Abell 2261

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Abell 2261
Ammasso di galassie
Abell 2261 (Telescopio spaziale Hubble)
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneErcole
Ascensione retta17h 22m 27.1s
Declinazione+32° 08′ 02″
Distanza2,704 miliardi a.l.  
Redshiftz = 0,2242
Velocità radiale67.154 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso di galassie
Altre designazioni
ACO 2261, BAX 260.6181+32.1535, MCXC J1722.4+3208, RXC J1722.4+3208, 1RXS J172226.7+320752
Mappa di localizzazione
Abell 2261
Categoria di ammassi di galassie

Coordinate: Carta celeste 17h 22m 27.1s, +32° 08′ 02″

Abell 2261 è un ammasso di galassie situato in direzione della costellazione di Ercole alla sistanza di oltre 2,7 miliardi di anni luce dalla Terra. Inserito nell'omonimo catalogo redatto da George Abell nel 1958[1], ha una classe di ricchezza 2 (in classe 2 sono gli ammassi costituiti da 80-129 galassie).

È stato uno dei 25 ammassi di galassie studiati con il Telescopio spaziale Hubble nel corso di una campagna di osservazioni denominata Cluster Lensing And Supernova survey with Hubble (CLASH)[2] nel corso di un periodo di tre anni e mezzo (2010-2013).

L'ammasso è dominato dalla luminosa galassia ellittica gigante 2MASX J17222717+320757, alternativamente denominata per brevità A2261-BCG (BCG da Brightest Cluster Galaxy)[3][4], che ha un diametro di circa un milione di anni luce ed è la galassia con il nucleo più vasto conosciuto che misura circa 10.000 anni luce. Le rilevazioni effettuate non hanno registrato l'usuale presenza di un picco di luminosità centrale che segnala indirettamente la presenza di un buco nero supermassiccio. Come possibili spiegazioni è stata proposta la presenza di una coppia di buchi neri che nell'atto della fusione hanno allontanato le stelle aumentando così le dimensioni del nucleo, o in alternativa la possibilità veramente singolare che il buco nero sia stato espulso dalla galassia in un'epoca relativamente recente disperdendo le stelle del nucleo su un più ampio raggio[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) George O. Abell, Harold G. e Jr. Corwin, A catalog of rich clusters of galaxies, in The Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 70, 1º maggio 1989, DOI:10.1086/191333. URL consultato il 24 luglio 2016.
  2. ^ Cluster Lensing And Supernova survey with Hubble (CLASH), su archive.stsci.edu. URL consultato il 24 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2016).
  3. ^ HubbleSite - NewsCenter - Monster Galaxy May Have Been Stirred Up By Black-hole Mischief (10/25/2012) - The Full Story, su hubblesite.org. URL consultato il 24 luglio 2016.
  4. ^ a b (EN) Marc Postman, Tod R. Lauer e Megan Donahue, A Brightest Cluster Galaxy with an Extremely Large Flat Core, in The Astrophysical Journal, vol. 756, n. 2, 1º gennaio 2012, p. 159, DOI:10.1088/0004-637X/756/2/159. URL consultato il 24 luglio 2016.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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