Cornelio Nepote: differenze tra le versioni

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'''Cornelio Nepote''' ([[100 a.C.]] - [[27 a.C.]]) fu uno storico,scrittore ed antiquario latino. Nacque ad Hostilia (l'odierna [[Ostiglia]]) un villaggio della [[Gallia Cisalpina]] situato sulle rive del [[Po]] non lontano da Verona. Le sue origini galliche sono attestate da [[Decimo Magno Ausonio|Ausonio]], e [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il vecchio]] lo definisce ''Padi accola'', "abitante sulle rive del [[Po]] (''Naturalis historia'', 3, 22). Fu amico di [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]], il quale gli dedicò il suo ''Liber'' (1, 3), di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], con cui ebbe rapporti epistolari, e di [[Tito Pomponio Attico|Attico]]. [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] lo colloca nel quarto anno del regno di [[Ottaviano Augusto|Augusto]]. Plinio il vecchio riferisce che morì sotto il regno di Augusto.
{{quote|Non si può governare bene uno Stato sotto il comando di molti.|Cornelio Nepote, da ''Dione'', VI|Non posse bene geri rempublicam multorum imperiis.|lingua=la}}

'''Cornelio Nepote''' ([[Ostiglia|Hostilia]], [[100 a.C.]] circa - ?, circa [[24 a.C.]]) fu uno storico e uno scrittore [[Storia romana|latino]] tra i più noti.


==Opere==
==Opere==

Versione delle 13:12, 9 mag 2008

(LA)

«Non posse bene geri rempublicam multorum imperiis.»

(IT)

«Non si può governare bene uno Stato sotto il comando di molti.»

Cornelio Nepote (Hostilia, 100 a.C. circa - ?, circa 24 a.C.) fu uno storico e uno scrittore latino tra i più noti.

Opere

Delle opere a noi non pervenute, i Chronica erano un compendio di storia universale, forse basato sull'omonima opera del greco Apollodoro di Atene. Testimonianza dell'esistenza dei Chronica sono Catullo (che vi allude nel I carme del suo Liber), Ausonio (che li cita nella XVI lettera a Probo) e Aulo Gellio (Notti Attiche XVII, 21). probabilmente erano strutturati in tre libri.

Purtroppo perdute sono anche la raccolta di exempla, gli Exemplorum libri, di cui testimoniano Carisio e ancora Gellio, e le due biografie di Cicerone e Catone (di cui un breve sunto è leggibile nel Liber de Latinis historicis).

Sulla scia dei neòteri, come ci tramanda Plinio il Giovane[1]., iniziò a comporre versi, con risultati non particolarmente brillanti.

Il De viris illustribus

Il De viris illustribus è una raccolta - in sedici o diciotto libri - di biografie di personaggi celebri suddivisi per categorie (re, generali, storici, grammatici, giuristi, oratori, poeti ecc.) scritta da Cornelio Nepote.

Del De viris illustribus ci sono pervenuti il libro sui generali stranieri (degna di nota è quella di Annibale, in cui il generale viene presentato positivamente, a dispetto dell'immagine nazionalistica del tempo, che lo voleva perfido e crudele) e due delle biografie relative agli storici: quella di Catone il Censore e quella di Attico. A quest'ultimo, probabilmente, era dedicata l'intera opera.

Il Liber de excellentibus ducibus exterarum gentium conteneva, dopo una prefazione rivolta ad Attico, le vite di diciannove condottieri greci, un cario, due punici e un capitolo sui re maggiormente dotati di virtù guerriere.

Il De viris illustribus manca di spessore e profondità nell'analisi storica delle vicende: a Nepote interessa l'episodio, l'aneddoto con finalità moraleggiante, già tipica delle biografie ellenistiche che Nepote giudicava il migliore modello da seguire. Assenti dunque anche i confronti fra i comandanti stranieri e romani, che era comunque lo scopo dell'accostamento: ogni giudizio è lasciato alla intelligenza del lettore, senza alcun tentativo da parte dell'autore, di influenzarne il giudizio, come esplicitamente espresso nell'introduzione dell'opera.

Lo stile di Nepote non è particolarmente ricercato, ma piano e lineare, talora molto semplice, benché non manchino tentativi di imitare la prosa più complessa dell'amico Cicerone.

La fortuna di Nepote presso i posteri è alta: il suo "De viris illustribus" è alla base de "Le vite parallele" di Plutarco; infatti Nepote, come dice egli stesso, vuole mettere a confronto le virtutes di romani e stranieri.

Note

  1. ^ Plinio il Giovane, Epistulae, 5, 3, 6

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