Cimiteri virtuali

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I cimiteri virtuali sono luoghi in cui gli utenti possono commemorare, con varie modalità, persone morte.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

Con l'espressione "cimiteri virtuali" si possono intendere piattaforme di commemorazione online di diverso tipo. In alcuni casi si possono inviare email al defunto, in altri si possono lasciare mazzi di fiori virtuali, oppure si può pubblicare una frase o un ricordo. Spesso la commemorazione avviene anche sui social network, rendendo i profili delle tombe virtuali. Su Facebook, inoltre, è possibile avere la trasformazione del profilo in un profilo commemorativo a seguito del decesso del proprietario o nominare un contatto erede.[1] Attualmente è in corso un dibattito tra gli studiosi per capire quali sono gli impatti di tali luoghi sul modo di intendere la morte e sulla ridefinizione delle modalità di gestione del lutto e della commemorazione.[2]

Origini ed esempi[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei primi cimiteri online fu fondato nel 1995 da Michael Stanley Kibbee ed è il The World Wide Cemetery. Nel 2001, dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre negli Stati Uniti d’America, un sito web conosciuto principalmente per le genealogie iniziò anche a commemorare le vittime e divenne un cimitero virtuale. [3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ per dettagli vedere le impostazioni della privacy di Facebook
  2. ^ per approfondire la commemorazione e i suoi cambiamenti vedi il testo di Fiorenza Gamba "Identità, memoria, immortalità. La sfida dei rituali digitali di commemorazione"
  3. ^ Per maggiori dettagli vedi il testo di Giovanni Ziccardi "Il libro digitale dei morti".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Ziccardi, Il libro digitale dei morti. Memoria, lutto, eternità e oblio nell'era dei social network, Milano, UTET, 2017, ISBN 978-88-511-4452-4.
  • Fiorenza Gamba, Identità, memoria, immortalità. La sfida dei rituali digitali di commemorazione, Milano-Udine, Mimesis, 2018, ISBN 978-88-575-4198-3.
  • Davide Sisto, La morte si fa social. Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale, Torino, Bollati Boringhieri, 2018, ISBN 978-88-339-3030-5

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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