Andorite VI

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Andorite VI
Classificazione StrunzII/E.23-40
Formula chimicaPbAgSb3S6
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinorombico[1], ortoromcbico[2]
Classe di simmetriadipiramidale[2]
Gruppo puntuale2/m 2/m 2/m[2]
Gruppo spazialePmma
Proprietà fisiche
Densità5,35[1], 5,33-5,37[2] g/cm³
Durezza (Mohs)3[1]-3,5[1][2]
Sfaldaturanessuna[1], non osservata[2]
Fratturafragile[1][2], concoide[2]
Coloregrigio ferro scuro[1], giallo grigiastro[3], grigio scuro[3][2], grigio acciaio[3]
Lucentezzametallica[2]
Opacitàopaco[2]
Striscionero[2]
Diffusionemolto raro[1]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'andorite VI è un minerale originariamente conosciuto come andorite. In seguito, sono state trovate sei fasi diverse che si presumeva corrispondessero ad altrettanti minerali denominate coi nomi di lavoro andorite I, II, III, IV, V e VI. Successive indagini hanno appurato che l'andorite I, II e III e V in realtà corrispondevano all'andorite IV mentre l'andorite VI è risultata essere una specie a sé stante. Questo minerale è anche conosciuto con il nome di senandorite. Il numero VI indica che lungo l'asse c sono presenti sei unità.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Il minerale è associato ad altri solfuri di antimonio, piombo e stagno (antimonite, zinkenite, stannite, ecc.)[1]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

In masse compatte, ma anche in cristalli tozzi, prismatici oppure tabulari, striati[1].

Robusto prismatico e striato secondo {001}; spesso tabulare secondo {100} o meno comunemente tabulare sottile secondo {010}. Massiccio.[2]

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Baia Sprie in Romania associata ad antimonite, blenda, baritina, fluorite, siderite e quarzo; in Bolivia in campioni che possono raggiungere diversi centimetri; Morey, Nye Co. nel Nevada; nella miniera di Nakase, Yabu-gun, nella prefettura di Yogo, in Giappone, tuttavia, i ritrovamenti in questi ultimi stati si parla della varietà del minerale a cui è stato dato il nome di nakaseite[1].

Caratteristiche chimico-fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Carlo Maria Gramaccioli, II. Solfuri, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 1, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988, p. 160.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Mindat, su mindat.org.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Webmin, su webmineral.com.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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