Alfredo Barbati

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Alfredo Barbati
NascitaPescina, 13 novembre 1897
MorteMar Mediterraneo, 11 settembre 1941
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
CorpoAlpini
Specialitàbombardamento
Anni di servizio1917 - 1941
GradoColonnello
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante di9º Stormo Bombardamento Terrestre
Decorazionivedi qui
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere Vol.2[1]
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Alfredo Barbati (Pescina, 13 novembre 1897Mar Mediterraneo, 11 settembre 1941) è stato un aviatore e militare italiano. Colonnello pilota della specialità bombardamento, partecipò alla seconda guerra mondiale come comandante del 16°, e poi del 9º Stormo Bombardamento Terrestre.[2] Caduto in combattimento sul cielo del Mar Mediterraneo per il suo comportamento nell'ultima missione fu decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Monumento in memoria di Alfredo Barbati a Pescina

Nacque a Pescina il 13 novembre 1897.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito nel 1917,[1] in pieno conflitto mondiale, fu assegnato con il grado di Sottotenente al 2º Reggimento alpini.[1] Nel corso dello stesso anno entrò in Servizio Permanente Effettivo (S.P-E.) per meriti di guerra, terminando il conflitto con il grado di Tenente in servizio nel 6º Reggimento alpini.[1] Ritornato dall'Albania nel 1920[4] fu congedato su sua domanda, per riprendere la vita civile come insegnante alle scuole elementari e segretario comunale del suo paese natale.[4] Rientrò in Servizio Permanente Effettivo nel 1924, ottenendo di frequentare il Corso superiore aeronautico presso la Scuola di volo situata sull'aeroporto di Camerino. Nell'ottobre del 1925 conseguì il brevetto di pilota militare.[4] Tre anni dopo entrò in servizio attivo come tenente pilota nella Regia Aeronautica, e nel 1929 fu promosso al grado di Capitano. Assegnato all’Regia Accademia Aeronautica di Caserta, vi rimase come istruttore pilota fino al 1935.[4] Con il grado di Maggiore venne successivamente trasferito in servizio presso il 20º Stormo Ricognizione Terrestre, passando poi al 98º Gruppo Autonomo Osservazione Aerea (O.A.).[4] Nel febbraio del 1936 fu promosso al grado di Tenente Colonnello,[4] e in quello stesso anno partì per l'Africa Orientale Italiana. Durante le operazioni di polizia coloniale in Etiopia si distinse particolarmente, venendo promosso al grado di Colonnello per meriti straordinari, ricevendo due encomi solenni, e fu insignito di una medaglia d'argento al valor militare.[4] Nel corso del 1939 fu nuovamente decorato con una medaglia di bronzo al valor militare,[4] e rientrò in Patria nel gennaio del 1940, in previsione dell'entrata in guerra dell'Italia. Preso servizio presso la 2ª Squadra aerea, con lo scoppio delle ostilità assunse il comando del 16º Stormo Bombardamento Terrestre,[5] equipaggiato con velivoli da bombardamento CANT Z.1007 Alcione.[5] Prese parte alle operazioni belliche[4] alla testa del suo reparto fino al 23 maggio 1941 quando fu nominato comandante del 9º Stormo Bombardamento Terrestre.[6] Nel corso di un'azione avvenuta l'11 settembre 1941, il suo aereo venne colpito dalla contraerea nemica e abbattuto, causando la morte di tutto l'equipaggio. Per il coraggio dimostrato gli fu assegnata dapprima una seconda medaglia d'argento al valor militare,[7] poi convertita in medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Per ricordarlo il suo comune natale gli ha intitolato una via, il campo sportivo comunale, e gli ha eretto un monumento alla memoria.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale superiore di elevate virtù militari, pilota esperto, confermava le sue preclari doti di comandante e di valoroso combattente, partecipando a ripetute difficili azioni su munita base aeronavale nemica. Di ritorno da una rischiosa missione di guerra, brillantemente condotta nonostante la violentissima reazione contraerea nemica, eroicamente cadeva, alla testa del suo stormo, immolando la giovane vita, tutta dedicata al culto della Patria. Cielo del Mediterraneo, 11 settembre 1941»
— Regio Decreto del 23 novembre 1942[8]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di provata capacità e ardire, sempre primo in ogni rischiosa impresa, effettuava numerose missioni di guerra, sempre distinguendosi per valore è aggressività. Nelle ultime operazioni del Sidamo, avvistava una forte massa di ribelli, che contrastava l'avanzata delle nostre truppe, sventava una grave minaccia di aggiramento segnalandola tempestivamente ad un nostro comando, intervenendo altresì nel combattimento con pronta azione di bombardamento e mitragliamento a bassa quota che disorganizzava il nemico producendogli sensibili perdite. Esempio di sereno coraggio e sprezzo del pericolo. Cielo dell'A.O., novembre 1916-marzo 1937-XV.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di reparti aerei impegnati in operazioni di polizia coloniale, già distintosi in precedenza, partecipava a numerose e altre azioni belliche. Durante un bombardamento di forze ribelli che minacciavano la marcia di una nostra colonna, si portava a bassa quota ponendo in fuga gli armati. Fatto segno a reazione antiaerea, che feriva il secondo pilota, persisteva nell'azione fino al completamento della missione, dando prova di ammirevole sprezzo del pericolo. Cielo dell'Impero, marzo-novembre del 1939-XVIII.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2012, p. 25.
  2. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 66.
  3. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 133.
  4. ^ a b c d e f g h i Bianchi, Cattaneo 2012, p. 26.
  5. ^ a b Brotzu, Caso, Cosolo 1973, p. 41.
  6. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1973, p. 44.
  7. ^ Regio Decreto del 15 aprile 1942 (B.U. 1942 disp. 9ª pag. registrato alla Corte dei Conti il 27 maggio 1942, registro n.21 Aeronautica, foglio n.283).
  8. ^ Bollettino Ufficiale 1942 disp. 50 pag. 2696 e B.U. 1943 disp. 6 pag. 356.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.33 del 10 febbraio 1943-XXI.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere Vol.2, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
  • Emilio Brotzu, Michele Caso e Gherardo Cosolo, Bombardieri. Volume 5, Roma, Edizioni Bizzarri, 1973.
  • Massimo Ferrari e Giancarlo Garello, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN 88-464-5109-0.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Luigi Romersa, Gli uomini della seconda guerra mondiale, Milano, Ugo Mursia Editore, 2006, ISBN 978-88-425-3531-7.
  • Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Barbati, Alfredo, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.