Boario (Gromo)

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Boario
frazione
Boario – Veduta
Boario – Veduta
La parrocchiale di San Bartolomeo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Comune Gromo
Territorio
Coordinate45°58′14.2″N 9°56′51.79″E / 45.97061°N 9.94772°E45.97061; 9.94772 (Boario)
Altitudine900 m s.l.m.
Abitanti250[1]
Altre informazioni
Cod. postale24020
Prefisso0346
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiboaresi
Patronosan Bartolomeo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Boario
Boario

Boario [boˈaːɾjo] (Boér [boˈeɾ] in dialetto bergamasco[2]) è una frazione di Gromo paese in provincia di Bergamo dell'alta val Seriana, la frazione parte dal fondovalle lungo la parete a est del fiume Serio fino alla località Spiazzi, ed è la frazione più abitata. L'etimologia deriva dall'essere sempre stato un luogo destinato all'allevamento del bestiame. Una pergamena del 1179 riporta Paulus de Boero[3].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La frazione è situata sulla parte sinistra orografica del fiume Serio, e dista 1,79[4] km dal capoluogo e a 900 m s.l.m. inizia con la località Valzella fino a raggiungere il centro più antico dove è presente una chiesa barocca dedicata a san Bartolomeo.

Dal fondovalle la frazione era raggiungibile fino agli anni '50 del Novecento, da un sentiero lastricato detto mulattiera ancora percorribile, anche se in più parti tagliato dalla strada asfaltata. Con la realizzazione della nuova strada è dagli inizi degli anni '70, è iniziata una lenta urbanizzazione della frazione, specialmente per la villeggiatura milanese con la costruzione di seconde case, diventando una località turistica per gli amanti della montagna e degli sporti invernali, grazie agli impianti di risalita che si trovano più a monte nella località Spiazzi[5].

Boario è parte del Parco Regionale delle Orobie[6].

Monte Redondo

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia della frazione segue le vicende del capoluogo, anche se durante il periodo dell'unione dei comuni di Gromo, Valgoglio, Gandellino e Ardesio, unione chiamata la quadra che decorse dal 1610, la località sembra voler avere una sua autonomia, risale infatti al 1612 la divisione del territorio dal capoluogo, per poi ricongiungersi a Gromo nel 1621[7].

Saranno le testimonianze dei pastori della frazione a documentare l'accaduto del 1 novembre 1666 sul capoluogo trovandosi sulla facciata della valle posta di fronte alla frana[8].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Bartolomeo[modifica | modifica wikitesto]

Della chiesa, dedicata a san Bartolomeo non si conoscono le origini, venne citata per la prima volta in un atto notarile di Stefano Robardi nel 1429, visitata nel 1575 da San Carlo Borromeo in vista pastorale[9] e poi nominata Parrocchia dal Vescovo Daniele Giustiniani nel 1677. L'architrave sull'ingresso posto sul lato a sud riporta la data 1572, data di una prima ristrutturazione[10]: La facciata settecentesca, così come il lato destro, è preceduto da un portico e si affaccia sulla vecchia strada comunale.[11]

In essa si trovano opere di pregio, tra cui il polittico dei Marinoni dipinto a più mani nel corso degli anni. Iniziato da Antonio Marinoni, proseguito poi dal figlio Ambrogio, e consegnato nel 1551 con un documento che nomina unam anchonam in qua erat sculpta Imago Sancti Bartholomei et aliorum Sanctorum adorata[12], quanto anche questo era morto nel frattempo, tanto che nel 1563 dato il mancato pagamento del saldo dell'opera, la vedova di quest'ultimo, Giulia Pedruzzi, incaricò due pittori per la sua ultimazione Nicola Boneri, sostituito da Giovan Antonio Agnelli, e Giovanni Battista Moroni.[13] La pala della “Natività e santi”, datata 1777, posta sull'altare di destra è opera di Saverio Dalla Rosa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Approssimativamente
  2. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  3. ^ Bartolo Pasinelli, Gromo nel XV secolo, Corponove.
    «Quando ala fondazione, in pergamena del 1179, si legge di certo Paoulus de Boero»
  4. ^ La frazione di Boario, su italia.indettaglio.it, Italia in dettaglio. URL consultato il 7 aprile 2016.
  5. ^ Spiazzi di Gromo, su spiazzidigromo.it. URL consultato il 6 aprile 2016.
  6. ^ Parco delle orobie Bergamasche, su parcoorobiebergamasche.geostu.globogis.eu, GFMaplet. URL consultato il 6 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
  7. ^ Comune di Gromo, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni culturale. URL consultato l'11 luglio 2017.
  8. ^ Gabriele Medolago, La rovina del Goglio, comune di Gromo e Valgoglio, 2015.
  9. ^ Virgilio Fenaroli, La chiesa di Gromo fede arte storia, Parrocchia di Gromo.
    «da atti del 1529 emerge che la Chiesa aveva il cimitero e che esisteva la confraternita dei Disciplini e la scuola della Beata Vergine Maria»
  10. ^ Chiesa di San Bartolomeo Boario Gromo, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 6 aprile 2016.
  11. ^ Chiesa di San Bartolomeo, su gromo.eu, Ufficio turistico Gromo. URL consultato il 6 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2016).
  12. ^ Gianluca Zanelli, Boario, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 gennaio 2016.
  13. ^ Marinoni Giovanni, su cassiciaco.it, Associazione socio culturale S.Agostino.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Gromo, Gromo, Comune di Gromo, 1972.
  • Bortolo Pasinelli, Gromo nel XV secolo, Bergamo, Corponove, 2011.
  • Alessandro Brambilla Angelo Gamba, Boario di Gromo:paese dell'Alta Valle Seriana, Bergamo, Ferrari, 1994, OCLC 800253901.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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