Coenagrion mercuriale

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Azzurrina di Mercurio
Coenagrion mercuriale
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
OrdineOdonata
SottordineZygoptera
FamigliaCoenagrionidae
GenereCoenagrion
SpecieC. mercuriale
Nomenclatura binomiale
Coenagrion mercuriale
(Charpentier, 1840)

L'azzurrina di Mercurio (Coenagrion mercuriale (Charpentier, 1840) è una libellula della famiglia Coenagrionidae.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È uno zigottero di piccola taglia, lungo 27-31 mm.[3]

Il caratteristico disegno addominale del maschio

I maschi hanno una livrea azzurra e nera e si caratterizzano per la presenza sul 2° segmento addominale di un disegno che ha una forma tipica ad "elmo di Mercurio" e per gli pterostigmi scuri a forma di rombo. La metà apicale dell'addome è meno sviluppata rispetto a quella prossimale, conferendo alla specie un aspetto meno affusolato rispetto alle congeneri.

Femmina

La femmina è nera e verde con gli ultimi segmenti addominali neri ed azzurri.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è diffusa nell'Europa occidentale e nel Magreb: molto comune in Francia, Spagna e Marocco, più rara nel Regno Unito, Svizzera, Italia, Algeria, Tunisia, Slovacchia, Belgio, Germania, Liechtenstein e Austria.[1]

In Italia è presente l'endemismo Coenagrion castellani (vedi sotto Tassonomia), specie sorella di C. mercuriale, abbastanza diffusa nelle regioni centro-meridionali (incluso Abruzzo e Molise, con poche segnalazioni sparse e localizzate, ma esclusa la Sardegna), segnalata anche di Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, dal livello del mare fino a 850m di altitudine.[4] Le segnalazioni siciliane degli anni '70 e '80 del XX secolo, citate in un paio di lavori scientifici, non sono mai state riconfermate e oggi non si conosce nessuna popolazione stabile o temporanea di Sicilia (A. Corso, pers. obs.).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Le popolazioni italiane venivano in passato attribuite alla sottospecie Coenagrion mercuriale castellanii, la cui legittimità era stata messa in dubbio[1][4] ma che oggi viene considerato un taxon altamente distintivo e ben separato, sia morfologicamente (quindi fenotipicamente) che geneticamente. Pertanto, attualmente è ritenuta specie valida a sé, indicata col nome di Coenagrion castellani.[5]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica Coenagrion mercuriale come specie prossima alla minaccia di estinzione (Near Threatened).[1]

La specie è inserita nell'Allegato II della Direttiva Habitat.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Boudot, J.-P. 2006, Coenagrion mercuriale, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 7 settembre 2018.
  2. ^ (EN) Schorr M., Lindeboom M., Paulson D., World Odonata List, su pugetsound.edu, University of Puget Sound. URL consultato il 7 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2015).
  3. ^ La Porta G., Dell'Otto A., Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie: Coenagrion mercuriale (Charpentier, 1840), su vnr.unipg.it. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2018).
  4. ^ a b c Cenagrion mercuriale, su iucn.it. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
  5. ^ (EN) Andrea Galimberti e Giacomo Assandri, Italian Odonates in the Pandora's Box: A Comprehensive DNA Barcoding Inventory Shows Taxonomic Warnings at the Holarctic Scale, in Molecular Ecology, vol. 21, n. 1, 4 agosto 2020, pp. 183-200, DOI:10.1111/1755-0998.13235. URL consultato il 30 novembre 2022.

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