Relazione d'ordine: differenze tra le versioni

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{{U|Ordine (matematica)|matematica|ottobre 2015}}
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In [[matematica]], più precisamente in [[teoria degli ordini]], una '''relazione d'ordine''' su di un [[insieme]] è una [[relazione binaria]] tra elementi appartenenti all'insieme che gode delle seguenti proprietà:
In [[matematica]], più precisamente in [[teoria degli ordini]], una '''relazione d'ordine''' su di un [[insieme]] è una [[relazione binaria]] tra elementi appartenenti all'insieme che gode delle seguenti proprietà:
* [[Relazione riflessiva|riflessiva]]
* [[Relazione riflessiva|riflessiva]]
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* [[Relazione transitiva|transitiva]].
* [[Relazione transitiva|transitiva]].


Si definisce '''insieme parzialmente ordinato''' (oppure '''ordine''') la coppia costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso.
Si definisce '''insieme parzialmente ordinato''' (oppure '''ordine''') la coppia costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso. Le relazioni d'ordine si indicano spesso con i simboli <math>\leq</math>, <math>\subseteq</math>,  <math>\sqsubseteq</math> e <math>\preccurlyeq</math>.

In [[lingua inglese]] un insieme parzialmente ordinato è anche detto concisamente '''''poset''''' (''Partially Ordered Set''), e questo termine è usato gergalmente anche nella lingua italiana.


== Definizione ==
== Definizione ==
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Le relazioni d'ordine si indicano spesso con i simboli <math>\leq</math>, <math>\subseteq</math>, <math>\sqsubseteq</math> e <math>\preccurlyeq</math>.
Le relazioni d'ordine si indicano spesso con i simboli <math>\leq</math>, <math>\subseteq</math>, <math>\sqsubseteq</math> e <math>\preccurlyeq</math>.


La coppia <math>(O,\leq)</math> costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso si dice '''''[[Ordine (matematica)|insieme parzialmente ordinato]]''''' o semplicemente '''''[[Ordine (matematica)|ordine]]''''', da non confondere con il termine più specifico [[insieme totalmente ordinato]].
La coppia <math>(O,\leq)</math> costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso si dice ''insieme parzialmente ordinato'' o semplicemente ''ordine'', da non confondere con il termine più specifico [[insieme totalmente ordinato]].


=== Primi esempi ===
Da notare che in lingua inglese un insieme parzialmente ordinato è anche detto concisamente '''''poset''''' (''Partially Ordered Set''), e questo termine è usato gergalmente anche nella lingua italiana.

Alcuni autori definiscono anche la relazione d'ordine '''stretto''' una relazione <math> (O, <) </math> che soddisfi le proprietà [[Relazione antiriflessiva|irriflessiva]], [[Relazione antisimmetrica|antisimmetrica]] e [[Relazione transitiva|transitiva]] (o, equivalentemente e più concisamente, le proprietà [[Relazione asimmetrica|asimmetrica]] e [[Relazione transitiva|transitiva]]), e quindi chiamano relazione d'ordine '''largo''' la relazione d'ordine <math> (O, \leq) </math> definita sopra.

== Primi esempi ==
Esempi ben noti di insiemi parzialmente ordinati sono:
Esempi ben noti di insiemi parzialmente ordinati sono:
* gli insiemi numerici <math>\mathbb N</math>, <math>\mathbb Z</math>, <math>\mathbb Q</math>, <math>\mathbb R</math> muniti della relazione d'ordine totale standard <math>a R b \Leftrightarrow a \leq b</math>,
* gli insiemi numerici <math>\mathbb N</math>, <math>\mathbb Z</math>, <math>\mathbb Q</math>, <math>\mathbb R</math> muniti della relazione d'ordine totale standard <math>a R b \Leftrightarrow a \leq b</math>,
* l'insieme <math>\mathbb N \backslash \{0\}</math> munito della relazione di [[divisibilità]] <math>a R b \Leftrightarrow a | b</math> (cioè <math>a</math> è un [[divisore]] di <math>b</math>)
* l'insieme <math>\mathbb N \backslash \{0\}</math> munito della relazione di [[divisibilità]] <math>a R b \Leftrightarrow a | b</math> (cioè <math>a</math> è un [[divisore]] di <math>b</math>)
* Una qualunque famiglia di insiemi munita della relazione di inclusione <math>a R b \Leftrightarrow a \subseteq b</math> (cioè <math>a</math> è [[sottoinsieme]] di <math>b</math>)<h2>Ordine largo e ordine stretto</h2>Alcuni autori<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Vincenzo Aversa|titolo=Metodi quantitativi delle decisioni. Algebra ed analisi elementare in una selezione di problemi di scelta|collana=Manuali per l'università|anno=2000|editore=Liguori Editore|città=|pp=12-15|ISBN=9788820731649}}</ref> definiscono [[relazione d'ordine]] '''stretto''' una relazione <math> (O, <) </math> che soddisfi le proprietà [[Relazione antiriflessiva|irriflessiva]], [[Relazione antisimmetrica|antisimmetrica]] e [[Relazione transitiva|transitiva]] (o, equivalentemente e più concisamente, le proprietà [[Relazione asimmetrica|asimmetrica]] e [[Relazione transitiva|transitiva]]), e quindi chiamano relazione d'ordine '''largo''' la relazione d'ordine <math> (O, \leq) </math>. L'ordine stretto mira a concentrarsi sulla [[Relazione simmetrica|asimmetria]] della relazione, non considerando la riflessività.
* Una qualunque famiglia di insiemi munita della relazione di inclusione <math>a R b \Leftrightarrow a \subseteq b</math> (cioè <math>a</math> è [[sottoinsieme]] di <math>b</math>)

=== Proposizione ===
<blockquote>Una relazione d'ordine è asimmetrica se e solo se è irriflessiva<ref name=":0" />.</blockquote>Benché le due definizioni siano distinte, il loro studio non presenta grosse differenze, in quanto tra le due classi di relazioni sussiste una corrispondenza biunivoca molto semplice.

Sia <math> O </math> un insieme e denotiamo con <math>\,\Delta(O)</math> la '''diagonale''' di <math>\,O\times O</math>, cioè <math>\ \Delta(O):= \{ (x,x) : x\in O \} </math>, allora ad ogni relazione d'ordine largo <math>(O, \leq)</math> è associata la relazione d'ordine stretto <math>\,(O, (\leq ) \setminus (\Delta(O)))</math>; viceversa ad ogni relazione d'ordine stretto <math>(O,<)</math> è associata la relazione d'ordine largo <math>\,(O, \; (<)\; \cup \; (\Delta(O)))</math>.
==Digrafo di un ordine==
[[File:Divisibility_graph.png|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Divisibility_graph.png|miniatura|Grafo della relazione di divisibilità]]Se l'insieme <math>S</math> è finito o [[Insieme numerabile|numerabile]] la relazione d'ordine si può rappresentare visivamente mediante un [[Digrafo (matematica)|digrafo]] (risp. finito o numerabile) i cui nodi sono gli elementi di <math>S</math> e tale che due nodi <math>a</math> e <math>b</math> sono connessi da un [[Grafo|arco]] se e solo se <math>a \leq b</math> e non ci sono elementi intermedi tra di loro (cioè non esiste nessun <math>c\ne a,b</math> tale che <math>a \leq c</math> e <math>c \leq b</math>). Il grafo di una relazione d'ordine non può avere [[Grafo|cicli]], mentre può avere più [[Grafo#Connettività|componenti connesse]] e da ogni suo nodo può entrare ed uscire qualsiasi numero di archi; se il grafo è numerabile da un nodo possono entrare o uscire infiniti archi (questo è il caso della relazione di divisibilità).
==Ordini semplici, lineari e totali==
Due elementi <math>a</math> e <math>b</math> di un insieme parzialmente ordinato <math>\,(O,\leq)\, </math> si dicono '''confrontabili''' se accade che <math>a \leq b</math> oppure che <math>b \leq a</math>.

In generale due elementi di una relazione d'ordine parziale possono non essere confrontabili, cioè non sono necessariamente in relazione. Ad esempio in <math>\mathbb N \backslash \{0\}</math> munito della relazione di divisibilità gli elementi 2 e 3 non sono in relazione (nessuno dei due è divisore dell'altro) e vi sono coppie di sottoinsiemi di un dato ambiente tali che si trovano elementi del primo non appartenenti al secondo e viceversa, per cui nessuno dei due è sottoinsieme dell'altro.

Un insieme si dice un '''ordine semplice, ordine lineare''', oppure '''[[Ordine_totale]]''' se per ogni <math>a,b \in O</math> <math>a</math> e <math display="inline">b</math> sono confrontabili (ossia vale <math>a \leq b</math> oppure <math>b \leq a</math>).

Il [[Digrafo]] di un insieme totalmente ordinato si può rappresentare come un segmento o una retta o una semiretta su cui giacciono tutti i nodi (corrispondenti a tutti gli elementi dell'insieme) ed è questo il motivo per cui viene chiamato ordine semplice.
==Catene e anticatene==
Facciamo riferimento ad un ordine (poset)  <math>(O,\leq)</math>.

Si dice '''catena''' ogni sottoinsieme Y di S tale che la relazione d'ordine ridotta a Y costituisce un [[Ordine totale|ordine semplice]].

Per l'insieme parzialmente ordinato della divisibilità sono catene gli insiemi delle potenze positive di un numero primo e più in generale i sottoinsiemi ottenuti con un processo che inizia considerando un intero positivo e prosegue aggiungendo ad ogni passo un multiplo dell'intero aggiunto in precedenza. Si possono considerare catene finite o infinite; il processo precedente può essere finito o illimitato.

Si dice invece '''anticatena''' dell'insieme parzialmente ordinato <math>(O,\leq)</math> un sottoinsieme di S i cui elementi sono mutuamente inconfrontabili.

Una anticatena dell'insieme parzialmente ordinato delle divisibilità è fornita dall'insieme dei numeri primi.
==Intervalli e intervalli stretti==
Sia <math>(O,\leq)</math> un ordine (poset) e <math>a\leq b</math>, allora si dice:
*'''[[Intervallo (matematica)|intervallo]]''' di <math>a</math> e <math>b</math> l'insieme <math>\, [a,b]=\{x\in O|a \leq x\leq b\}</math>;

*'''intervallo semistretto a destra'''  di <math>a</math> e <math>b</math> l'insieme <math>\, [a,b[=\{x\in O|a \leq x < b\}=[a,b] - \{b\}</math>

*'''intervallo semistretto a sinistra''' di <math>a</math> e <math>b</math> l'insieme <math>\, ]a,b]=\{x\in O|a < x \leq b\}=[a,b] - \{a\}</math>

*'''intervallo stretto''' di <math>a</math> e <math>b</math> l'insieme <math>\, ]a,b[=\{x\in O|a < x < b\}=[a,b] - \{a,b\}</math>.
==Segmenti iniziali e finali==
Sia <math>(O,\leq)</math> un insieme ordinato (poset) e <math>S\subseteq O</math>, allora <math>S</math> si dice:
*'''segmento iniziale    '''<math>O</math> se <math>x \in S \land y \leq x  \Rightarrow y \in S</math>;

*'''segmento finale'<nowiki/>''    '<nowiki/>'''''<math>O</math><span>se</span> <math>x \in S \land x \leq y \Rightarrow y \in S</math>.
==Maggiorante e minorante==
Sia <math>(O,\leq)</math> un ordine (poset) e  <math>\empty \neq S \subseteq O</math>. Allora:

si dice che un elemento <math>y\in O</math> è un '''[[Maggiorante e minorante|maggiorante]]''' di <math>S</math> se <math>\forall x \in S,\ x\leq y</math>.

Analogamente, in modo [[duale]], un elemento <math>y\in O</math> si definisce un '''[[Maggiorante e minorante|minorante]]''' di un insieme <math>S</math> se  <math>\forall x \in S,\ y\leq x</math>.

Se <math>S</math> ammette almeno un maggiorante (minorante) allora si dice che <math>S</math> è un sottoinsieme limitato superiormente (inferiormente).

Un sottoinsieme che possiede sia maggioranti che minoranti si dice '''limitato d'ordine'''.
==Elementi massimali e minimali==
Sia <math>(O,\leq)</math> un ordine.

Si dice che <math>m</math> è l''''elemento minimo''' di <math>O</math> se esiste un <math>m \in O</math> tale che <math>\forall a \in O,\ m\leq a</math>.

[[Dualità (teoria degli ordini)|Dualmente]] si definisce '''elemento massimo''' di <math>O</math> un <math>M \in O</math> tale che <math>\forall a \in O,\ a\leq M</math>.

L'elemento di massimo e l'elemento di minimo di <math>O</math> si indicano rispettivamente come '''''max''''' <math>O</math> e '''min''' <math>O</math>.

Spesso quando abbiamo a che fare con ordini non semplici è utile definire altri due concetti: quello di elemento minimale e massimale.
*<math>m</math> si dice '''elemento minimale''' di <math>O</math> se <math> a \in O,\ a \leq m \; \Rightarrow \; a = m</math>;

*<math>M</math> sarà invece un '''elemento massimale''' se <math> a \in O,\ M \leq a \; \Rightarrow \; a = M </math>.
In generale, massimo ed elemento massimale ''non'' sono la stessa cosa. Si pensi a <math>\{2,3,4,5,6\}</math> fornito della relazione di divisibilità. Esso non ammette né massimo né minimo, ma per esempio 3 è un elemento minimale, poiché <math>x|3</math> è soddisfatto solo per <math>x=3</math>. Si presti attenzione inoltre che l'elemento 3 non può essere massimale. Se così fosse, allora 3 non dividerebbe nessun altro elemento dell'insieme, ma <math>3|6</math> che dimostra l'assurdità della asserzione dato che <math>3\ne6</math>. Addirittura 5 è sia elemento massimale che minimale, poiché non è in relazione con nessun altro elemento dell'insieme diverso da se stesso. Dall'esempio è facile intuire che le due definizioni (massimo ed elemento massimale; minimo e elemento minimale) coincidono in presenza di un ordine semplice.
==Estremo superiore ed inferiore==
Sia <math>(O,\leq)</math> un ordine (poset) e sia  <math>\empty \neq S \subseteq O</math>. Definiamo:

<math>M_S=\{x\in O|{x}\;{e'}\;{maggiorante}\;{di} \; S \}</math>;

<math>m_s=\{x\in O|{x}\;{e'}\;{minorante}\; {di} \; S \}</math>.

Allora un elemento <math>x\in O</math> si dice:
*'''[[Estremo superiore e estremo inferiore|estremo superiore]]''' di <math>S</math> (indicato con <math>{sup}\; S</math>)  <math>\min M_S</math>;

*'''[[Estremo superiore e estremo inferiore|estremo inferiore]]''' di <math>S</math> (indicato con <math>{inf}\; S</math>)  <math>\max m_S</math>.
Osserviamo che chiaramente non è detto che esistano poiché dato un sottoinsieme non è detto che ammette minimo o massimo.

== Prodotto cartesiano di ordini ==
Il [[prodotto cartesiano]] di due insiemi parzialmente ordinati può essere munito anch'esso di un ordine in più modi:
* secondo il criterio dell'[[ordine lessicografico]]

* secondo il confronto "termine a termine" <math>(a_1, b_1) \leq (a_2, b_2)</math> se <math>a_1\leq a_2</math> e <math>b_1\leq b_2</math> (l'ordine così formato è detto il [[prodotto diretto]] dei due ordini)

* secondo la relazione <math>(a_1, b_1) \leq (a_2, b_2)</math> se <math>a_1 < a_2 \wedge b_1 < b_2</math> o <math>a_1=a_2 \wedge b_1= b_2</math><!-- Particolare importanza assumono in matematica le '''[[Ordine_totale|relazioni d'ordine totali]]''', relazioni tali che due elementi qualsiasi ''a'' e ''b'' risultano '''confrontabili''', cioè deve essere <math>\,a R b</math> o <math>\,b R a</math>. Una relazione d'ordine non necessariamente totale si dice invece '''parziale'''. -->Se i due ordini sono semplici, lo è anche l'ordine lessicografico, ma non necessariamente gli altri due.

== Funzioni monotone, antitone ==
Siano <math>(O, \leq)</math> e <math>(P,\preccurlyeq)</math> due ordini e sia <math>f \colon O \to P</math>.

<math>f</math> si dice '''monotona''' se <math>x \leq y \Rightarrow f(x) \preccurlyeq f(y)</math> per ogni x,y in <math>P</math>.

<math>f</math> si dice '''antitona''' se <math>x \le y \Rightarrow f(x) \succcurlyeq f(y)</math> per ogni x,y in <math>P</math>.

'''<nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/>'''
'''<nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/>'''
== Ordinamenti ben fondati ==
== Ordinamenti ben fondati ==


Una relazione d'ordine su un insieme <math>S</math> si dice '''ben fondata''' o '''[[buon ordinamento]]''' se ogni sottoinsieme <math>Y </math> <math> \subseteq</math> <math> S</math> non vuoto è dotato di minimo.
Una relazione d'ordine su un insieme <math>A</math> si dice '''ben fondata''' o '''[[buon ordinamento]]''' se ogni sottoinsieme <math>Y </math> <math> \subseteq</math> <math> S</math> non vuoto è dotato di minimo, ossia esiste un elemento <math>a \in A</math> tale che <math>a \le x \quad \forall x \in A.</math>


Un tipico esempio di ''buon ordinamento'' è quello che stabilisce la relazione d'ordine standard sull'insieme <math>\mathbb N</math> dei numeri naturali. L'affermazione che i naturali sono un insieme ben ordinato, ovvero che ogni sottoinsieme <math>X</math> di <math>\mathbb N</math> ha un minimo viene talvolta chiamata [[Principio del buon ordinamento]] e si può dimostrare essere equivalente al [[Principio di induzione]].
Un tipico esempio di ''buon ordinamento'' è quello che stabilisce la relazione d'ordine standard sull'insieme <math>\mathbb N</math> dei numeri naturali. L'affermazione che i naturali sono un insieme ben ordinato, ovvero che ogni sottoinsieme <math>X</math> di <math>\mathbb N</math> ha un minimo viene talvolta chiamata [[Principio del buon ordinamento]] e si può dimostrare essere equivalente al [[Principio di induzione]].


== Il teorema del buon ordinamento ==
=== Il teorema del buon ordinamento ===


Il '''[[teorema del buon ordinamento]]''' (da non confondere con il [[principio del buon ordinamento]]) asserisce che su ogni insieme non vuoto può essere definita una relazione d'ordine ben fondata (o buon ordinamento). Tale enunciato è equivalente all'[[assioma della scelta]] (cioè assumendolo vero si può dimostrare l'assioma della scelta e viceversa).
Il '''[[teorema del buon ordinamento]]''' (da non confondere con il [[principio del buon ordinamento]]) asserisce che su ogni insieme non vuoto può essere definita una relazione d'ordine ben fondata (o buon ordinamento). Tale enunciato è equivalente all'[[assioma della scelta]] (cioè assumendolo vero si può dimostrare l'assioma della scelta e viceversa).

Versione delle 14:47, 21 giu 2016

In matematica, più precisamente in teoria degli ordini, una relazione d'ordine su di un insieme è una relazione binaria tra elementi appartenenti all'insieme che gode delle seguenti proprietà:

Si definisce insieme parzialmente ordinato (oppure ordine) la coppia costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso. Le relazioni d'ordine si indicano spesso con i simboli , e .

In lingua inglese un insieme parzialmente ordinato è anche detto concisamente poset (Partially Ordered Set), e questo termine è usato gergalmente anche nella lingua italiana.

Definizione

Dati due insiemi e , il loro prodotto cartesiano è l'insieme delle coppie ordinate definito nel modo seguente:[1]

Si definisce relazione binaria su un insieme un sottoinsieme di .[2] Due elementi e sono messi in relazione da se:

ed in tal caso si scrive .

Una relazione d'ordine è una relazione binaria tra elementi di un insieme riflessiva, antisimmetrica e transitiva.[3]

Esplicitamente, tale relazione soddisfa le seguenti proprietà:

e implica
e implicano

Le relazioni d'ordine si indicano spesso con i simboli , , e .

La coppia costituita da un insieme e da una relazione d'ordine su di esso si dice insieme parzialmente ordinato o semplicemente ordine, da non confondere con il termine più specifico insieme totalmente ordinato.

Primi esempi

Esempi ben noti di insiemi parzialmente ordinati sono:

  • gli insiemi numerici , , , muniti della relazione d'ordine totale standard ,
  • l'insieme munito della relazione di divisibilità (cioè è un divisore di )
  • Una qualunque famiglia di insiemi munita della relazione di inclusione (cioè è sottoinsieme di )

    Ordine largo e ordine stretto

    Alcuni autori[4] definiscono relazione d'ordine stretto una relazione che soddisfi le proprietà irriflessiva, antisimmetrica e transitiva (o, equivalentemente e più concisamente, le proprietà asimmetrica e transitiva), e quindi chiamano relazione d'ordine largo la relazione d'ordine . L'ordine stretto mira a concentrarsi sulla asimmetria della relazione, non considerando la riflessività.

Proposizione

Una relazione d'ordine è asimmetrica se e solo se è irriflessiva[4].

Benché le due definizioni siano distinte, il loro studio non presenta grosse differenze, in quanto tra le due classi di relazioni sussiste una corrispondenza biunivoca molto semplice.

Sia un insieme e denotiamo con la diagonale di , cioè , allora ad ogni relazione d'ordine largo è associata la relazione d'ordine stretto ; viceversa ad ogni relazione d'ordine stretto è associata la relazione d'ordine largo .

Digrafo di un ordine

Grafo della relazione di divisibilità

Se l'insieme è finito o numerabile la relazione d'ordine si può rappresentare visivamente mediante un digrafo (risp. finito o numerabile) i cui nodi sono gli elementi di e tale che due nodi e sono connessi da un arco se e solo se e non ci sono elementi intermedi tra di loro (cioè non esiste nessun tale che e ). Il grafo di una relazione d'ordine non può avere cicli, mentre può avere più componenti connesse e da ogni suo nodo può entrare ed uscire qualsiasi numero di archi; se il grafo è numerabile da un nodo possono entrare o uscire infiniti archi (questo è il caso della relazione di divisibilità).

Ordini semplici, lineari e totali

Due elementi e di un insieme parzialmente ordinato si dicono confrontabili se accade che oppure che .

In generale due elementi di una relazione d'ordine parziale possono non essere confrontabili, cioè non sono necessariamente in relazione. Ad esempio in munito della relazione di divisibilità gli elementi 2 e 3 non sono in relazione (nessuno dei due è divisore dell'altro) e vi sono coppie di sottoinsiemi di un dato ambiente tali che si trovano elementi del primo non appartenenti al secondo e viceversa, per cui nessuno dei due è sottoinsieme dell'altro.

Un insieme si dice un ordine semplice, ordine lineare, oppure Ordine_totale se per ogni e sono confrontabili (ossia vale oppure ).

Il Digrafo di un insieme totalmente ordinato si può rappresentare come un segmento o una retta o una semiretta su cui giacciono tutti i nodi (corrispondenti a tutti gli elementi dell'insieme) ed è questo il motivo per cui viene chiamato ordine semplice.

Catene e anticatene

Facciamo riferimento ad un ordine (poset)  .

Si dice catena ogni sottoinsieme Y di S tale che la relazione d'ordine ridotta a Y costituisce un ordine semplice.

Per l'insieme parzialmente ordinato della divisibilità sono catene gli insiemi delle potenze positive di un numero primo e più in generale i sottoinsiemi ottenuti con un processo che inizia considerando un intero positivo e prosegue aggiungendo ad ogni passo un multiplo dell'intero aggiunto in precedenza. Si possono considerare catene finite o infinite; il processo precedente può essere finito o illimitato.

Si dice invece anticatena dell'insieme parzialmente ordinato un sottoinsieme di S i cui elementi sono mutuamente inconfrontabili.

Una anticatena dell'insieme parzialmente ordinato delle divisibilità è fornita dall'insieme dei numeri primi.

Intervalli e intervalli stretti

Sia un ordine (poset) e , allora si dice:

  • intervallo di e l'insieme ;
  • intervallo semistretto a destra  di e l'insieme
  • intervallo semistretto a sinistra di e l'insieme
  • intervallo stretto di e l'insieme .

Segmenti iniziali e finali

Sia un insieme ordinato (poset) e , allora si dice:

  • segmento iniziale    se Errore del parser (errore di sintassi): {\displaystyle x \in S \land y \leq x  \Rightarrow y \in S} ;
  • segmento finale'    'se .

Maggiorante e minorante

Sia un ordine (poset) e  . Allora:

si dice che un elemento è un maggiorante di se .

Analogamente, in modo duale, un elemento si definisce un minorante di un insieme se  .

Se ammette almeno un maggiorante (minorante) allora si dice che è un sottoinsieme limitato superiormente (inferiormente).

Un sottoinsieme che possiede sia maggioranti che minoranti si dice limitato d'ordine.

Elementi massimali e minimali

Sia un ordine.

Si dice che è l'elemento minimo di se esiste un tale che .

Dualmente si definisce elemento massimo di un tale che .

L'elemento di massimo e l'elemento di minimo di si indicano rispettivamente come max e min .

Spesso quando abbiamo a che fare con ordini non semplici è utile definire altri due concetti: quello di elemento minimale e massimale.

  • si dice elemento minimale di se ;
  • sarà invece un elemento massimale se .

In generale, massimo ed elemento massimale non sono la stessa cosa. Si pensi a fornito della relazione di divisibilità. Esso non ammette né massimo né minimo, ma per esempio 3 è un elemento minimale, poiché è soddisfatto solo per . Si presti attenzione inoltre che l'elemento 3 non può essere massimale. Se così fosse, allora 3 non dividerebbe nessun altro elemento dell'insieme, ma che dimostra l'assurdità della asserzione dato che . Addirittura 5 è sia elemento massimale che minimale, poiché non è in relazione con nessun altro elemento dell'insieme diverso da se stesso. Dall'esempio è facile intuire che le due definizioni (massimo ed elemento massimale; minimo e elemento minimale) coincidono in presenza di un ordine semplice.

Estremo superiore ed inferiore

Sia un ordine (poset) e sia  . Definiamo:

;

.

Allora un elemento si dice:

  • estremo superiore di (indicato con ;
  • estremo inferiore di (indicato con .

Osserviamo che chiaramente non è detto che esistano poiché dato un sottoinsieme non è detto che ammette minimo o massimo.

Prodotto cartesiano di ordini

Il prodotto cartesiano di due insiemi parzialmente ordinati può essere munito anch'esso di un ordine in più modi:

  • secondo il confronto "termine a termine" se e (l'ordine così formato è detto il prodotto diretto dei due ordini)
  • secondo la relazione se o Se i due ordini sono semplici, lo è anche l'ordine lessicografico, ma non necessariamente gli altri due.

Funzioni monotone, antitone

Siano e due ordini e sia .

si dice monotona se per ogni x,y in .

si dice antitona se per ogni x,y in .

Ordinamenti ben fondati

Una relazione d'ordine su un insieme si dice ben fondata o buon ordinamento se ogni sottoinsieme non vuoto è dotato di minimo, ossia esiste un elemento tale che

Un tipico esempio di buon ordinamento è quello che stabilisce la relazione d'ordine standard sull'insieme dei numeri naturali. L'affermazione che i naturali sono un insieme ben ordinato, ovvero che ogni sottoinsieme di ha un minimo viene talvolta chiamata Principio del buon ordinamento e si può dimostrare essere equivalente al Principio di induzione.

Il teorema del buon ordinamento

Il teorema del buon ordinamento (da non confondere con il principio del buon ordinamento) asserisce che su ogni insieme non vuoto può essere definita una relazione d'ordine ben fondata (o buon ordinamento). Tale enunciato è equivalente all'assioma della scelta (cioè assumendolo vero si può dimostrare l'assioma della scelta e viceversa).

Curiosità

Se l'insieme è un insieme numerico con cardinalità maggiore di uno () allora scegliendo un suo sottoinsieme con cardinalità pari a 2 (), si può definire il minimo tra i due soli elementi, e con la seguente relazione:

Il massimo tra i due elementi si trova invece con la seguente espressione

Dove con si è indicata la funzione indicatrice.

Note

  1. ^ Reed, Simon, Pag. 1
  2. ^ Reed, Simon, Pag. 2
  3. ^ Reed, Simon, Pag. 3
  4. ^ a b Vincenzo Aversa, Metodi quantitativi delle decisioni. Algebra ed analisi elementare in una selezione di problemi di scelta, collana Manuali per l'università, Liguori Editore, 2000, pp. 12-15, ISBN 9788820731649.

Bibliografia

  • Michael Reed, Barry Simon, Methods of Modern Mathematical Physics, Vol. 1: Functional Analysis, 2ª ed., San Diego, California, Academic press inc., 1980, ISBN 0-12-585050-6.

Voci correlate

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