Anastasia (balletto)

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Anastasia
Anna Anderson nel 1922
Anno1971
Prima rappr.22 luglio 1971
CompagniaRoyal Ballet
Genereballetto
MusichePëtr Il'ič Čajkovskij, Bohuslav Martinů, Fritz Winckel, Rüdiger Rüfer
CoreografiaKenneth MacMillan

Anastasia è un balletto ideato e coreografato da Kenneth MacMillan su musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij, Bohuslav Martinů, Fritz Winckel e Rüdiger Rüfer.[1] Il balletto ebbe la sua prima alla Deutsche Oper Berlin nel 1967 come atto unico e fu successivamente rielaborato da MacMillan in una versione in tre atti esordita alla Royal Opera House nel 1971.

Il balletto è incentrato sull'eponima granduchessa russa e sulla figura di Anna Anderson, che negli anni sessanta e settanta veniva creduta essere la vera Anastasia da una gran parte del pubblico, tra cui lo stesso MacMillan. Soltanto negli anni ottanta i test del DNA smentirono definitivamente questa ipotesi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una prima versione del balletto in un solo atto debuttò alla Deutsche Oper Berlin il 25 giugno 1967 con Lynn Seymour nel ruolo di Anastasia/Anna Anderson. Il balletto era ambientato nell'ospedale psichiatrico in cui la Anderson fu internata per gran parte della sua vita, inframezzato a ricordi del suo passato opulento come granduchessa di Russia. La partitura consisteva nella sinfonia n. 6 di Bohuslav Martinů e di musica elettronica originale composta da Fritz Winckel e Rüdiger Rüfer.

Quando MacMillan lasciò la carica di direttore artistico del Deutsche Oper Ballet per tornare a dirigere il Royal Ballet, riprese in mano Anastasia e lo ampliò in un balletto in tre atti.[2] Quello che fu l'unico atto portato in scena a Berlino divenne l'ultimo atto della nuova versione, i cui primi due atti erano invece dedicati all'infanzia della granduchessa e alla fine dei Romanov con la Rivoluzione d'ottobre. Le sinfonie n.1 e 6 di Čajkovskij facevano da colonna sonora al primo e al secondo atto.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Atto I[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate del 1914 la famiglia imperiale è festosamente occupata in un picnic estivo, in cui la giovanissima Anastasia si conferma come l'anima dell'evento. Ad intrattenere lo zar e la sua famiglia ci pensa un vivace gruppo di cadetti della marina. L'idillio è interrotto dall'arrivo di un messaggero che annuncia allo zar lo scoppio della guerra e i cadetti interrompono i loro passatempi per andare a combattere.

Atto II[modifica | modifica wikitesto]

San Pietroburgo, 1917. La sedicenne Anastasia debutta in società e per festeggiare l'evento due ballerini del Balletto Mariinskij si esibiscono in un elegante pas de deux. La ballerina altri non è che Matil'da Feliksovna Kšesinskaja, l'ex amante dello zar. I festeggiamenti vengono interrotti dai rivoluzionari bolscevichi, che arrestano la famiglia reale e la porta via.

Atto III[modifica | modifica wikitesto]

In un ospedale psichiatrico Anna Anderson è tormentata da ricordi confusi del suo passato, in cui i personaggi dei primi due atti si ripresentano, ma cambiati al punto di essere quasi irriconoscibili. In bilico tra i ricordi e la pazzia, Anna accetta di essere la granduchessa Anastasia e si aspetta che il mondo la riconosca come tale.

Esecuzioni[modifica | modifica wikitesto]

La versione definitiva di Anastasia ebbe la sua prima alla Royal Opera House il 22 luglio 1971 con costumi e scenografie di Barry Kay, che aveva già curato la messa in scena originale. Lynn Seymour tornò a danzare il ruolo di Anastasia, mentre il resto del cast comprendeva Antoinette Sibley, Anthony Dowell, Lesley Collier e David Wall.[3]

Dopo la morte di MacMillan, il balletto fu riportato in scena dal Royal Ballet nel maggio 1996 con modifiche minori sotto la supervisione di Deborah MacMillan, la vedova del coreografo. Bob Crowley curò la scenografia e i costumi.

Anastasia è rimasto nel repertorio del Royal Ballet e nel corso degli anni il ruolo della protagonista è stato danzato da ballerine di alto profilo, tra cui Viviana Durante, Leanne Benjamin, Mara Galeazzi, Lauren Cuthbertson, Laura Morera e Natal'ja Osipova.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Bruce R. Schueneman, Minor Ballet Composers: Biographical Sketches of Sixty-six Underappreciated Yet Significant Contributors to the Body of Western Ballet Music, Psychology Press, 1997, p. 60, ISBN 978-0-7890-0323-2. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  2. ^ (EN) Zoë Anderson, The Royal Ballet: 75 Years, Faber & Faber, 17 febbraio 2011, ISBN 978-0-571-26090-4. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  3. ^ Welcome to Royal Opera House Collections, su rohcollections.org.uk. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  4. ^ (EN) Lyndsey Winship, Anastasia /Royal Ballet, dance review: Teetering on the edge of sanity, su standard.co.uk, 27 ottobre 2016. URL consultato il 15 gennaio 2022.
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