Carta della Natura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

“Carta della Natura”[1][2][3] è il documento conoscitivo e di programmazione territoriale, pubblico, ufficiale e obbligatorio dello Stato Italiano, previsto dall’art. 3 della L. 394/1991[4][5][6].

Scopo di tale documento è quello di individuare le linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale[7] ponendo particolare attenzione ai valori naturali ed ambientali nonché garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del "patrimonio naturale"[8] del Paese (articolo 1, comma 1, L. 394/1991) in aderenza sia al dettato della Costituzione Italiana (art. 9[9]) sia ai Trattati internazionali sottoscritti dallo Stato Italiano in materia (Convenzione di Parigi[10][11], Convenzione di Berna, Convenzione di Ramsar, Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale[12], Direttiva "Habitat" e Direttiva "Uccelli").

La realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

La legge stabilisce che tale documento deve essere realizzato integrando, coordinando ed utilizzando tutti i dati disponibili (fisici, floristici, faunistici, demografici, edilizi, produttivi, ed infrastrutturali) relativi al territorio della Repubblica Italiana, ivi compresi quelli contenuti nella "Carta della Montagna"[13][14][15], prodotti dalle Pubbliche Amministrazioni (incluse le cartografie relative alla pianificazione territoriale nonché quelle prodotte ai fini della programmazione venatoria[16], delle servitù militari e dell'art. 841 del Codice Civile) in conformità agli indirizzi della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano (in precedenza del Comitato per le aree naturali protette), nonché quelle prodotte da privati.

I soggetti incaricati[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente il compito di realizzare la Carta venne affidato al Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali, istituiti con la legge 18 maggio 1989, n.183; successivamente alla loro soppressione ed accorpamento all’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (A.P.A.T) tale compito si trasferì alla stessa Agenzia (ora Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale istituito con la legge n. 133/2008).

La progressione dei lavori[modifica | modifica wikitesto]

In assenza di precedenti esperienze consolidate i lavori per la redazione di Carta della Natura d’Italia si sono sviluppati in diverse fasi.

Una prima fase iniziale ha visto la realizzazione preliminare della “Carta delle Unità Fisiografiche dei Paesaggi Italiani alla scala 1:250.000”[17] in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Trieste per la definizione di indici e indicatori rappresentativi idonei per la valutazione di qualità e vulnerabilità ambientale.

Una successiva fase sperimentale alla scala 1:50.000 ha visto coinvolto il mondo accademico nazionale tra la fine degli anni novanta ed il 2004. Tale studio, al quale hanno contribuito molte Università italiane, ha portato alla realizzazione di carte degli habitat di aree significative distribuite su tutto il territorio nazionale, permettendo di testare metodologie e tecniche di realizzazione della carta e di ideare ed applicare metodologie di valutazione ambientale dei biotopi cartografati.

A partire dal 2004, terminata la fase sperimentale, i lavori sono stati articolati per ambiti regionali, anche grazie alla partecipazione attiva di diverse Amministrazioni Regionali, Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ed Enti Parco.

Nel 2009 l’ISPRA avviò quindi i lavori per Carta della Natura a scale di maggior dettaglio rispetto a quella standard di 1:50.000 (scale 1:25.000, 1:10.000 o ancora meno), accogliendo le richieste dei diversi soggetti partecipanti al progetto di dotarsi di uno strumento di conoscenza del territorio conforme agli standard progettuali di Carta della Natura ma con un dettaglio adeguato alle loro esigenze istituzionali.

Tale maggiore dettaglio avrebbe consentito la realizzazione di ulteriori prodotti utilizzabili per diversi scopi applicativi quali il completamento della rete Natura 2000, l’individuazione di reti ecologiche[18][19][20] a scala regionale[21] e locale[22][23], studi accurati per la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) e la Valutazione di Incidenza (V.Inc.A.) nonché coadiuvare sia l’attività pianificatoria di livello locale sia la progettazione di azioni di tutela e di valorizzazione dell’ambiente favorendo la partecipazione dei cittadini come previsto dalla Convenzione di Aarhus.

Questo filone di attività si inserisce organicamente nel disegno complessivo di Carta della Natura e nella sua concezione multiscalare con una differenza sostanziale rispetto alle scale 1:50.000 e 1:250.000. Lo scopo finale non sarebbe infatti quello di coprire l’intero territorio nazionale, ma solo porzioni di territorio circoscritte, di particolare interesse ecologico-ambientale, individuate dalle istituzioni locali.

Adozione[modifica | modifica wikitesto]

La legge 394/1991 non ha previsto alcun termine per l’adozione del suddetto documento essendo questo uno strumento “dinamico”[24] in funzione dei cambiamenti “subiti” nel corso del tempo degli elementi costitutivi del territorio (dinamiche demografiche, usi del suolo, stato e ampiezza degli habitat, variazioni fisiografiche, ecc ...).

E’ adottata, su proposta del Ministro dell'Ambiente, dal Comitato per le aree naturali protette (organo ora sostituito, a seguito della soppressione dello stesso Comitato operata dall’art. 7, comma 1, del D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano).

Stato attuale[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alla "Carta delle Unità Fisiografiche dei Paesaggi Italiani", come detto sopra, attualmente sono state completate le "Carte degli Habitat"[25] delle regioni Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli-V.G., Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Risultano in fase di completamento le "Carte degli Habitat" della Provincia Autonoma di Trento e delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Calabria.

Non sono disponibili attualmente carte per la Provincia Autonoma di Bolzano e per le regioni Piemonte e Lombardia.

Nel 2019, infine, è stata redatta la nuova "Legenda nazionale per la cartografia degli habitat."[26]

Link[modifica | modifica wikitesto]

ISPRA - Sistema Carta della Natura

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) “Il sistema Carta della Natura come fonte di dati ed informazioni per l'attività pianificatoria”, in Reticula, Numero monografico, n. 16, ISPRA, 2017.
  2. ^ Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici., Il Progetto Carta della natura alla scala 1: 250.000 : metodologia di realizzazione, APAT, 2003, ISBN 88-448-0084-5, OCLC 860393038. URL consultato l'8 novembre 2020.
  3. ^ Angelini, P. et al., "Carta della Natura come strumento per la caratterizzazione ecologica dei sistemi idrici", in "l'aquaonline" (Magazine online dell'Ass.ne Idrotecnica Italiana), 4 maggio 2016.
  4. ^ La Camera dei Deputati : X Legislatura : Documenti : Progetti di Legge : Lavori preparatori : Atto parlamentare 5061, su legislature.camera.it. URL consultato l'11 novembre 2020.
  5. ^ Lagge 394/1991 (testo originale), su gazzettaufficiale.it.
  6. ^ Legge 394/1991 (testo coordinato), su normattiva.it.
  7. ^ (IT) Tutela della connettività ecologica del territorio e infrastrutture lineari, su isprambiente.gov.it, ISPRA, 2008.
  8. ^ "Patrimonio naturale" (definizione), su unesco.it. URL consultato l'8 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
  9. ^ Art. 9 costituzione, su Brocardi.it. URL consultato l'11 novembre 2020.
  10. ^ LEGGE 24 novembre 1978, n. 812 "Adesione alla convenzione internazionale per la protezione degli uccelli, adottata a Parigi il 18 ottobre 1950, e sua esecuzione."..
  11. ^ "Convenzione per la protezione degli uccelli utili all'agricoltura" fatta a Parigi il 19 marzo 1902 (non sottoscritta, all'epoca, dall'Italia).
  12. ^ LEGGE 6 aprile 1977, n. 184 "Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, firmata a Parigi il 23 novembre 1972."..
  13. ^ LEGGE 3 dicembre 1971, n. 1102 (artt. 14-15), su normattiva.it.
  14. ^ "Carta della Montagna".
  15. ^ "Carta della Montagna" (Monografie regionali).
  16. ^ Legge 157/1992 (testo multivigente), su normattiva.it.
  17. ^ “Carta dei tipi e delle unità fisiografiche di Paesaggio d’Italia”, ISPRA, 2003.
  18. ^ Guccione, M., Gori, M.; D’Ambrogi, S.; Rago G.; Nazzini, L., RETI ECOLOGICHE: EVOLUZIONE DI UN CONCETTO - Dal modello strutturale a quello gestionale [collegamento interrotto], in Conferenza ISPRA sulla Biodiversità, 24-26 novembre 2010.
  19. ^ Battisti, Corrado., Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche : un contributo teorico e metodologico con particolare riferimento alla fauna selvatica, Provincia di Roma. Assessorato alle politiche agricole, ambientali e Protezione civile, 2004, ISBN 88-900297-6-5, OCLC 799551112. URL consultato il 9 novembre 2020.
  20. ^ Ferrarini, A., Rossi, P. e Ferrari, I., Reti Ecologiche: principi e metodi. (PDF), in LIFE Econet Reti Ecologiche, 2003.
  21. ^ (IT) Melis, G. (Tesi di dottorato), Nuovi paradigmi per le reti ecologiche: definizione di una metodologia GIS per l’analisi territoriale finalizzata all’individuazione e alla gestione di reti ecologiche alla scala del paesaggio (PDF), Università degli Studi di Sassari - Facoltà di Architettura di Alghero, A.A. 2009/2010.
  22. ^ AA.VV., "Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale. Indirizzi e modalità operative per l'adeguamento degli strumenti di pianificazione del territorio in funzione della costruzione di reti ecologiche a scala locale.", Roma, APAT/INU, 2003.
  23. ^ Brunialti, T., "Biodiversità e pianificazione urbanistica: un modello di rete ecologica per il Comune di Trento" (PDF), in Conferenza ASITA, Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali., 2014.
  24. ^ Sistema "Carta della Natura" (WebGIS), su isprambiente.gov.it, ISPRA.
  25. ^ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Italia). Servizio Carta della Natura. e Progetto Carta della Natura., Gli habitat in Carta della Natura : schede descrittive degli habitat per la cartografia alla scala 1-50000, ISPRA, [2009], ISBN 978-88-448-0382-7, OCLC 912461051. URL consultato l'8 novembre 2020.
  26. ^ "Legenda nazionale per la cartografia degli habitat.", Roma, ISPRA.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]