Alumohydrocalcite

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Alumohydrocalcite
Classificazione StrunzV/E.04-30
Formula chimicaCaAl2(CO3)2(OH)4·4(H2O)[1]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinotriclino[1]
Classe di simmetriapinacoidale
Parametri di cellaa = 5,71(5) Å, b = 6,54(4) Å, c = 14,6(2) Å, α = 81,8(3)°, β = 83,9(3)° e γ = 86,5(7)°, V = 537 ų[2]
Gruppo puntuale1
Gruppo spazialeP1 (nº 2)[1]
Proprietà fisiche
Densità2,23[3] g/cm³
Durezza (Mohs)2,5[3]
Sfaldaturaperfetta secondo {100}[4]
Colorebianco, bianco-bluastro, viola, giallo chiaro[5]
Lucentezzavitrea[3]
Opacitàtraslucida[3]
Strisciobianco[5]
Diffusioneassai rara
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'alumohydrocalcite è un minerale, un carbonato idrato di alluminio e calcio appartenente al gruppo della dundasite.[1] con composizione chimica CaAl2(CO3)2(OH)4·4(H2O)[1], formula che è data in contrapposizione alla formula comunemente accettata con tre molecole d'acqua (CaAl2(CO3)2(OH)4·3H2O).[2] In alcuni testi è chiamata allumoidrocalcite.

Etimologia e storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva dalla sua composizione chimica: alumo-, per la presenza di alluminio; -hydro-, per la presenza di acqua e -calcite per la presenza di calcio.

L'alumohydrocalcite è stata descritta per la prima volta nel 1926 da Jurij Aleksandrovič Bilibin (19 maggio 1901, Rostov Velikij - 4 maggio 1952, San Pietroburgo)[6], geologo sovietico.

La sua località tipo è il villaggio di Potekhina nei pressi di Sorsk, in Chakassia (Russia).

Il suo campione tipo è conservato presso il Museo Mineralogico A.E. Fersman, di (Mosca (Russia) col numero di catalogo 77088.[4]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Nella Classificazione Nickel-Strunz l'alumohydrocalcite appartiene alla classe dei "Carbonati (nitrati)" e lì alla sottoclasse dei "Carbonati con anioni aggiuntivi, con H2O". Tuttavia è possibile trovare una suddivisione più fine in base ai cationi coinvolti, motivo per cui si trova l'alumohydrocalcite nel sottogruppo caratterizzato da "Cationi di grande e media dimensione" nel quale insieme ai minerali Para-alumohydrocalcite e Nasledovite forma il gruppo nº 5.DB.05.

Nella classificazione dei minerali secondo Dana, l'alumohydrocalcite si trova nel gruppo dei "Carbonati idrati contenenti ossidrili o alogeni" e lì nel sottogruppo con composizione "AmBn(XO3)pZqxH2O con (m+n):p = 3:2".

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in cristalli, aggregati fibrosi e sferule. Cristallizza nel sistema triclino nel gruppo spaziale P1 (gruppo nº 2)[1]; i suoi parametri reticolari sono a = 5,71(5) Å, b = 6,54(4) Å, c = 14,6(2) Å, α = 81,8(3)°, β = 83,9(3)° e γ = 86,5(7)°.[2]

Modificazioni[modifica | modifica wikitesto]

Si conoscono alcune varietà cromate che si formano tipicamente vicino ad alterazioni della cromite e dalle serpentiniti.[4] Tali modificazioni hanno gruppo spaziale P1 (gruppo nº 1).[1]

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

L'alumohydrocalcite si forma a bassa temperatura dall'azione delle acque gassate sull'allofane o sulla dickite nelle dolomiti e nei calcari.[7]

La genesi di questo minerale è secondaria; la paragenesi si ha con allofane, limonite e wad.

Oltre alla sua località tipo, il villaggio di Potekhina in Russia, l'alumohydrocalcite è stata trovata anche in Germania in una cava di dolomite vicino a Bergisch Gladbach, dalla cava Kalem, vicino a Birresborn (nell'Eifel), e a Ramsbeck nella Renania Settentrionale-Vestfalia; vicino a Ladomirov, in Slovacchia; a Bicske-Csordak´ut, in Ungheria.[4]

In Inghilterra è stata rinvenuta a Scarborough, nel North Yorkshire; a Weston Favell nel Northamptonshire e nella cava Woodleaze, a Tytherington (contea di Avon). A Montcada (provincia di Barcellona, Spagna); a Chitral, nel Khyber Pakhtunkhwa (Pakistan).[4]

Le varietà cromate si trovano nella miniera di Ruben, Kohlendorf e Nowa Ruda (Slesia, Polonia); nella miniera di [Akenobe, Prefettura di Hyōgo (Giappone).[4]

Negli Stati Uniti l'alumohydrocalcite è stata trovata nei pressi del Monte Hamilton (California).[4]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

I rari cristalli monoclini sono fibrosi o aciculari. Il colore dell'alumohydrocalcite varia dal bianco, bianco-bluastro, viola, giallo chiaro[5], mentre la sua varietà cromata ha colori che vanno dal rosa pallido o rosa brunastro al viola scuro.[4]

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

L'alumohydrocalcite è un minerale fragile con una durezza Mohs pari a 2,5[3]; è solubile in acqua calda e negli acidi. Effervescente in acido cloridrico.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Alumohydrocalcite, su mindat.org. URL consultato il 26 maggio 2024.
  2. ^ a b c (EN) Marcin Stachowicz, Jan Parafiniuk, Claire Wilson, Simon Coles e Krzysztof Woźniak, Applications of Hirshfeld surfaces to mineralogy: An example of alumohydrocalcite, and the classification of the dundasite group minerals, in American Mineralogist, vol. 100, n. 1, pp. 110-119, DOI:10.2138/am-2015-4939. URL consultato il 26 maggio 2024.
  3. ^ a b c d e (EN) Alumohydrocalcite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 26 maggio 2024.
  4. ^ a b c d e f g h i (EN) Alumohydrocalcite (PDF), in Handbook of Mineralogy. URL consultato il 26 maggio 2024.
  5. ^ a b c (DE) Alumohydrocalcite, su mineralienatlas.de. URL consultato il 26 maggio 2024.
  6. ^ (RU) Билибин Юрий Александрович, su ras.ru. URL consultato il 26 maggio 2024.
  7. ^ (EN) Andrew C Roberts e M.Bonardi, The X-ray crystallography of a chromian alumohydrocalcite from the Akenobe mine, Hyogo Prefecture, Japan, in Geol. Surv. Can.. URL consultato il 26 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cornelis Klein, Mineralogia, Bologna, Zanichelli, 2004, ISBN 978-88-080-7689-2.
  • Lucio Morbidelli, Le rocce e i loro costituenti, Ed. Bardi, 2014, ISBN 978-88-668-7064-7.
  • Alessandro Borelli e Nicola Cipriani, Guida al riconoscimento dei minerali, Mondadori, 1987, ISBN 978-88-043-0157-8.
  • I minerali d'Italia, SAGDOS, 1978.
  • Fernando Corsini e Alessandro Turi, Minerali e Rocce, collana Enciclopedie Pratiche Sansoni, 1965.
  • (EN) G. Bilibine, New Minerals Name, in Mem. Soc. Russe Mineral, vol. 55, pp. 243-258.
  • (EN) IMA–CNMNC approved mineral symbols, in Mineralogical Magazine, vol. 85, n. 3, DOI:10.1180/mgm.2021.43.

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