Castello di Castelsardo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Castello di Castelsardo
Castel dei Doria, Castel Genovese, Castrum Januae, Castel Aragonese, Castillo Aragonés
Vista da ovest sulla collina del castello e sul precedente Castelsardo (al centro, a destra). Il centro storico si trova verso il mare (in parte a sinistra nella foto).
Ubicazione
StatoDoria
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneSardegna
CittàCastelsardo
Indirizzovia Guglielmo Marconi
Coordinate40°54′55.94″N 8°42′44.5″E / 40.91554°N 8.712362°E40.91554; 8.712362
Mappa di localizzazione: Sardegna
Castello di Castelsardo
Informazioni generali
TipoCastello medievale
VisitabileSi
Informazioni militari
Funzione strategicaDifesa
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il Castello di Castelsardo (Castello di Castelsardo, a volte chiamato Castello Bellavista) è un castello collinare in gran parte conservato arroccato su un masso nel nord della Sardegna sul Golfo dell'Asinara nella provincia di Sassari. A nord-est della costa si trova direttamente in castello, quindi l'attuale luogo di Castelsardo. Entrambi furono protetti nel Medioevo con una cinta muraria comune. Il luogo esteso dei tempi moderni si trova a sud della collina del castello.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo e forse una prima fortificazione furono fondati nel 1102, il castello come tale solo nel XIII secolo (probabilmente intorno al 1270) dalla nobile famiglia genovese Doria come "Castel Genovese" o "Castrum Januae" con grande importanza strategica. Fino al XV secolo, la città e il castello erano la sede dei Doria e servivano a dominare i possedimenti nella nord Sardegna. A proposito di Castelsardo fu un afflusso di gruppi di popolazione liguri e corsi.

Il Doria costruì il luogo e il castello come repubblica cittadina, secondo il modello ligure con il proprio codice di legge, gli Statuti di Galeotto Doria e il motto “Pax et Bonum Rempublicam conservatore”.[1] I Doria si unirono in seguito con il Giudicato di Arborea, l'ultimo più potente dei giudici sardi per matrimonio di Brancaleone Doria con l'eroina sarda Eleonora d'Arborea, probabilmente non da ultimo per insistere nell'intrigo tra papa e imperatore, dopo che il papa nel 1295 il Corona d'Aragona sotto Giacomo II di Aragona.

Conquistato nel 1448 dagli spagnoli della Corona d'Aragona come ultimo territorio sardo, il castello fu poi chiamato "Castel Aragonese", il luogo divenne città reale ("Città regia della Sardegna") fino al 1479 (poi Oristano). Castelsardo (castello e luogo non furono distinti) rimase fino al 1586, fino alla costruzione della Cattedrale di Sant'Antonio Abate, sede episcopale.[2]

Dal 1767 e con il dominio della Casa Savoia, il castello e la città ricevettero l'attuale nome Castelsardo. Per secoli il castello fu occupato dai militari; fino a qualche decennio fa fungeva ancora da caserma dei Carabinieri.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il castello è circondato da un anello a muro ancora completo, che è visibile soprattutto a sud e colpisce la roccia della montagna. Il complesso del castello è angolato e copre l'intero ponte di montagna in direzione est-ovest su una larghezza di circa 100 metri. In direzione nord-sud è solo circa 25 metri. Gli edifici interni con diversi livelli e altezze dei piani, di cui oggi sono conservate sette case separate, sono collegati da una stradina. Il lato occidentale è rivolto verso il mare. L'accesso si trova da est a nord attraverso una ripida rampa che porta alportiere nel centro nord, il cui l’ingresso potrebbe essere fiancheggiato e controllato da edifici da tre lati in un piccolo cortile.

A nord del castello, che è anche puntato a nord-ovest e con una piccola torre rotonda e una piattaforma protetta, sono stati conservati i resti di una specie di bailey esterno (o canile).

Una cisterna per l'acqua piovana con un piccolo pozzo coperto nella zona del castello orientale indica le difficoltà dell'approvvigionamento idrico.

Uso odierno[modifica | modifica wikitesto]

Oggigiorno, nelle sale rinnovate del castello, è ospitato il MIM, "Museo dell'Intreccio Mediterraneo"; nella sala X vengono proposte mostre e esposizioni temporanee di artisti locali e nazionali. All'interno del castello sono presenti inoltre alcune riproduzioni di armi d'assedio del periodo medievale

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia su www.comune.castelsardo.ss.it; recuperato il 22 luglio 2019
  2. ^ Castelsardo di www.sardegnaturismo.it; recuperato il 22 luglio 2019

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Valentina Grieco: I catalani e il castelliere sardo (in it. Sprache), Verlag S'Alvure, Oristano 2003/2004, 293 Seiten
  • I terrapieni di Castelsardo, In: Marco Milanese (Hrsg.) APM – Archeologia Postmedievale, 13, 2009, Sassari & Florenz 2012, ISBN 978-88-7814-539-9. S. 165–170
  • Salvatore Rattu: Bastioni e torri di Castelsardo - Sardegna: la ròccaforte dai tre nomi; Castel Genovese, Castell'Aragonese, Castel Sardo; contributo alla storia dell'architettura militare; (25 tavole fuori testo), aus der Serie: Collana di studi sardi (Hrsg.: Regione autonoma della Sardegna), Verlag Rattero, Turin 1953, 122 Seiten
  • Flavio Russo: Ingegno e paura: trenta secoli di fortificazioni in Italia, darin: Castellaragonese attuale Castelsardo, Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, 2005, S. 246 f.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Storia, di www.comune.castelsardo.ss.it