Coordinate: 43°38′30.98″N 11°44′21.12″E

Chiesa delle Sante Flora e Lucilla (Castel Focognano)

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Chiesa delle Sante Flora e Lucilla
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàCarda
Coordinate43°38′30.98″N 11°44′21.12″E
Religionecattolica
TitolareFlora e Lucilla
Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro

La Chiesa delle Sante Flora e Lucilla è una chiesa che si trova in località Carda, a Castel Focognano.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Risalente almeno al IX secolo, quando era proprietà del monastero omonimo, la chiesa ha subito nei secoli diverse modifiche e numerosi passaggi di proprietà. I conti Ubertini di Valenzano, che ne ebbero possesso, la donarono alla scomparsa Abbazia vallombrosana di Santa Trinita in Alpe. La chiesa fu poi ampliata nel Seicento, cambiandone anche l'orientamento, che oggi si presenta trasversale e parallelo alla facciata esterna. L'edificio sacro divenne pieve nel Settecento e fu rimaneggiato nel 1906, con il rifacimento della facciata a capanna.

L'interno, caratterizzato da un'asimmetria data dalla ristrutturazione secentesca, è coperto da capriate lignee e conserva alcune importanti opere d'arte: un frammento corrispondente alla parte centrale di un arco di ciborio in pietra arenaria, risale al IX secolo e raffigura al centro due pavoni, allegoria dell'immortalità dell'anima, che si abbeverano alle acque che sgorgano dalla croce. Fu ritrovato nei dintorni del paese e se ne ignora l'esatta provenienza.

Ad un altare laterale è collocato un bel polittico quattrocentesco raffigurante la Pietà tra i santi Giovanni Gualberto, Nicola, Giacomo Maggiore e Bernardo degli Uberti, attribuito a Mariotto di Cristofano, proveniente dalla menzionata Abbazia di Santa Trinita in Alpe.

All'altare maggiore si trova una cinquecentesca Madonna con Bambino in terracotta invetriata, attribuita a Santi Buglioni, circondata da una tela con I Misteri del Rosario dell'aretino Sebastiano Pontenani, datata 1615,[1] che trasforma di fatto la più antica immagine in una Madonna del Rosario.

In chiesa è presente anche una curiosa tela di stile arcaizzante firmata da un pittore lombardo, Giuseppe Campi e datata 1696, con Cristo Salvatore tra Santi.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Manoscritto, archivio parrocchiale di Carda, in Alberta Piroci Branciaroli, Temi iconografici legati alla devozione e loro diffusione nella pittura del territorio casentinese, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pag. 85 e n. 6 a pag. 93.
  2. ^ Stefano Casciu, La pittura del tardo Barocco in Casentino, in Liletta Fornasari (a cura di), Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al Tardo Barocco, catalogo di mostra, Firenze, 2001, pag. 153.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Casentino, a cura di Giovanni Cherubini, Firenze, 2000.
  • Il Casentino e il Valdarno superiore. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, a cura di Laura Speranza, Firenze, 2000.

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