Lotta armata: differenze tra le versioni
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Con '''lotta armata''' s’intende una [[strategia]] [[politica]] che si propone la conquista del [[potere politico]] o il suo abbattimento attraverso l'uso delle [[armi]]. La lotta armata è praticata da organizzazioni [[rivoluzione (politica)|rivoluzionarie]] ed è legata all'esercizio della [[guerriglia]]. |
Con '''lotta armata''' s’intende una [[strategia]] [[politica]] che si propone la conquista del [[potere politico]] o il suo abbattimento attraverso l'uso delle [[armi]]. La lotta armata è praticata da organizzazioni [[rivoluzione (politica)|rivoluzionarie]] ed è legata all'esercizio della [[guerriglia]]; ma è illegale in tutto il mondo, anche nei Paesi più liberi e democratici. |
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Tra le organizzazioni che hanno teorizzato e praticato l'uso della lotta armata durante gli [[anni di piombo]] in Italia vi sono gruppi di estrema sinistra quali le [[Brigate Rosse]] e [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]].<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=6qMuaDf2llM|titolo=Intervista di Ennio Remondino del TG1 a Renato Curcio, Barbara Balzerani e Mario Moretti (1988)}}</ref> La lotta armata era vista dai militanti come uno strumento profondamente diverso negli obiettivi e nelle modalità rispetto allo stragismo praticato dal terrorismo di destra (responsabile di episodi quali la [[Strage di piazza Fontana|strage di Piazza Fontana]] a Milano del 1969, la [[Strage di piazza della Loggia|strage di Piazza della Loggia]] a Brescia 1974 e la [[strage di Bologna]] del 1980). L'obiettivo dei brigatisti, infatti, era quello di colpire obiettivi politici, personalità che ricoprivano incarichi o ruoli ideologicamente contrapposti ai propri.<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=07uXSZd6vLY|titolo=Do you remember revolution?|autore=Loredana Bianconi|data=1997}}</ref><ref name=":0" /> Anche per questi motivi, sebbene si affermi che la strategia della violenza attuata dalle organizzazioni di estrema sinistra in quegli anni sia caratterizzata da episodi di [[terrorismo italiano|terrorismo]]<ref>[[Marc Lazar]] e Maire-Anne Matard-Bonucci (a cura di), ''Il libro degli anni di piombo - Storia e memoria del terrorismo italiano'', traduzione di Christian Delorenzo e Francesco Peri, [[Rizzoli]], Milano, 2010</ref>, difficilmente i militanti accettano questo termine nella descrizione delle loro azioni. |
Tra le organizzazioni che hanno teorizzato e praticato l'uso della lotta armata durante gli [[anni di piombo]] in Italia vi sono gruppi di estrema sinistra quali le [[Brigate Rosse]] e [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]].<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=6qMuaDf2llM|titolo=Intervista di Ennio Remondino del TG1 a Renato Curcio, Barbara Balzerani e Mario Moretti (1988)}}</ref> La lotta armata era vista dai militanti come uno strumento profondamente diverso negli obiettivi e nelle modalità rispetto allo stragismo praticato dal terrorismo di destra (responsabile di episodi quali la [[Strage di piazza Fontana|strage di Piazza Fontana]] a Milano del 1969, la [[Strage di piazza della Loggia|strage di Piazza della Loggia]] a Brescia 1974 e la [[strage di Bologna]] del 1980). L'obiettivo dei brigatisti, infatti, era quello di colpire obiettivi politici, personalità che ricoprivano incarichi o ruoli ideologicamente contrapposti ai propri.<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=07uXSZd6vLY|titolo=Do you remember revolution?|autore=Loredana Bianconi|data=1997}}</ref><ref name=":0" /> Anche per questi motivi, sebbene si affermi che la strategia della violenza attuata dalle organizzazioni di estrema sinistra in quegli anni sia caratterizzata da episodi di [[terrorismo italiano|terrorismo]]<ref>[[Marc Lazar]] e Maire-Anne Matard-Bonucci (a cura di), ''Il libro degli anni di piombo - Storia e memoria del terrorismo italiano'', traduzione di Christian Delorenzo e Francesco Peri, [[Rizzoli]], Milano, 2010</ref>, difficilmente i militanti accettano questo termine nella descrizione delle loro azioni. |
Versione delle 22:21, 18 feb 2023
Con lotta armata s’intende una strategia politica che si propone la conquista del potere politico o il suo abbattimento attraverso l'uso delle armi. La lotta armata è praticata da organizzazioni rivoluzionarie ed è legata all'esercizio della guerriglia; ma è illegale in tutto il mondo, anche nei Paesi più liberi e democratici.
Tra le organizzazioni che hanno teorizzato e praticato l'uso della lotta armata durante gli anni di piombo in Italia vi sono gruppi di estrema sinistra quali le Brigate Rosse e Prima Linea.[1] La lotta armata era vista dai militanti come uno strumento profondamente diverso negli obiettivi e nelle modalità rispetto allo stragismo praticato dal terrorismo di destra (responsabile di episodi quali la strage di Piazza Fontana a Milano del 1969, la strage di Piazza della Loggia a Brescia 1974 e la strage di Bologna del 1980). L'obiettivo dei brigatisti, infatti, era quello di colpire obiettivi politici, personalità che ricoprivano incarichi o ruoli ideologicamente contrapposti ai propri.[2][1] Anche per questi motivi, sebbene si affermi che la strategia della violenza attuata dalle organizzazioni di estrema sinistra in quegli anni sia caratterizzata da episodi di terrorismo[3], difficilmente i militanti accettano questo termine nella descrizione delle loro azioni.
Note
- ^ a b Intervista di Ennio Remondino del TG1 a Renato Curcio, Barbara Balzerani e Mario Moretti (1988), su youtube.com.
- ^ Loredana Bianconi, Do you remember revolution?, su youtube.com, 1997.
- ^ Marc Lazar e Maire-Anne Matard-Bonucci (a cura di), Il libro degli anni di piombo - Storia e memoria del terrorismo italiano, traduzione di Christian Delorenzo e Francesco Peri, Rizzoli, Milano, 2010