Battaglia di Saorgio (1793)

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Battaglia di Saorgio
parte delle Guerre rivoluzionarie francesi
Il Massiccio dell'Authion fotografato nel 2005
Data8-12 giugno 1793
LuogoSaorgio
EsitoVittoria austro-piemontese
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
10.000 - 12.00017.000
Perdite
Sconosciute1532[1]
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La prima battaglia di Saorgio fu uno scontro verificatosi tra l'8 e il 12 giugno 1793 e che vide contrapporsi l'esercito francese comandato da Gaspard de Brunet e l'esercito austro-piemontese guidato da Joseph Nikolaus De Vins.

Nonostante in questa fase della guerra della prima coalizione i francesi avessero ottenuto molte vittorie, i loro esercito fu pesantemente sconfitto dall'esercito piemontese a austriaco ad Authion e sul valico Col de Braus. In questo contesto, Saorgio, all'epoca paese controllato dai Savoia, era diventato un punto strategico fondamentale per i francesi, in quanto li avrebbe aperto una sicura via per il Piemonte.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'inverno del 1792, la Francia rivoluzionaria inviò due armate proprio al confine col Regno di Sardegna. A nord, si trovava l'Armée des Alpes comandata dal generale François Christophe Kellermann, mentre a sud fu inviata l'Armata d'Italia, guidata da Jacques Bernard d'Anselme, di stanza a Nizza. Anselme voleva organizzare una spedizione navale contro Roma, tuttavia il governo francese respinse la sua richiesta, continuando a sottolineare l'importanza di attaccare il Piemonte. Anselme fu dunque sospeso dal suo incarico il 16 dicembre 1792 e fu temporaneamente sostituito con Gaspard de Brunet.[2]

Temendo per l'incolumità del suo regno, nel 1792, Vittorio Amedeo III chiese all'Austria di inviare un'armata a difenderli e il 21 dicembre quest'ultima inviò un piccolo contingente comandato dal generale Joseph Nikolaus De Vins. L'arrivo dell'esercito austriaco allarmò i francesi, i quali aprirono immediatamente un canale diplomatico con i piemontesi, nella speranza che Vittorio Amadeo III congedasse l'amata austrica.[3] Tuttavia, il 21 gennaio 1793, l'esecuzione di Luigi XVI indusse Vittorio Amedeo III a chiudere ogni rapporto diplomatico con la Francia. Il re piemontese iniziò allora a organizzare il dispiegamento delle truppe sul confine, al fine di prevenire un possibile attacco francese. Il duca del Monferrato controllava un manipolo di truppe collocate sul colle del Piccolo San Bernardo, prevenendo una possibile invasione francese che passasse dalla Valle d'Aosta. Giuseppe Amedeo Sallier de la Tour, marchese di Cordon, comandava 14 battaglioni che controllavano la Val di Susa, mentre il generale Giovanni Provera controllava il Colle dell'Agnello, nei pressi del Monviso. Ancora più a sud, il marchese Carlo Thaon di Sant'Andrea stanziò fra i 10.000 e i 12.000 soldati per difendere Saorgio.[3]

Dopo un iniziale scontro a Levenzo che vide prevalere le truppe austro-piemontesi, la Francia rivoluzionaria ordinò l'attacco contro Saorgio.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

L'esercito piemontese occupava principalmente il paese di Saorgio e i dintorni. Infatti, da Saorgio si estendeva una lunga linea di fortificazioni, che iniziava dalla sponda occidentale della Roia proseguendo verso ovest e attraversando il Massiccio dell'Authion e il Col de Braus, mentre il villaggio di Roquebillière segnava l'estremità occidentale della linea. Nonostante l'efficiente organizzazione militare e strategica delle truppe austro-piemontesi, queste ultime furono molto svantaggiate dai continui asti fra i generali austriaci De Vins e Colli e il loro superiore Carlo Thaon, il che rese frequenti gli atti di ammutinamento.[3]

Carlo Thaon di Sant'Andrea ritratto nel 1800.

Dopo le insistenti richieste che il governo francese inviò a Brunet affinché questi desse inizio alla battaglia, il generale francese diede il via all'offensiva l'8 giugno, riuscendo a occupare rapidamente il monte Mangiabo. Tuttavia, lo stesso giorno, 3.000 soldati furono respinti in un attacco al Col de Braus dalle truppe austro-piemontesi. Il 12 giugno, Brunet tentò di invadere il Massiccio dell'Authion, tuttavia le truppe francesi furono nuovamente respinte e gli austro-piemontesi diedero inizio a un contrattacco. Dopo che la potenza di fuoco francese fu indebolita, un battaglione piemontese attaccò l'esercito nemico con una manovra a tenaglia. I Francesi diedero dunque inizio a una caotica ritirata, durante la quale persero la vita molti soldati.[4]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che Brunet tentò nuovamente di attaccare Saorgio nel luglio del 1793, l'anno successivo, Bonaparte, nuovo comandante d'artiglieria dell'Armata d'Italia, elaborò una strategia differente.[3] L'esercito francese avrebbe dovuto conquistare, passando attraverso la Repubblica di Genova, Oneglia e aggirare Saorgio da est. Tale strategia fu messa in atto il 2 aprile 1794 e quattro giorni dopo incominciò la seconda battaglia di Saorgio nella quale i francesi conquistarono Oneglia, Ormea, Garessio e il 28 aprile Saorgio, sconfiggendo le truppe austro-piemontesi comandate da Michele Colli.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ French Army of Italy, 7 June 1793 (PDF), su cgsc.edu. URL consultato il 4 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ Austro-Sardinian Army, 8 June 1793 (PDF), su cgsc.edu. URL consultato il 4 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ a b c d BURP - the other wine book, su google.it. URL consultato il 4 marzo 2016.
  4. ^ Battle of Saorgio (PDF), su cgsc.edu. URL consultato il 4 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ Annals of the Wars of the Eighteenth Century, su books.google.it. URL consultato il 15 agosto 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]