Amore di schiava

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Amore di schiava
Paese di produzioneItalia
Anno1910
Durata281 metri[1] (16 min a 16 fotogrammi al secondo)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generestorico
RegiaEnrique Santos
Casa di produzioneCines
Interpreti e personaggi

Amore di schiava è un film del 1910 diretto da Enrique Santos, al suo esordio alla regia.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nell'antica Roma, il liberto Arsenio è innamorato senza esserne corrisposto della schiava Sira: la donna infatti ama già il suo padrone, il patrizio Marcello, uomo crudele e crapulone che la schernisce e la maltratta a ogni occasione. Un giorno, Sira rovescia per sbaglio del vino falerno che stava servendo e Marcello la fa frustare per punizione, senza che Arsenio possa intervenire. Il liberto la riporta, svenuta, nei suoi alloggi, dove giura sul suo capezzale che la vendicherà del torto subito. La notte si introduce nella camera da letto di Marcello e lo pugnala: ma, a causa dell'oscurità, scopre troppo tardi che è stata Sira, che aveva intuito il suo piano, a ricevere il colpo al suo posto. Marcello si sveglia e, capendo la portata della devozione di quella persona che aveva così spesso disprezzato, scoppia a piangere abbracciando Sira che, dal canto suo, muore felice accanto all'amato.[2][3]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Film nº 319 del Catalogo Cines 1911, nel quale è segnato come di genere "storico".[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito in Italia a partire da una data non successiva all'aprile 1910.[1]

È stato distribuito in Francia col titolo Dévouement d'esclave,[4] mentre nel Regno Unito, a partire dal 26 marzo 1910,[3] e negli USA col titolo The Slave's Sacrifice.[5][3]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

«Il soggetto è gentile e tragico al tempo stesso [...] Debbo ammirare innanzi tutto la valentia di Enrico Santos, il valoroso artista che già abbiamo potuto apprezzare nei delicati soggetti della Gaumont, che mise in iscena questo lavoro con veri intendimenti d'arte. Molto bene Maria Righelli (la schiava Sara) e sobrio, dignitoso, veramente romano e talvolta fiero e violento, Augusto Bonifazi (il patrizio) che mi piacque specialmente nella scena del convito e nell'ultimo quadro che egli rende con grande drammaticità. La Cines va a poco a poco accrescendo il nucleo di artisti che sono veramente tali e che onorano la nostra arte. La messa in iscena ed i costumi ricchi e fedeli. Un lavoro romano insomma degno della casa romana che lo ha pubblicato.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Bernardini, p. 25–27.
  2. ^ a b Fersoc [alias Ferruccio Sacerdoti], Articolo, in La Cine-Fono e la Rivista Fono-Cinematografica, n. 104, Napoli, 9 aprile 1910. Citato in Bernardini, p. 25–27.
  3. ^ a b c (EN) Cines: The Slave's Sacrifice, in The Bioscope, n. 178, Londra, 10 marzo 1910, p. 55. URL consultato il 15 gennaio 2024. Ospitato su British Newspaper Archive.
  4. ^ Bernardini, p. 454.
  5. ^ Bernardini, p. 467.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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