Brittia

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Brittia (greco: Βριττία), secondo Procopio (De bello Gotico, 4.20, scritto nel 540), fu un'isola mitologica nella cultura degli abitanti dei Paesi Bassi durante il dominio franco (all'incirca la costa atlantica dell'Austrasia). Corrispondeva sia ad un'isola reale usata per la sepoltura, che alla mitologica isola dei beati, dove finivano le anime dei morti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La Brittia di Procopio si trova a non più di 200 stadia (15 chilometri) dalla terraferma, tra la Britannia (la Bretagna del tempo includeva l'odierna Normandia, le Fiandre e parte della Frisia, fino alle foci della Schelda e del Reno) e Thule (Scandinavia), proprio di fronte alla foce del Reno. Tre popoli la abitavano: Angli, Frisoni e Britanni. Quindi Brittia corrisponderebbe alla Gran Bretagna.

Procopio ci racconta che:

«Essi pensavano che le anime dei morti venissero portate su quest'isola. Sulla costa del continente abitavano sotto il controllo dei Franchi, ma senza l'obbligo di pagare tasse, pescatori ed agricoltori, il cui dovere era quello di traghettare le anime. Questo compito veniva svolto a turno. Coloro ai quali toccava di notte, andavano a dormire al crepuscolo; a mezzanotte sentivano bussare alla loro porta, ed divano deboli voci che li chiamavano. Si alzavano immediatamente, e vedevano navi vuote, non le loro ma alcune strane, salivano a bordo e salpavano le ancore. Durante il viaggio, sentivano la nave carica, e le balene a filo dell'acqua. Ma anche di loro non ne vedevano nessuna, ed in un'ora toccavano terra, mentre solitamente il viaggio con le loro navi durava un giorno ed una notte. Arrivati a Brittia, la nave si svuotava rapidamente, e diveniva tanto leggera da bagnare solo la chiglia. Nessuno dalla barca o durante l'attracco vedeva gente a terra, ma tutti sentivano voci che chiedevano ad ognuno nome e provenienza. Le donne che avevano attraversato davano il nome del marito»

Vi sono stati tentativi di identificare il luogo esatto da cui queste navi salpavano dalle coste galliche; Villemarqué suggerì un luogo nei pressi di Raz, Armorica, in cui ancora si trova il toponimo baie des âmes / boé ann anavo "baia delle anime".

Grimm dice che sul fiume Tréguier, in Bretagna, è ancora in uso la tradizione di trasportare i morti in chiesa utilizzando barche, su un piccolo braccio di mare chiamato passage de l'enfer, invece di seguire una più breve strada via terra.

I concetti di Procopio sono stati riaffermati da Tzetzes (to Lycoph, 1204) nel XII secolo; ma molto prima, all'inizio del V secolo, Claudiano aveva sentito parlare di quelle coste galliche come di un luogo di incontro di fantasmi.

Non lontano da questa regione si trovano la Britannia, terra dei Senoni, ed il Reno. Grimm paragona questa storia ai carri volanti dei Bretoni, ed alle tradizioni bardiche secondo le quali le anime, per raggiungere l'aldilà, devono navigare sul lago del terrore e delle ossa dei morti, lungo la valle della morte, fino a raggiungere il mare dove le coste si affacciano sull'abissale bocca degli inferi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]