File:1913-06-30-Illustrazione-6.jpg
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Descrizione1913-06-30-Illustrazione-6.jpg |
Italiano: L'Illustrazione - Bologna, 30 giugno 1913 pagina 6 |
Data | |
Fonte | L'Illustrazione |
Autore | SconosciutoUnknown author |
Rivista illustrata quindicinale di Lettere - Arte - Scienze - Industria - Commercio - Finanze Prezzo d'abbonamento in tutta l'Italia L.10; Estero L.15 - Ogni numero cent. 50; Estero Cent. 75
Se Samuele Smiles fosse vissuto all’epoca in cui è nato Francesco Gotti, certamente lo avrebbe eternato nel suo libro immortale: Chi si aiuta Dio l’aiuta.
E chi meglio del Gotti si è saputo aiutare, creandosi dal nulla una posizione invidiabile, morale e materiale? Nato a Castelmaggiore, provincia di Bologna, nel 1855, appena adolescente prese sulle spalle il bugliolo e la cazzuola; ma ben presto, per il suo ingegno e la sua grande volontà di lavoro, si fece distinguere nella sua arte edilizia che, ancora, con giusto orgoglio, ama ed adora.
E’ a 21 anni che inizia la sua carriera d’imprenditore di lavori edili e ben presto comincia a sciogliere tutti i difficili problemi tecnici dell’arte costruttiva.
Ho sottomano l’elenco di tutte le costruzioni eseguite e si resta quasi increduli a vedere tanta operosità in un uomo ancora, relativamente, giovane.
Nel 1878, nel suo paese nativo, fabbricò il primo caseggiato per abitazioni operaie.
L’anno appresso costruì una chiesetta in stile moresco, e una villa privata. Seguì la costruzione d’un fabbricato per Pila di riso ed una quantità di altri stabilimenti industriali.
Nel 1887 a Bologna edificava la nuova sede dei Trams a cavallo e la grande tettoia per il collocamento delle forze motrici.
Due anni appresso a Modena, fabbricava il nuovo Penitenziario; ma ritornato nel ’90 a Bologna eseguisce l’ampliamento della Caserma dei Carabinieri R.R.
Seguono poi moltissime costruzioni civile e industriali quando nel 1907 è chiamato a Roma per la costruzione dei fabbricati per la linea tranviaria lungo i Castelli romani.
Finiti i lavori ritorna a Bologna ove costruisce il grande fabbricato del Collegio dei Salesiani, poi a Firenze è chiamato a fabbricare un canapificio, e in Verona per altri lavori importanti; così ovunque si ammirarono lavori di questo indefesso ed instancabile lavoratore, esempio di operosità e rettitudine.
Sposatosi ad una gentile ed intellettuale signora, la sua vita coniugale è stata allietata da un amore di bambina che è tutta la sua gioia e il suo orgoglio.
Nel 1909, acquistato un pezzo di terreno, fuori porta S. Stefano, vi costruiva la sua casa con tutte le comodità moderne, facendola decorare dal valente prof. Banzi con vero intuito artistico, per cui si può affermare che la casa del sig. Gotti è la più bella, per decorazione, che esiste a Bologna.
Sappiamo che tutte le fotografie dei suoi lavori sono state presentate all’esposizione internazionale di Parigi e quanto prima figureranno a Londra, e noi siamo sicuri che in queste due capitali, Francesco Gotti sarà apprezzato degnamente e affermerà, ancora una volta, che gli italiani all’operosità senza rivali, uniscono un senso di squisito gusto artistico, tanto invidiatoci dai signori d’oltre Alpi.
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Gotti Francesco
Se Samuele Smiles fosse vissuto all’epoca in cui è nato Francesco Gotti, certamente lo avrebbe eternato nel suo libro immortale: Chi si aiuta Dio l’aiuta.
E chi meglio del Gotti si è saputo aiutare, creandosi dal nulla una posizione invidiabile, morale e materiale? Nato a Castelmaggiore, provincia di Bologna, nel 1855, appena adolescente prese sulle spalle il bugliolo e la cazzuola; ma ben presto, per il suo ingegno e la sua grande volontà di lavoro, si fece distinguere nella sua arte edilizia che, ancora, con giusto orgoglio, ama ed adora.
E’ a 21 anni che inizia la sua carriera d’imprenditore di lavori edili e ben presto comincia a sciogliere tutti i difficili problemi tecnici dell’arte costruttiva.
Ho sottomano l’elenco di tutte le costruzioni eseguite e si resta quasi increduli a vedere tanta operosità in un uomo ancora, relativamente, giovane.
Nel 1878, nel suo paese nativo, fabbricò il primo caseggiato per abitazioni operaie.
L’anno appresso costruì una chiesetta in stile moresco, e una villa privata. Seguì la costruzione d’un fabbricato per Pila di riso ed una quantità di altri stabilimenti industriali.
Nel 1887 a Bologna edificava la nuova sede dei Trams a cavallo e la grande tettoia per il collocamento delle forze motrici.
Due anni appresso a Modena, fabbricava il nuovo Penitenziario; ma ritornato nel ’90 a Bologna eseguisce l’ampliamento della Caserma dei Carabinieri R.R.
Seguono poi moltissime costruzioni civile e industriali quando nel 1907 è chiamato a Roma per la costruzione dei fabbricati per la linea tranviaria lungo i Castelli romani.
Finiti i lavori ritorna a Bologna ove costruisce il grande fabbricato del Collegio dei Salesiani, poi a Firenze è chiamato a fabbricare un canapificio, e in Verona per altri lavori importanti; così ovunque si ammirarono lavori di questo indefesso ed instancabile lavoratore, esempio di operosità e rettitudine.
Sposatosi ad una gentile ed intellettuale signora, la sua vita coniugale è stata allietata da un amore di bambina che è tutta la sua gioia e il suo orgoglio.
Nel 1909, acquistato un pezzo di terreno, fuori porta S. Stefano, vi costruiva la sua casa con tutte le comodità moderne, facendola decorare dal valente prof. Banzi con vero intuito artistico, per cui si può affermare che la casa del sig. Gotti è la più bella, per decorazione, che esiste a Bologna.
Sappiamo che tutte le fotografie dei suoi lavori sono state presentate all’esposizione internazionale di Parigi e quanto prima figureranno a Londra, e noi siamo sicuri che in queste due capitali, Francesco Gotti sarà apprezzato degnamente e affermerà, ancora una volta, che gli italiani all’operosità senza rivali, uniscono un senso di squisito gusto artistico, tanto invidiatoci dai signori d’oltre Alpi.
Ti ricordi ?!... Fu sotto una vitalba;
ci si guardava muti e pesierosi,
una luce indistinta e quesi scialba,
penetrava dai platani frondosi!
Io ti presi la mano e ti guardai,
ti dissi cose; ma ...fra labbra e denti...
Tu, rispondesti allor: No, no, giammai!
mentre che li occhi tuoi si fean splendenti.
Agitati battean i nostri petti
in estasi d'amor, in una stretti;
dei tuoi capelli carezzai una ciocca,
tu sorridesti ...e ci baciammo in bocca!
Dal dì ch'ardentemente t'ho baciato
Tu non sorridi e palpita 'l tuo core;
per chi ama, il bacio, sai, non è peccato,
lo volle Iddio , quando creò l'Amore.
Si bacian gli augellitti appena è Aurora
bacia coi raggi 'l Sol tutto, il Creato,
bacia l'onda la riva e bacia ancora,
così la donna sua l'innamorato.
Come 'l' Sole dà vita a ciascun fiore,
così 'l' bacio è alimento ad ogni amore!
Bocca baciata, ogni rancor cancella
e baciata d'Amor, si fa più bella!
Enrico X"
Dalle Rime Amatorie
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30 giu 1913Gregoriano
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attuale | 10:56, 17 apr 2009 | 779 × 1 067 (95 KB) | Albertomos | {{Information |Description={{it|1=L'Illustrazione - Bologna, 30 giugno 1913 pagina 6}} |Source=Opera creata e caricata dall'autore (own work by uploader) |Author=Albertomos |Date=10.4.2009 |Permission= |other_versions=nessuna }} Rivist |
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