Siti archeologici ad Ancona

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Voce principale: Ancona.

Sono presenti nella città di Ancona numerose aree archeologiche, che hanno portato alla luce testimonianze di tre epoche: greca, romana e paleocristiana[1].

Epoca greca[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Scavi archeologici di Ankón.
  • Necropoli ellenistica del IV - I secolo a.C. che si estendeva sulle pendici meridionali del Colle dei Cappuccini e di Monte Cardeto. La picola parte situata dietro la caserma Villarey è stata allestita per le visite, che si effettuano a richiesta.
  • Resti delle mura ellenistiche in arenaria, di cui sono visibili due tratti: uno in via Volto dei Seniori e due nel lungomare Vanvitelli (IV – II secolo a.C.)

Tempio di Afrodite / di Venere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Ancona § Il tempio di Afrodite.

L'area archeologica del Tempio di Venere, detto di Afrodite in epoca greca, è sottostante il duomo di San Ciriaco. L'edificio più sacro della città antica era dunque costruito nello stesso luogo di quello della città moderna. Le strutture portate alla luce appartengono al IV o del II secolo a.C., a seconda delle ipotesi dei vari studiosi. Del tempio rimane il basamento, studiando il quale è stato possibile ricostruire idealmente tutto l'edificio, citato anche da Giovenale e da Catullo, che era uno dei simboli dell'Ancona romana. Nonostante il notevole interesse, la visita è da anni impossibile; gli scavi sono però parzialmente visibili scendendo nella Cripta delle Lacrime.

In base ad alcune caratteristiche rilevabili dalle fondazioni rimaste, le due ipotesi sulla datazione e sull'aspetto originario del tempio sono descritte di seguito[2].

Epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

  • Arco di Traiano - non si trova in un'area archeologica, ma sulle banchine del porto, avendo il monumento attraversato indenne i diciannove secoli trascorsi dall'epoca della sua costruzione. Solo le statue che erano poste sull'attico e i quattordici rostri decorativi sono stati predati dai saraceni nel IX secolo (II secolo d.C.).
  • Area archeologica dell'Anfiteatro romano (I secolo d.C. - II secolo d.C.) - comprende due settori:
    • settore verso Piazza del Senato - è visibile anche dal marciapiede ed è costituito da un gran tratto del recinto murario della struttura, sui si apre la porta pompae, ossia l'ingresso principale, detta "arco Bonarelli" dal nome della famiglia che lo accoglieva all'interno del suo palazzo nobiliare. Fanno parte di questo settore anche ambienti con pavimento a mosaico e natatio, forse adibiti a scuola gladiatoria.
    • settore verso via Birarelli - è visibile sono entrandovi, nelle rare occasioni in cui l'area viene aperta al pubblico. I resti romani sono frammisti a mura di tutte le epoche successive.
  • Area archeologica del porto romano - il porto di Ancona fu teatro di eventi storici di primo piano quali l'avvio della seconda campagna dacica di Traiano e la Restauratio Imperii di Giustiniano. Nell'area sono visibili alloggiamenti per navi, magazzini ed edifici di rappresentanza. È situata nell'ultimo tratto di lungomare Vanvitelli, fino a un varco portuale odierno. Una passerella attraversa tutta l'area. I reperti qui rinvenuti, come anfore e oggetti in terracotta, sono esposti nella sezione "Ancona greco-ellenistica e romana" del Museo archeologico nazionale delle Marche (II - VI secolo d.C.).
  • Area archeologica di via Carducci - è situata al piano interrato del palazzo della Corte d'appello e presenta i resti di una domus romana, con mosaici, e di tabernae dell'antica zona commerciale della città . L'area è visitabile presentando richiesta alla Soprintendenza archeologica della Marche ed alla Corte d'appello (I – II secolo d.C.).
  • Area archeologica del foro romano - vi si trovano basamenti di colonne, i cui tratti mancanti sono ricostruiti con tondini di ferro. Solo una piccola parte del foro è stata scavata. È situata in via Ferretti, di fronte all'ingresso del Museo archeologico nazionale (I secolo d.C.)
  • Resti di strade romane in basolato in via degli Orefici e in corso Mazzini. Il tratto di via degli Orefici è visitabile a richiesta (II secolo d.C.).
  • Resti di impianto industriale romano (porporificio) ed impianto sportivo con piscina - l'area in cui sorgevano gli edific fu successivamente utilizzata come necropoli paleocristiana. I resti si trovano all'interno del parcheggio sotterraneo di piazza Pertini (III secolo d.C.).
  • Area archeologica di via Orsini - accoglie i resti di un peristilio di un edificio romano. È accessibile da via Matas (I – II secolo d.C.)
  • Resti di un piccolo impianto termale con suspensurae, tubuli e praefurnium (traversa di Via Ferretti) (I - II secolo d.C.).
  • Resti di tomba monumentale di età augustea, visibile liberamente grazie a delle vetrine, all'incrocio tra corso Matteotti e via dell'Indipendenza (I secolo d.C.).

Epoca paleocristiana[modifica | modifica wikitesto]

  • Basilica paleocristiana sottostante la chiesa di Santa Maria della Piazza, del IV - VI secolo d.C. secondo alcuni era l'antica cattedrale di Santo Stefano. Sono visibili mosaici policromi con simbologia paleocristiana, resti delle absidi, dei colonnati, del fonte battesimale e della cattedra. Sono visibili, dietro l'abside, mura in blocchi di arenaria di età ellenistico-repubblicana (II secolo a.C.) pertinenti alle mura cittadine oppure alle strutture portuali.
  • Oratorio di Flavio Evenzio, situato sotto ad un esercizio commerciale tra via Marsala e corso Garibaldi. Comprende mosaici paleocristiani. (IV – V secolo d.C.)

Reperti archeologici più importanti rinvenuti ad Ancona[modifica | modifica wikitesto]

Nella Sezione "Ancona greco-ellenistica e romana" del Museo archeologico nazionale delle Marche sono conservati i seguenti reperti archeologici:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stefania Sebastiani, Ancona, forma e urbanistica L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1996
  2. ^ La datazione del IV secolo a.C. è di Lidiano Bacchielli, Domus Veneris quam dorica sustinet Ancon, in Archeologia Classica volume XXXVII, 1985 (pagine 106-137). La datazione del II secolo a.C. è invece di Mario Luni, in San Ciriaco: la cattedrale di Ancona: genesi e sviluppo, Volume 1°, a cura di Maria Luisa Polichetti, F. Motta Editore, 2003 (pagine 49-93).