Chiesa di Santa Maria Assunta (Noceto)

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Chiesa di Santa Maria Assunta
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCella (Noceto)
Indirizzovia Varano 71
Coordinate44°46′00.1″N 10°05′15″E / 44.766694°N 10.0875°E44.766694; 10.0875
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanta Maria Assunta
Diocesi Parma
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneentro l'XI secolo
Completamento1650

La chiesa di Santa Maria Assunta, nota anche come pieve di Cella, è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche, situato in via Varano 71 a Cella, frazione di Noceto, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Fontanellato-Fontevivo-Noceto-Soragna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto originario fu edificato in epoca medievale; la Plebem sanctae Mariae de Ceula fu nominata per la prima volta nel 1196 in una bolla del papa Celestino III.[1]

Nel 1230 la plebis de Cellula fu menzionata nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma; alle sue dipendenze erano poste sette cappelle del circondario.[1]

Nel 1601 la chiesa fu aggregata alla nuova diocesi di Borgo San Donnino.[1]

All'incirca tra il 1630 e il 1650 il tempio fu completamente ricostruito in stile barocco.[2]

Intorno alla metà del XVIII secolo l'edificio fu risistemato e decorato.[2]

Nel 1963 la chiesa fu nuovamente aggregata alla diocesi di Parma.[2]

Tra il 1990 e il 2000 le facciate e la torre campanaria furono sottoposte a lavori di restauro.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato nord
Facciata e lato sud

La chiesa si sviluppa su una pianta centrale ellittica affiancata da tre cappelle per parte, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[2]

La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata, è preceduta da un protiro ad arco a tutto sesto retto da quattro colonne doriche in pietra e coronato da frontone triangolare; nel mezzo è collocato il portale d'accesso, mentre in sommità si apre una finestra ad arco a tutto sesto; a coronamento della porzione centrale si staglia un frontone triangolare, con cornice in aggetto; ai lati gli attici sono coronati da due piccole guglie piramidali.[2]

Lato nord

Dal fianco sinistro aggetta il basso volume dei locali parrocchiali; al termine del lato destro, dietro al tamburo che emerge sull'aula, si innalza su due ordini il campanile a base quadrata; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso monofore ad arco a tutto sesto; in sommità si eleva, tra quattro piccole guglie piramidali, una lanterna a base quadrata, con quattro finestre, in parte cieche, ad arco a tutto sesto; a coronamento si staglia una guglia piramidale a sostegno di una croce.[2]

All'interno l'aula, coperta da un'elaborata cupola a base ellittica affrescata a motivi geometrici, è affiancata da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale modanato in aggetto; ai lati si affacciano attraverso ampie arcate a tutto sesto le cappelle a pianta semicircolare,[2] tra cui l'ultima sulla destra dedicata al copatrono san Lorenzo.[1]

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale; l'ambiente a base quadrata è chiuso superiormente da una cupola su pennacchi, ornata con affreschi rappresentanti, tra figure geometriche, croci e agnelli pasquali; al centro è situato l'altare maggiore in marmo,[2] sormontato da un'ancona tardo-seicentesca riccamente decorata con putti e cariatidi;[3] al suo interno è collocata una statua lignea raffigurante l'Immacolata Concezione, risalente alla fine del XVIII secolo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 131.
  2. ^ a b c d e f g h i Chiesa di Santa Maria Assunta "Cella, Noceto", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 16 marzo 2018.
  3. ^ Cella, su comune.noceto.pr.it. URL consultato il 16 marzo 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.

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