Bevadoro

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Bevadoro
frazione
Bevadoro – Veduta
Bevadoro – Veduta
Villa Tretti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Padova
Comune Campodoro
Territorio
Coordinate45°30′37″N 11°44′30″E / 45.510278°N 11.741667°E45.510278; 11.741667 (Bevadoro)
Altitudine23 m s.l.m.
Abitanti1 180[1]
Altre informazioni
Cod. postale35010
Prefisso049
Fuso orarioUTC+1
Patronosan Leonardo
Giorno festivo6 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bevadoro
Bevadoro

Bevadoro, in precedenza Bevadòr (dal latino bibatorium, abbeveratoio), è frazione del Comune di Campodoro, in Provincia di Padova. Fu comune autonomo fino agli inizi dell'Ottocento, durante il Regno Lombardo-Veneto[2]. Nel 1866, dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, con Campolongo Minore diede origine all'attuale Comune di Campodoro. Le prime notizie sul paese risalgono a uno statuto del 1231. In epoca medievale Bevadoro ospitava un ostello per pellegrini lungo una via custodita dai Templari prima e dai Cavalieri di Malta poi. L'ostello, posto a un giorno di cammino tra Padova e Vicenza, era annesso alla chiesa di San Giovanni Battista, oggi scomparsa. Dal 1404 al 1797, Bevadoro appartenne alla Repubblica di Venezia. La Parrocchia di San Leonardo in Bevadoro fa parte della Diocesi di Vicenza. Il paese è attraversato dalla pista ciclabile Treviso-Ostiglia, realizzata sul sedime dell'omonima ex ferrovia militare (ferrovia Treviso-Ostiglia). La stazione ferroviaria di Bevadoro, denominata inizialmente "Campodoro-Camisano" e in seguito "Campodoro", è attualmente chiusa. L'economia del paese si basa sull'agricoltura e l'artigianato. In ambito agricolo, piccole aziende si alternano ad alcune di più grandi dimensioni centrate sulla produzione di mais e soia, nonché sulla zootecnia. L'ambito artigianale, di più recente insediamento (fine anni '70), è rappresentato da alcune piccole e medie imprese.

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Torre Rossa

Il monumento più insigne del territorio è la Torre Rossa, o Torre degli Ezzelini, una costruzione risalente al XIII secolo e avente funzione difensiva tra Padova e Vicenza. Si tratta dell'unico ma imponente complesso fortificato fatto erigere da Ezzelino II da Romano lungo le rive del fiume Ceresone. Sorge appena al di là del confine con Camisano Vicentino. Nella Torre Rossa pare si trovasse la cosiddetta "prigione della goccia". Divenuta nel tempo abitazione privata, la torre subì un continuo deterioramento delle strutture portanti fino al crollo del tetto e dei piani interni avvenuto negli anni settanta. Passò di mano alla metà degli anni Ottanta e il nuovo proprietario la ristrutturò con gli edifici annessi per poterla utilizzare sia come abitazione privata che a scopo commerciale (gli edifici adiacenti ospitano un ristorante). Giuseppe Cioffi, proprietario dell'antico complesso, scrive nel 1997: "Stiamo continuando nell'ardua impresa di dare alla Torre non solo la sicurezza statica, ma anche il futuro che la conservi al mondo della storia e dell'arte. Fin dall'inizio si è voluto doverosamente rispettare ogni mattone e ogni granello di calce del monumento. Si è continuamente ricercato, nelle capacità architettoniche e nelle costruzioni annesse successivamente, le possibilità di essere vissuta. Il monumento nel suo complesso dovrà esplicare le migliori fattività culturali, economiche e turistiche, che le daranno la capacità di continuare a testimoniare nel Veneto e al mondo l'architettura, l'arte e la storia del medioevo e del Rinascimento.”

Altri monumenti:

  • Chiesa di San Leonardo, costruita nel 1828 in sostituzione di un'antichissima chiesa (che sorgeva sull'area dell'attuale cimitero) dipendente dalla Pieve di Santa Maria di Camisano.
  • Villa Tretti, già Palazzo Widmann-Rezzonico, risalente in parte al XVII secolo ma completamente rimaneggiata nei primi anni del Novecento dall'architetto veneziano Giuseppe Torres.
  • Tabacchificio Tretti, imponente struttura di archeologia industriale risalente al XIX secolo, funzionale all'essiccazione del tabacco localmente prodotto fino alla seconda guerra mondiale.
  • Barchessa, complesso agricolo in disuso, risalente al XVIII secolo, comprendente un mulino ad acqua sulla roggia Limenella, utilizzato a metà del Novecento per la produzione locale di energia elettrica.

Feste popolari[modifica | modifica wikitesto]

  • San Leonardo, 6 novembre.
  • San Giovanni Bosco, 31 gennaio.
  • Bevadoro senza frontiere, terzo fine settimana di luglio (ultima edizione anno 2017).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nel sito della CEI.
  2. ^ «Bevador: comune del reg. Lom.-Ven, che fa parte di un distr. della prov. di Padova» (cit. in Dizionario geografico universale statistico-storico-commerciale, tomo I, parte II, Venezia, 1827, p. 516.)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gino Segato, Bevadoro: cenni storico-descrittivi, 1925, Piazzola.
  • Olinto Revrenna, La chiesa e la parrocchia di Bevadoro, 1960, Padova.
  • Giampaolo Cagnin, Inventari e atti amministrativi di case templari nel Veneto: 1309 Bevadoro, Sacra Militia, n. 1, 2000, pp. 57-99.
  • Riccardo Domenichini (a cura di), Giuseppe Torres 1872-1935. Inventario analitico dell'archivio, 2001, Padova.
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