Andronico Euforbeno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Andronico Comneno Euforbeno (in greco Ἀνδρόνικος Κομνηνός Εὐφορβηνός?, Andrónikos Komnenós Eúpphorbenós; 1105 - 1108 – 1163 circa) era un aristocratico e comandante militare bizantino, che fu governatore della Cilicia fra il 1162 ed il 1163.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Andronico Euforbeno era il secondo figlio di Niceforo Euforbeno Catacalo e della principessa porfirogenita Maria Comnena, figlia dell'imperatore bizantino Alessio I Comneno (r. 1081-1118)[1][2]. Nacque probabilmente intorno al 1105/1108, ma la sua vita è per lo più sconosciuta; non si sa se si sposò o ebbe una prole[3]. Nel febbraio 1147, insieme al fratello maggiore Alessio, partecipò ad un sinodo ecclesiastico nel Palazzo delle Blacherne, che depose il patriarca Cosma II Attico[4].

Euforbeno intraprese la carriera militare, ma l'unica carica di cui si ha notizia fu quella di doux (governatore militare regionale) della Cilicia, che ricoprì nel 1162-1163[2][5]. In Cilicia dovette affrontare il signore armeno locale, Teodoro II, che mirava a riaffermare l'indipendenza della regione dal dominio bizantino[5]. A seguito della campagna in Cilicia dell'imperatore Manuele I Comneno (1143-1180) nel 1158, Teodoro aveva riconosciuto la sovranità dell'imperatore. Mentre i Bizantini stabilirono il loro controllo sulla pianura della Cilicia, Teodoro rimase libero, mantenendo il controllo delle proprie forze militari e dell'entroterra montuoso, come vassallo nominale dell'imperatore[6]. Nel 1162, il fratellastro di Teodoro, Stefano, fu trovato ucciso fuori dalle mura di Tarso, dopo essere stato invitato da Euforbeno a un banchetto in città il giorno precedente. Anche se Stefano era un rivale, questo fornì a Teodoro un pretesto opportuno per attaccare i possedimenti bizantini nella zona, anche se Euforbeno negò strenuamente qualsiasi coinvolgimento nell'azione. Euforbeno non riuscì a fermare il principe armeno, che catturò le fortezze di Mamistra, Anazarbus e Vahka e ne massacrò le guarnigioni[3][7]. Nell'interesse dell'unità contro i musulmani, il re Amalrico di Gerusalemme mediò tra Teodoro e i Bizantini, facendo sì che Euforbeno venisse richiamato e sostituito con Costantino Colomanno[7][8]

La sua sorte successiva è sconosciuta[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Varzos 1984, pp. 202, 335.
  2. ^ a b ODB, "Katakalon" (A. Kazhdan), p. 1113.
  3. ^ a b Varzos 1984, pp. 335–336.
  4. ^ Varzos 1984, pp. 334–335, 335–336.
  5. ^ a b Varzos 1984, p. 335.
  6. ^ Der Nersessian 1969, p. 640.
  7. ^ a b Der Nersessian 1969, p. 641.
  8. ^ a b Varzos 1984, p. 336.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]