono particolarmente note le attività del Cinema interno al collegio, in cui gli studenti organizzano proiezioni settimanali aperte alla cittadinanza e sostenute dall'amministrazione[45], e quelle del Coro Universitario del don Mazza che oltre a contribuire all'animazione musicale del collegio ha partecipato ad eventi nazionali e internazionali[46]. Aperta a tutti gli studenti dell'università è stata anche il Gran Galà, festa organizzata nel 2016 e 2017 dagli studenti in collaborazione con il Caffè Pedrocchi[47].

Oltre a quelle organizzate dagli studenti, si svolgono all'interno del collegio diverse iniziative musicali organizzate dall'Associazione filarmonica Nova Symphonia Patavina, che sostiene le attività dell'orchestra sinfonica ed alcuni ensemble strumentali e vocali che risiedono presso il collegio ed organizza ivi una stagione concertistica ed una masterclass orchestrale con cadenza annuale[48]. Il collegio ospita anche le attività dall'Associazione In Chordis et Organo a cui è affidata la cura dell'organo a canne in stile Schnitger che si trova nella cantoria della chiesa di Sant'Antonio Abate e che organizza concerti d'organo[49], concorsi, corsi di studio e di perfezionamento per giovani organisti[50]. Le attività musicali della cappella sono coordinate dal direttore artistico Ruggero Livieri, organista e docente del Conservatorio di Rovigo[51].

Dalla fine degli anni settanta fino all'avvio del Progetto Erasmus, il collegio ha mantenuto accordi di scambio con l'Inghilterra, la Francia e la Germania. Per quanto riguarda il primo paese, il collegio aveva accordi di mobilità con l'Università di Warwick, il Politecnico di Londra Centrale (oggi Università di Westminster), e la Università del Sussex. Per quanto riguarda i restanti due, con le Università di Augusta e Angers[36]. Attualmente, oltre a sostenere la partecipazione all'Erasmus da parte dei propri studenti, il collegio offre alcune occasioni di mobilità organizzate nel contesto dell'Associazione Europea dei Collegi Universitari (EucA)[52]. Fra queste, oltre a proposte di scambio con altri collegi parte dell'associazione, va ricordata in particolare l'annuale Summer School ospitata dal Newnham College di Cambridge[53]. Infine, il collegio ospita nelle proprie strutture alcuni studenti del programma di studio a Padova dell'Università di Boston[54].

Ex allievi[modifica | modifica wikitesto]

Gli ex allievi del collegio si raccolgono, insieme a quelli delle altre realtà educative gestite dalla Pia Società Don Nicola Mazza, nell'Unione Allievi di Don Nicola Mazza fondata nel 1923[55].

Fra i più noti ex allievi del collegio vanno ricordati lo psichiatra Vittorino Andreoli[56], il costituzionalista Mario Bertolissi[57], il critico d'arte Giorgio Segato[58], i politici Giuliano Zoso e Flavio Rodighiero[36], e diversi professori dell'Università di Padova fra cui l'entomologo Luigi Masutti e il docente di Geometria Remo Gattazzo e dell'Università di Verona come il pedagogista Emilio Butturini[59]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kick Off Progetto ISBC, su CSV di Padova e Rovigo. URL consultato il 12 aprile 2024.
  2. ^ Bando di Concorso 2016 - Test Ammissione Collegio Mazza, in Collegio Universitario D. Nicola Mazza. URL consultato l'8 novembre 2016.
  3. ^ Angelo Portenari, Della felicità di Padova, P. P. Tozzi, 1623. URL consultato il 25 aprile 2024.
  4. ^ Rintracciate due tele appartenute alla Chiesa di Sant'Antinio di Vienne | WorldCat.org, su search.worldcat.org. URL consultato il 25 aprile 2024.
  5. ^ Giuseppe University of Illinois Urbana-Champaign e Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Storia di Padova della sua origine sino al presente, Padova : F. Sacchetto, 1874. URL consultato il 2 aprile 2024.
  6. ^ Educazione, formazione, istruzione - Treccani, su Treccani. URL consultato il 29 marzo 2024.
  7. ^ Girolamo Arnaldi e Manlio Pastore Stocchi, Storia della cultura veneta, N. Pozza, 1985. URL consultato il 3 aprile 2024.
  8. ^ FOSCARINI, Sebastiano - Treccani, su Treccani. URL consultato il 3 aprile 2024.
  9. ^ a b c d Giuseppe Gullino, Una riforma settecentesca della Serenissima: il Collegio di San Marco, in Studi Veneziani, vol. 13, 1971, pp. 515-586.
  10. ^ Samuele Romanin, Storia Documentata di Venezia, Giusto Fuga Editore, 1925.
  11. ^ Yumpu.com, Alessandro Maganza (1556-~1640) Painter and etcher ... - Arsantiqva, su yumpu.com. URL consultato il 1º aprile 2024.
  12. ^ Piero Pazzi, Contributi per la storia dell'oreficeria, argenteria e gioielleria: prima collana di studi sull'oreficeria, Biblioteca orafa di Sant'Antonio abate, 1996. URL consultato il 3 aprile 2024.
  13. ^ Ricoglitore italiano e straniero: ossia Rivista mensile europea di scienze, lettere, belle arti, bibliografia e varieta, Presso Antonio Fortunato Stella e Figli, 1836. URL consultato il 7 dicembre 2023.
  14. ^ Daniele Francesconi e Giampaolo Zagonel, Daniele Francesconi: Belvedere di Cordignano 1761-Venezia 1835 : vita, opere scelte, epistolario, D. De Bastiani, 2008, ISBN 978-88-8466-111-1. URL consultato il 18 dicembre 2023.
  15. ^ Architettura e scienza nel Veneto tra Sette e Ottocento: Simone Stratico (1733-1824), su www.research.unipd.it. URL consultato il 1º aprile 2024.
  16. ^ Massimo Galtarossa, I letterati padovani alla ricerca dell’identità nel secondo Settecento (PDF), in Letteratura e Potere/Poteri: Atti del XXIV Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Catania, 23-25 settembre 2021.
  17. ^ La moda, collana Storia d'Italia : Annali / [coordinatori dell'opera Ruggiero Romano e Corrado Vivanti], 1. rist, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-06-15628-2.
  18. ^ Giustina Renier-Michiel, Origine delle feste veneziane, Presso gli editori degli Annali universali delle scienze e dell' industria, 1829. URL consultato il 3 aprile 2024.
  19. ^ Santa Caterina di Alessandria, su 800 anni unipd, 6 dicembre 2018. URL consultato il 3 aprile 2024.
  20. ^ Riccardo Zipoli, Marco Foscarini. Una scuola pubblica a Venezia. URL consultato il 4 aprile 2024.
  21. ^ Anonymus AC10343501, Statuti del collegio di S. - Marco eretto in Padova per decreto dell' Senato 7. Decembre 1771, Pinelli, 1772. URL consultato il 3 aprile 2024.
  22. ^ Luigi Gaudenzio, Dagli antichi Collegi alle Case dello Studente, in Padova e la sua provincia, n. 11-12, 1959.
  23. ^ Quaderni per la storia dell'Università di Padova, Antenore, 1972. URL consultato il 15 dicembre 2023.
  24. ^ Padova Militare, su grandeguerra.comune.padova.it. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2016).
  25. ^ Tra Adriatico e Balcani. L’irredentismo nell’università italiana nel periodo interbellico. Padova, Venezia e Trieste., su www.research.unipd.it. URL consultato il 1º aprile 2024.
  26. ^ Andrea Martini e Carlotta Sorba, L'università delle donne: Accademiche e studentesse dal Seicento a oggi, Donzelli Editore, 17 settembre 2021, ISBN 978-88-5522-292-1. URL consultato il 2 aprile 2024.
  27. ^ Antonella D’Aulerio (a cura di), Ferdinando Forlati (1882-1975): Inventario analitico del fondo archivistico (PDF), Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, 2020.
  28. ^ a b Francesco Massagrande, Uomini e vicende di un'istituzione, in Note Mazziane.
  29. ^ Chi Siamo • Collegio Mazza, su collegiomazza.it, 19 aprile 2023. URL consultato il 15 aprile 2024.
  30. ^ a b 120402 Il Don Mazza rilancia con la residenza femminile. URL consultato il 12 aprile 2024.
  31. ^ Residenza universitaria Isabella Scopoli • Collegio Mazza, su collegiomazza.it, 18 aprile 2023. URL consultato il 30 aprile 2024.
  32. ^ Residenza universitaria Giuseppe Tosi• Collegio Mazza, su collegiomazza.it, 13 aprile 2023. URL consultato il 30 aprile 2024.
  33. ^ Biblioteca "G. Gola" del Collegio Universitario "Don Nicola Mazza", su Biblioteca Digitale Padova – Università di Padova. URL consultato il 3 maggio 2023.
  34. ^ Camilla Bertani, Chiara Contri, I busti dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere, Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, 21 giugno 2019, ISBN 978-88-86168-29-8. URL consultato il 24 aprile 2024.
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  36. ^ a b c d 1954-2004: Cinquant'anni., Padova, Collegio universitario Don Nicola Mazza, 2004.
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  38. ^ Caterina Barone, A Padova nel nome di Shakespeare, su Corriere del Veneto, 22 maggio 2014. URL consultato il 21 dicembre 2023.
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  41. ^ 2009 - fascicolo 3, su Facoltà Teologica del Triveneto, 1º dicembre 2009. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  42. ^ L’Italia può farcela – giovedì 19 marzo – collegio Mazza | UCID - Sezione Padova, su ucid.it. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  43. ^ Piero del Negro, I collegi per studenti dell'università di Padova, Signum, 2003, p. 257.
  44. ^ a b Commissione VIII - Istruzione e Belle Arti, Discussione della proposta di legge di iniziativa dei Senatori Merlin e altri: Contributo per il funzionamento del collegio "Don Nicola Mazza" in Padova (PDF), in Seduta di Mercoledì 10 Giugno 1959, Camera dei Deputati.
  45. ^ Quartiere Centro - Comune di Padova, Bilancio Sociale 2007 (PDF), su padovanet.it.
  46. ^ CORO del Collegio Mazza Padova Gloria in Excelsis Deo. URL consultato il 24 aprile 2024.
  47. ^ Eleganti e universitari, al Pedrocchi per un galà inedito, su ilvivipadova.it.
  48. ^ Nova symphonia patavina, su novasymphoniapatavina.it.
  49. ^ Concerti d'Organo del collegio don Nicola Mazza, su corrieredelveneto.corriere.it.
  50. ^ Associazione "In chordis et organo", su inchordisetorgano.com.
  51. ^ Docenti - Conservatorio di Musica Francesco Venezze Rovigo, su conservatoriorovigo.it, 25 luglio 2018. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  52. ^ Esperienze internazionali • Collegio Mazza, su collegiomazza.it, 22 maggio 2023. URL consultato il 18 marzo 2024.
  53. ^ (EN) For Students, su euca. URL consultato il 10 aprile 2024.
  54. ^ Italy Padua Business Internship | Study Abroad, su www.bu.edu. URL consultato il 22 marzo 2024.
  55. ^ (EN) Festa di San Carlo 2023, su Don Mazza. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  56. ^ Vittorino Andreoli, La mia corsa nel tempo, RIZZOLI LIBRI, 8 settembre 2016, ISBN 978-88-586-8583-9. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  57. ^ Mario Bertolissi, Pietro Nonis: elogio dell'intelligenza, in Padova e il suo territorio, n. 203, Febbraio 2020.
  58. ^ Morto Giorgio Segato poeta e critico d'arte, su Corriere del Veneto. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  59. ^ a cura di Serena Guariento, Signori, vi ho consegnato il mio cuore: rendetemi il vostro Don Giuseppe tosi nel ricordo di allievi, collaboratori, familiari e amici a trent’anni dalla morte., Padova - Roma - Verona, Collegio Universitario “Don Nicola Mazza”, 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Padova. Basiliche e chiese, Neri Pozza Editore
  • P. del Negro, I collegi per studenti dell'Università di Padova. Una storia plurisecolare, Signum Padova Editrice
  • Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova, in Padova MDCCLXXX Stamperia del Seminario
  • Giuseppe Toffanin, Le strade di Padova, Newton e Compton Editori

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]