Armando Lucifero

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Busto di Armando Lucifero realizzato da Francesco Jerace.

Il marchese Armando Maria Lucifero di Aprigliano (Crotone, 18 settembre 1855Roma, 27 dicembre 1933) è stato un nobile, poeta, scrittore, storico, numismatico, archeologo e naturalista italiano[1].

Stemma della famiglia Lucifero
Lucifero
Blasonatura
Troncato d’azzurro e rosso divisa d’argento al capo di due stelle d’oro ad una luna crescente d’argento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Busto di Armando Lucifero a Crotone, nella piazza a lui dedicata.

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Era profondamente innamorato della sua terra natale, la Calabria. Numerose sono le collezioni ornitologiche, numismatiche e di fossili donate alla Calabria. Da ricordare è ancora la sua opera di curatore della versione dal francese dell'opera La Grande Grèce dell'archeologo e assiriologo parigino François Lenormant (1837-1883)[2].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1983, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte, il figlio Falcone si fece promotore di un Premio nazionale "Armando Lucifero" rivolto soprattutto ai giovani studiosi, dedicato alla memoria del padre e riservato ad opere storiche sulla Calabria, dalla preistoria all'età contemporanea, pubblicate negli ultimi tre anni o inedite. I premi assegnati avrebbero dovuto essere due, rispettivamente di 3 e 2 milioni di lire, offerti da Falcone Lucifero. Già nel 1936 era stato bandito un concorso per un'opera storica, vinto dalla studiosa calabrese Teresa La Cava.

Sempre in occasione della celebrazione del cinquantenario sono state ristampate due delle opere di Armando Lucifero, Mammalia Calabra e Il 1799 nel regno di Napoli, mentre una ristampa de La Magna Grecia si era avuta nel 1976.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biografia di Armando Lucifero sul sito del Comune di Crotone, su comune.crotone.it.
  2. ^ Armando Lucifero sul sito della Biblioteca di Crotone, su bibliotecadicrotone.it. URL consultato il 27 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2012).

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Controllo di autoritàVIAF (EN88933337 · ISNI (EN0000 0000 6203 3845 · SBN CFIV001661 · BAV 495/204886 · LCCN (ENn86094987 · GND (DE1079507965 · WorldCat Identities (ENlccn-n86094987