Ritratto di principessa estense

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Ritratto di principessa estense
AutorePisanello
Data1435-1445 circa
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni43×30 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Ritratto di principessa estense è un dipinto, tempera su tavola (43x30 cm), attribuito a Pisanello, databile tra il 1435 e il 1445 circa e conservato nel Museo del Louvre a Parigi.

Si ritiene che il personaggio raffigurato nel dipinto sia Ginevra d'Este (o della sorella gemella Lucia d'Este[1]) anche se quando il quadro venne catalogato, si era ritenuto in un primo tempo che la persona in questione potesse essere Margherita Gonzaga,[1] moglie di Leonello d'Este, il principe umanista per cui Pisanello fece anche un ritratto e ben cinque medaglie commemorative.

L'opera è menzionata la prima volta nel 1860, quando fu acquistata dal diplomatico Felix Bamberg con l'attribuzione a Piero della Francesca. Passò al Louvre nel 1893 e fu assegnata a Pisanello per la prima volta da Adolfo Venturi nel 1889, un'attribuzione poi concordemente accolta dalla critica.

L'identificazione

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Inizialmente l'opera era ritenuta il quadro di fidanzamento della moglie di Lionello, quel ritratto cioè inviato nelle corti per siglare i patti di matrimonio (avvenuto nel 1435), facendo conoscere l'aspetto degli interessati. Nella botanica rappresentata però non è presente alcun simbolo della casata dei Gonzaga (anche se i colori dell'abbigliamento sono quelli dei Gonzaga: bianco, rosso e verde[1]), mentre è raffigurato invece il vaso simbolo della casata d'Este, inoltre la presenza dell'aquilegia (simbolo del matrimonio, dell'amore e soprattutto della morte) fa pensare a una persona deceduta nell'età ritratta, mentre la Gonzaga era vissuta fino a quasi cent'anni di età.

Dopo vari studi si riuscì a capire che molto probabilmente si trattava di Ginevra d'Este, che sposò Sigismondo Malatesta all'età di quattordici anni e che morì a ventuno in seguito ad una forma depressiva che la colpì dopo la morte del figlioletto Roberto Novello avvenuta nel novembre del 1438. Quindi, considerati i presagi di morte ravvisabili nell'opera, si intende come Pisanello volesse far capire che l'opera fu realizzata dopo la morte di Ginevra, avvenuta nel 1440, che coincide con un soggiorno dell'artista a Ferrara.

Descrizione e stile

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La protagonista del dipinto è ritratta di profilo, come nelle medaglie celebrative che si rifacevano alla tradizione imperiale romana, con una figura allungata che richiama la moda dell'epoca, culminate nell'elaborata acconciatura con nastro bianco. Essa è vestita con un tessuto pregiato per l'epoca, di colore rosso e bianco, integrato da un mantello, dove si trova il simbolo della casata degli Este impreziosito da perle e ricami preziosi.

Specie botaniche

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La minuzia nella resa dei dettagli floreali dello sfondo e la serena atmosfera cortese sono elementi tipici dello stile tardogotico, del quale Pisanello fu il più grande maestro del nord-Italia.

Come si è detto, in quest'opera Pisanello annuncia i presagi di morte, riscontrabili in ciò che è rappresentato sullo sfondo. I simboli sono numerosi:

  • Farfalla: simbolo dell'anima.
  • Siepe di aquilege: simbolo del matrimonio, simbolo di fertilità e di morte.
  • Garofano: simbolo di matrimonio, di fertilità e del fidanzamento.
  • Vaso biansato con le ancore: si trova effigiato sul mantello di Ginevra ed è un'impresa araldica della famiglia d'Este; la mancanza dell'impresa di una seconda casata dimostra che non si tratta di un'opera di fidanzamento.
  • Rametto di ginepro: richiamo al nome Ginevra ed è anche presagio di morte.
  • Catenella: simbolo di unione, matrimonio.
  • Leandro Ventura, Art dossier n° 113 Pisanello, Giunti, Torino 1996, pp. 38–41.

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