Castello di Alpicella

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Castello di Alpicella
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàAlpicella, frazione di Calestano
Coordinate44°35′08.7″N 10°08′02.9″E / 44.58575°N 10.134139°E44.58575; 10.134139
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Alpicella
Informazioni generali
Tipocastello
Inizio costruzioneentro il XIII secolo
Materialepietra
Condizione attualescomparso
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicadifesa della valle del rio Spingone
[1]
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Il castello di Alpicella, già castello delle Alpicelle, era un maniero medievale, che sorgeva nei pressi del piccolo borgo di Alpicella, frazione di Calestano, in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima testimonianza dell'esistenza di un castello ad Alpicella risale al 1247, quando il maniero, appartenente a Giacomo Rossi di Berceto, fu attaccato senza successo dalle truppe dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.[2]

Due anni dopo il Comune di Parma donò la fortificazione, insieme a quelle di Calestano, Marzolara e Vigolone, al conte di Lavagna Alberto Fieschi.[3]

Nel 1267 le forze guelfe del Comune di Parma distrussero il maniero occupato dai ghibellini.[4]

Nel 1275 il cardinale Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V, nominò suo erede di tali terre il fratello Percivalle.[5]

Nel 1297 il Comune di Parma decretò che non potesse essere più ricostruita alcuna struttura difensiva alle Alpicelle.[6]

Alla morte di Percivalle nel 1290 subentrarono i nipoti Luca, Carlo e Ottobono del ramo di Torriglia,[5] che nel 1313 ne furono investiti dall'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo.[6]

Nel 1650 Carlo Leone e Claudio Fieschi vendettero i feudi di Calestano, Marzolara, Vigolone e Alpicella con i manieri e le pertinenze al conte Camillo Tarasconi.[7]

In seguito il castello, completamente abbandonato, cadde in degrado, fino alla sua completa scomparsa.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Alpicella, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2018).
  2. ^ Affò, 1800, p. 10.
  3. ^ Corazza Martini, p. 7.
  4. ^ Affò, 1793, p. 284.
  5. ^ a b Comune di Calestano (PR), su araldicacivica.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
  6. ^ a b Affò, 1795, p. 188.
  7. ^ De Luca, pp. 356-357.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo terzo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.
  • Ireneo Affò, Memorie storiche di Colorno, Parma, Per li Fratelli Gozzi, 1800.
  • Giacomo Corazza Martini, Castelli, Pievi, Abbazie: Storia, arte e leggende nei dintorni dell'Antico Borgo di Tabiano, Roma, Gangemi Editore, 2011, ISBN 978-88-492-9317-3.
  • Giovanni Battista De Luca, Theatrum veritatis et justitiae, Tomus V, Colonia, 1693.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]