Cliterniano

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Cliterniano è stato un villaggio fortificato nei pressi del Saccione, in Molise, sorto dopo la distruzione della nuova Cliternia (947) saccheggiata dalle orde degli Ungari[1][2][3]. Nel 1125 fu raso anch'esso al suolo[4], insieme al vicino Monastero di San Felice, da un forte terremoto, di cui si fa cenno anche nel Chronicon di S. Stefano ad rivum maris[5] e in quello di Falcone Beneventano (1125)[6]. I pochi abitanti superstiti si dispersero per il Contado circostante.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Riguardo alla corruzione del nome, Giovanni Andrea Tria conferma quanto aveva in precedenza scritto il citato abate Polidori, ossia che dalle rovine della nuova Cliternia fu edificata una piccola città, «chiamata Licchiano, Licchiarno, Cliternio, Cliternia...»[2][7]. In particolare, il toponimo Licchiano[2][7], secondo alcuni, potrebbe indicare l'esatta ubicazione di Cliterniano, ipotizzandone la derivazione da Casalpiano, zona inclusa una volta nel territorio di San Martino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. A. Tria, Memorie Storiche Civili..., op. cit., lib.IV, cap.IV. §.unico, num.6, pagg.356/358..
  2. ^ a b c G. B. Pollidori, Commentarius ad vitam..., op. cit..
    «Ex ruinis antiqua Urbis destructa post casum Romani Imperii a Nationibus Barbaris, qui Italiam non uno malorum genere vexaverunt, Cliternianum aedificatum est; eodem poene situ, sed amplitudine, et conditione valde dispari [...] Non Cliternianum modo, sed et Clitiarnum quandoque appelletur. Inde corruptiore vobabulo factum vulgo est Lichiarnum, et Lichianum
  3. ^ Cliterniano, dunque, secondo G.B. Pollidori (Commentarius ad vitam..., op. cit.), venne costruito più o meno nello stesso luogo in cui sorgeva Cliternia, la quale, a sua volta, sembra essere stata costruita più verso l'entroterra rispetto alla ancora più antica Cliternia marittima romano-frentana, rasa al suolo dalle orde dei goti, possibilmente nella seconda metà del V secolo. Il Tria, riguardo alla distruzione della città, nelle sue Memorie Civili, op. cit., fa riferimento all'anno 495 d.C. Gli abitanti cliterniani superstiti edificarono non lungi una chiesetta votiva a San Martino, da cui sorse man mano un centro abitato chiamato poi San Martino.
  4. ^ G. A. Tria, Memorie Storiche Civili..., op. cit. lib.IV, cap.4, §.unico, num.7..
    «Né questa nuova Cliternia, o luogo Cliterniano, o Licciano, che si dica, ebbe maggior fortuna dell'antica Cliternia, perché anch'egli restò desolato, e al presente, non si vedono, che antichi monumenti di fabbriche, di abitazioni, di fontane, e di altri edifici, li quali ci fanno sapere la di loro qualità d'esser stati assai considerabili. Quando poi ciò sia accaduto, dobbiamo dirlo certamente in occasione, che allo stesso infortunio furono sottoposti gl'altri luoghi, che venivano situati nel lido dell'Adriatico di questa Diocesi a cagione de' tremuoti, guerre, peste, e simili disavventure, specialmente il tremuoto del 1125.»
  5. ^

    «XXXVII. Anno Mcxxv. Die XI Octobris fuit magna et horrenda tempestas maris cum turbine aeris. Circa horam primam noctis in insulis Tremitis multos ignes ex puteis sulphureis terra emovit: et paullo post venit terremotus qui valde nocuit Monasterio nostro et vicinis terris.»

  6. ^ Falcone Beneventano, Chronicon..., 1125.1.5 : Terremotus vero sic terribiliter accidit, quod turres, palatia et universa civitatis edificia concussa tremabant ; terra quoque et saxa a tanti tremoris formidine in duas partes scissa sunt; muri quoque civitatis ruentes domos quorumdam terratenus prostraverunt : regem vero testamur eternum, terram sub pedibus cerneres labefactari!
  7. ^ a b Giovanni Andrea Tria, Memorie Storiche Civili..., op. cit., lib.IV, cap.IV. §.unico, num.6, pagg.356/358..
    «L'Abate Polidori nel luogo preaccennato, dice parimente, che dalle sue rovine Cliternia fu edificata una picciola Città, chiamata Licchiano, Licchiarno, Cliternio, Cliternia, però assai differente dalla prima [...] E di questo si fa menzione in molte carte di Tremiti,di Larino, e di Termoli, del tempo de' Normanni, come attesta lo stesso Abate Polidori nel luogo suddetto.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]