Coordinate: 44°27′14.4″N 6°55′34.68″E

Bivacco Bonelli

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Bivacco Roberto Bonelli
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Altitudine2 330 m s.l.m.
LocalitàAcceglio
CatenaAlpi Cozie
Coordinate44°27′14.4″N 6°55′34.68″E
Dati generali
Inaugurazione1987
ProprietàComune di Acceglio
Periodo di aperturasempre aperto previa ritiro chiavi
Capienza12 posti letto
Locale invernale12 posti
Mappa di localizzazione
Map

Il bivacco Roberto Bonelli è un bivacco situato nel comune di Acceglio, in alta valle Maira, nelle alpi Cozie, ad una quota di 2.330 m s.l.m.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il bivacco, edificato per iniziativa privata, fu inaugurato nel 1987.[1]

Caratteristiche e informazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il bivacco sorge sulle sponde del lago di Apzoi (o "di Apsoi"), in comune di Acceglio. È una struttura in legno, con tetto a due falde, dotata di impianto elettrico alimentato da pannelli fotovoltaici.[1] Benché sempre accessibile, è chiuso a chiave; le chiavi si possono ritirare presso il bar Ciarbonet di Ponte Maira.

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

La via d'accesso più diretta è dalle sorgenti del Maira, lungo il sentiero S13.[1]

Ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Traversate[modifica | modifica wikitesto]

Il bivacco si trova sul percorso del sentiero Roberto Cavallero, del quale costituisce il punto d'appoggio per il pernottamento tra la seconda e la terza tappa. Mediante questo sentiero, è possibile la traversata da e verso i punti tappa attigui, ovvero il bivacco Barenghi ed il bivacco Enrico e Mario.[1] Si trova inoltre sul percorso del sentiero Pier Giorgio Frassati della valle Maira, un percorso ad anello con origine alle sorgenti del Maira.[2]

Altri motivi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi del bivacco sorgono i resti di alcune opere del Vallo Alpino del Littorio. Si tratta delle opere dei centri del Passo della Cavalla e delle Munie, costituiti da alcune casermette della Guardia alla Frontiera e da diversi malloppi di opere difensive (postazioni per mitragliatrice e cannone anticarro), in gran parte demoliti dopo la seconda guerra mondiale.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d P. e G. Boggia, 2006; itinerario 61
  2. ^ P. e G. Boggia, 2006; itinerario 66
  3. ^ Vaschetto, 2008; capitolo 15

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piera e Giorgio Boggia, La valle Maira. Ambiente, cultura, escursioni, con aggiornamenti di Marina Pellerino, L'Arciere, Dronero (CN), 2006, ISBN 9788888969183
  • Diego Vaschetto, Strade e sentieri del Vallo Alpino, Edizioni del Capricorno, Torino, 2003, ISBN 9788877070241

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]