Chiesa di San Mauro (Gorizia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di San Mauro
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneFriuli-Venezia Giulia
LocalitàSan Mauro (Gorizia)
Coordinate45°58′32.91″N 13°37′47.28″E / 45.975808°N 13.6298°E45.975808; 13.6298
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Mauro Abate
Arcidiocesi Gorizia
Completamento1930

La chiesa di San Mauro è un edificio di culto cattolico di San Mauro, frazione di Gorizia, in provincia ed arcidiocesi di Gorizia[1]; fa parte del decanato di Sant'Andrea di Gorizia ed è comparrocchiale della chiesa di San Silvestro di Piuma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originaria cappella di San Mauro, sorta forse nel XIV secolo, costituiva l'oratorio privato della famiglia Graben[1].

Nel 1640 questa fu sostituita da una nuova chiesetta, voluta da Giuseppe Giovanni Battista Neuhaus e realizzata presso il camposanto della frazione[1].

Inizialmente filiale della pieve di Salcano, nel 1754 la cappella venne eretta a vicaria indipendente e, successivamente, nel 1786 fu aperta anche ai fedeli del paese, visto che la chiesa di San Valentino sul monte Sabotino era stata soppressa a causa dei decreti dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena[1].

Durante la prima guerra mondiale l'edificio venne distrutto[2]; la nuova chiesa venne poi edificata nel 1930 in un luogo diverso rispetto alla precedente[1].

La struttura fu restaurata tra il 1970 e il 1974 e contestualmente adeguata alle norme postconciliari; la chiesa venne poi consolidata nel 2012[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata a capanna della chiesa, intonacata, rivolta a sudovest e caratterizzata da un alto zoccolo in pietra, presenta al centro il portale d'ingresso, preceduto da un piccolo portico con copertura a sue falde in cui si apre un arco a tutto sesto in mattoni, mentre ai lati sono presenti due nicchie e, sopra, una finestra a lunetta[1].

Dietro alla chiesa si erge il campanile a base quadrata, intonacato anch'esso ed accessibile attraverso un portale d'ingresso posto alla base; la cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1].

In una piccola edicola posta lungo il vialetto di accesso alla chiesa vi è un altorilievo rappresentante San Valentino che insegna ai fanciulli, realizzato da Silvan Bevčar[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'edificio si compone di una navata unica, preceduta da un piccolo nartece, sorretto da due pilastri, affiancato sulla destra da una nicchia absidata contenente il fonte battesimale e sormontato da una cantoria, ospitante un armonium; l'aula è coperta da un soffitto a capanna in perlinato, retto da una serie di capriate lignee, ed è chiusa dal presbiterio, lievemente rialzato e preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto[1].

Qui sono conservate alcune opere di pregio, tra cui la tela ritraente la Gloria di Sant'Andrea con le Sante Elena e Barbara, collocata sulla parete sinistra[2], l'altare maggiore settecentesco intitolato a san Mauro, recuperato dalla precedente chiesa soppressa durante la prima guerra mondiale e ornato con un paliotto a intarsi marmorei, l'antica pala d'altare, delimitata da due colonne composite in marmo nero e da un frontone mistilineo, l'altare ligneo della Madonna di Lourdes, un dipinto settecentesco raffigurante la Madonna e l'altare laterale di San Valentino, costruito nel XVIII secolo, impreziosito con un paliotto a intarsi marmorei e con una pala eseguita da Clemente Del Neri[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Chiesa di San Mauro <San Mauro, Gorizia>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 6 gennaio 2022.
  2. ^ a b c Ferruccio Tassin, Chiese del Collio, Gorizia, Iniziativa Isontina, 2002, p. 142-143.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferruccio Tassin, Chiese del Collio, Gorizia, Iniziativa Isontina, 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]