Satiro: differenze tra le versioni

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[[File:Leaning satyr Musei Capitolini MC739.jpg|thumb|''[[Satiro in riposo]]'', copia romana in [[marmo]] dall'originale dello scultore [[Prassitele]]<ref name="Treccani" />, [[Musei Capitolini]]]]
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[[immagine:Museo Archeologico Nazionale delle Marche - cratere a campana con satiri e menadi (particolare con giovane satiro).jpg|miniatura|Giovane satiro, da un cratere greco ([[Museo archeologico nazionale delle Marche]])]]
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[[File:Pastore di Arcadia tratto da oltre n. 145.jpg|alt=Satyr of Arcadia - Shepherd of Arcadia in a bucolic setting, a masterpiece by Cesare Saccaggi.|miniatura|''"Satyr of Arcadia" - "Shepherd of Arcadia"'' in a bucolic setting, a masterpiece by [[Cesare Saccaggi]].]]
Il '''satiro''' ({{lang-grc|σάτυρος|sátyros}}; al plurale {{polytonic|σάτυροι}}, ''sátyroi'') è una figura [[mitologia greca|mitica]] maschile, compagna di [[Pan]] e [[Dioniso]], che abita nei boschi e sulle montagne<ref name="Treccani">{{Treccani|satiri||accesso=19 aprile 2016}}</ref>. È una divinità minore, personificazione della ''fertilità'' e della forza vitale della natura, connessa con il [[culto]] [[Dioniso|dionisiaco]]<ref name="Treccani" />. Nella [[mitologia romana]] corrisponde al [[fauno]].
Il '''satiro''' ({{lang-grc|σάτυρος|sátyros}}; al plurale {{polytonic|σάτυροι}}, ''sátyroi'') è una figura [[mitologia greca|mitica]] maschile, compagna di [[Pan]] e [[Dioniso]], che abita nei boschi e sulle montagne<ref name="Treccani">{{Treccani|satiri||accesso=19 aprile 2016}}</ref>. È una divinità minore, personificazione della ''fertilità'' e della forza vitale della natura, connessa con il [[culto]] [[Dioniso|dionisiaco]]<ref name="Treccani" />. Nella [[mitologia romana]] corrisponde al [[fauno]].
==Descrizione dei satiri==
==Descrizione dei satiri==

Versione delle 10:28, 14 mag 2024

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Satiro (disambigua).
Disambiguazione – "Satiri" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Satiri (disambigua).
Satiro in riposo, copia romana in marmo dall'originale dello scultore Prassitele[1], Musei Capitolini
Giovane satiro, da un cratere greco (Museo archeologico nazionale delle Marche)

Il satiro (in greco antico: σάτυρος?, sátyros; al plurale σάτυροι, sátyroi) è una figura mitica maschile, compagna di Pan e Dioniso, che abita nei boschi e sulle montagne[1]. È una divinità minore, personificazione della fertilità e della forza vitale della natura, connessa con il culto dionisiaco[1]. Nella mitologia romana corrisponde al fauno.

Descrizione dei satiri

I satiri sono generalmente raffigurati come esseri umani barbuti con orecchie, corna, coda e zampe caprine o equine. Comicamente orribili, hanno capelli simili a una criniera o calvi, visi ferini e nasi camusi e vengono sempre mostrati completamente nudi. Il loro aspetto perse gradualmente, con il passare del tempo, qualche attributo animale.[1] Vengono anche rappresentati come esseri lascivi, spesso dediti al vino, alla musica, a danzare con le ninfe e a suonare l'aulòs.[1] Talvolta sono raffigurati con una vistosa e permanente erezione.[1] Erano compagni del dio Dioniso e si credeva abitassero in luoghi remoti, come boschi, montagne e pascoli. Spesso tentavano di sedurre e violentare le ninfe o donne mortali allo stesso modo, di solito con scarso successo. A volte vengono mostrati mentre praticavano la masturbazione o la zooerastia.

Il loro principale esponente era Sileno, una divinità minore associata (come Ermes e Priapo) alla fertilità.

Nella mitologia greca si narra che i satiri fossero grandi suonatori di flauto e che facevano incantare con la loro musica.[1] Questo strumento fu invenzione della dea Atena, la quale lo gettò, indispettita dal modo in cui le deformava le guance mentre lo suonava. Il satiro Marsia lo raccolse (e fu percosso dalla dea per il suo gesto irrispettoso) e cominciò a suonarlo con incredibile maestria, tanto che, pretendendo di essere in grado di suonare una musica "divina", sfidò Apollo (in altre versioni fu invece il dio a sfidare Marsia, geloso della sua bravura) il quale gli promise di farlo salire con sé sull'Olimpo se la sua musica fosse stata migliore della propria, mentre in caso contrario il satiro sarebbe stato punito. Le Muse avrebbero decretato il vincitore. Il satiro, però, non riuscì a reggere la sfida quando Apollo cominciò ad accompagnare la lira con il canto, poiché non poteva cantare mentre suonava il flauto. Trionfante, il dio dispose del satiro e lo scorticò vivo in presenza delle Muse.

Nella poetica successiva

Del mito del satiro parlano molte fonti classiche, tra cui Ovidio, nel Libro VI delle Metamorfosi; esso è citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri.

Il satiro svolge un ruolo anche nell'estetica di Nietzsche: nella Nascita della tragedia nello spirito della musica, l’uomo originario, «l’uomo vero, il Satiro barbuto», denuncia la civiltà come illusione. "Al fondo dell’arte, e della civiltà che grazie ad essa si inaugura, resta dunque la consapevolezza angosciosa di uno stato di natura dominato dal dolore. A questo stato di natura l’uomo greco dà le forme di un essere primitivo, semi-animalesco –il Satiro –, che corrisponde ad uno stadio pre-umano dell’umanità stessa, anteriore ad ogni forma di civiltà, e dinanzi al quale ogni civiltà si svela come menzogna, in quanto si edifica sull’occultamento del dolore"[2].

Nella cultura di massa

Letteratura

Film

Videogiochi

  • The Witcher 3: Wild Hunt - un mostro del videogioco, chiamato Silvano, è vagamente ispirato al satiro greco-romano: esso è però caratterizzato dalla capacità di sputare fuoco e dalla mole imponente.
  • Nella serie videoludica di God of War i satiri sono nemici ricorrenti, spesso al servizio delle divinità olimpiche.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ a b c d e f g h Satiro, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 aprile 2016.
  2. ^ C. Gentili, Nietzsche, Bologna, Il Mulino, 2001, p. 67.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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