Bianca Ceva

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Bianca Ceva al centro, tra i fratelli Adele e Umberto, ca 1918

Bianca Ceva (Pavia, 10 aprile 1897Milano, 18 giugno 1982) è stata una critica letteraria e traduttrice italiana, partigiana aderente al Partito d'Azione [1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureata in Lettere all'Università degli Studi di Pavia e in seguito anche in Filosofia, ebbe modo di frequentare intellettuali antifascisti come Benedetto Croce[2], Tommaso Gallarati Scotti, Francesco Flora e Umberto Zanotti Bianco. Si dedicò all'insegnamento sino al 1931 quando venne espulsa dalla docenza perché antifascista aderente al movimento politico Giustizia e libertà di cui il fratello Umberto, suicidatosi in carcere nel 1930, era stato fondatore e militante con Ferruccio Parri, Riccardo Bauer ed Ernesto Rossi.[3] Continuò a lavorare alla Pinacoteca di Brera e a opporsi al regime fascista iscrivendosi al Partito d'Azione[4].

Dopo la caduta di Mussolini riprese nell'agosto del 1943 a insegnare al Liceo Beccaria di Milano che lasciò per entrare attivamente nella Resistenza. Nel dicembre 1943 Bianca Ceva fu arrestata e nell'agosto del 1944 sottoposta a giudizio e condannata presso il Tribunale militare di Milano che la rinviò per una nuova condanna al Tribunale Speciale. Nell'ottobre dello stesso anno la professoressa riuscì a evadere dal carcere dove si trovava in attesa di giudizio e a raggiungere i partigiani dell'Oltrepò Pavese[5].

Tornata a insegnare dopo la Liberazione nel 1945, fu preside del Liceo Beccaria e segretaria generale dal 1955 al 1971 dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia[6][7].

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò a tradurre giovanissima dall'inglese opere di Bertrand Russell (I problemi della filosofia, Milano, Sonzogno, 1922) e John Stuart Mill (Autobiografia: pagine scelte, Milano, Società Editrice Unitas, 1927); nel 1951 uscì presso la Biblioteca Universale Rizzoli la prima delle sue traduzioni delle opere di Tacito, ancora ristampate nel 2012[8]; fu autrice di numerosi saggi su argomenti storici, filosofici e letterari per riviste quali la "Nuova rivista storica", "La Rassegna d'Italia", "Nuova Antologia". Molte sue opere sono state dedicate alla lotta antifascista, libri e saggi pubblicati soprattutto su " Il movimento di liberazione in Italia", la rivista dell'Istituto di cui fu segretaria.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Santorre di Santarosa, Milano, Leonardo, 1943 [9]
  • Storia di una passione: 1919-1943, con una lettera di Benedetto Croce, Milano, Garzanti, 1948[10]
  • Tempo dei vivi: 1943-1945, Milano, Ceschina, 1954[11]
  • 1930: retroscena di un dramma, Milano, Ceschina, 1955; dedicato al suicidio del fratello (ristampa Modena-Bobbio, Pontegobbo, 2010)
  • Cinque anni di storia 1940-1945: da lettere e diari di caduti, Milano, Edizioni di Comunità, 1964 [12]
  • Brunetto Latini: l'uomo e l'opera, Milano-Napoli, R. Ricciardi, 1965[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ANPI
  2. ^ Nel 1936 la Ceva fece visita a Croce nella Villa di Alessandro Casati per consegnargli una lettera di Riccardo Bauer, critica verso la decisione di donare come "oro alla patria" la sua medaglietta di senatore; il colloquio (riferito in B. Ceva, Una testimonianza su Benedetto Croce, "Nuova Antologia", 1977, pp. 142-5) fu "concitato", e la Ceva riferisce "dell'autentico dramma che le sue parole avevano riacceso e acuito nell'animo di Croce", che concluse dicendo, "dica che io sono sempre lo stesso, che sono sempre con loro" (Gennaro Sasso, Per invigilare me stesso, Bologna, Il mulino, 1989, pp. 283-4)
  3. ^ Noemi Crain Merz, L' illusione della parità: donne e questione femminile in Giustizia e libertà e nel Partito d'azione, Milano, Angeli, 2013, p. 21
  4. ^ Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia moderna, Volume 10, pp. 146-7, Milano, Feltrinelli, 2002
  5. ^ Arturo Colombo, Corriere della Sera, 11 novembre 2012, p. 9
  6. ^ INSMIL - Segretari e direttori, su italia-resistenza.it. URL consultato il 28 dicembre 2014.
  7. ^ Giorgio Rochat, Capire per combattere. Collotti e l'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione negli anni Sessanta e Settanta, in Simonetta Soldani, Enzo Collotti e l'Europa del Novecento, Firenze University Press, 2011, pp.167-168
  8. ^ elenco in SBN Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
  9. ^ "Bellissime le pagine della Ceva su Santorre di Santarosa!" (Alfonso Casati, Lettere dal fronte, Milano, Ceschina, 1960, p. 149
  10. ^ La lettera di Croce, indirizzata ad Alessandro Casati, fu pubblicata successivamente in B. Croce, Epistolario II. Lettere ad Alessandro Casati 1907-1952, Napoli, Istituto italiano per gli studi storici, 1969; Croce invita Casati a presentare i suoi "ossequi all'ottima signorina Ceva", e continua: "Ella non ha recato aneddoti o particolari poco noti; ma ha ritratto la vita intiera di quel periodo, e ciò ha fatto con verità e perspicuità. Meminisse iuvabit, se anche questo ricordo è per noi sempre doloroso e non abbastanza confortato dalla visione del presente"
  11. ^ Recensione di Guido Quazza cit. in Guido Quazza: l'archivio e la biblioteca come autobiografia, a cura di L. Boccalatte, Milano, Franco Angeli 2008, p. 267
  12. ^ Recensione di Renzo De Felice cit. in Renzo De Felice, studi e testimonianze, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2002, p. 357
  13. ^ Giudicata "the standard biography of Latini" da Ronald G. Witt , In the Footsteps of the Ancients: The Origins of Humanism from Lovato to Bruni, Leiden, Brill, 2000, p. 178

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Enzo Alfieri, Bianca Ceva, combattente per la liberta, "Il risorgimento", 34/3 (1982), pp. 166–171
  • Arturo Colombo, Bianca Ceva, impegno al femminile, "Il risorgimento", 1989, pp. 171–182

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN242428497 · ISNI (EN0000 0003 8589 0139 · SBN CFIV043426 · LCCN (ENno2010050231 · J9U (ENHE987007314146205171 · CONOR.SI (SL94677603 · WorldCat Identities (ENlccn-no2010050231