Antonello Riccio

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Antonello Riccio (attivo 1576; ... – ...; fl. XVI secolo) è stato un pittore italiano del Rinascimento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Madonna dell'Itria, chiesa di Santa Caterina di Valverde di Messina.

Antonello Riccio era il figlio del pittore Mariano Riccio di cui imitava lo stile.

Un quadro attribuito ad Antonello Riccio, raffigurante la Madonna dell'Odigitra trasportata su una cassa da religiosi basiliani fra gli apostoli San Pietro e San Paolo, è custodito a Messina nella chiesa di Santa Caterina di Valverde già tempio di Venere. Il quadro è stato donato alla chiesa nel 1981 dal rettore dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini. Opera proveniente dall'Oratorio della Santissima Trinità, custodita dopo il terremoto del 1908 e fino al 1981 nel Museo regionale di Messina.

Una Madonna della flotta è esposta al Museo nazionale di belle arti della Valletta.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Santi Simone e Giuda, Museo regionale di Messina.

Provincia di Messina[modifica | modifica wikitesto]

Messina[modifica | modifica wikitesto]

Castroreale[modifica | modifica wikitesto]

Provincia di Trapani[modifica | modifica wikitesto]

Estero[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Maritime Votive Paintings in Maltese Churches di A. Cuschieri & J. Muscat Archiviato il 25 ottobre 2008 in Internet Archive. in geocities.com
  2. ^ a b c d e f g h i j Grano - Hackert, pp. 62.
  3. ^ Giuseppe Fiumara, pp. 27.
  4. ^ a b c d e f g Grano - Hackert, pp. 61.
  5. ^ a b Giuseppe Fiumara, pp. 42.
  6. ^ Giuseppe Fiumara, pp. 53.
  7. ^ Pagina 156, Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
  8. ^ Giuseppe Fiumara, pp. 17.
  9. ^ a b c d e f g Grano - Hackert, pp. 63.
  10. ^ Pagina 37, Giuseppe La Farina, "Messina ed i suoi monumenti" [1] Archiviato il 28 luglio 2017 in Internet Archive., Messina, Stamperia di G. Fiumara, 1840.
  11. ^ Pagina 142, Antonio Bilardo, 3, 1995.
  12. ^ trapaniwelcome.it
  13. ^ Pagina 238, Achille Ferres, "Descrizione storica delle chiese di Malta e Gozo" [2], Malta, 1866.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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