Coordinate: 40°45′04.57″N 14°29′04.54″E

Casa del Fauno: differenze tra le versioni

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[[File:Alexander (Battle of Issus) Mosaic.jpg|thumb|left|upright=1.4|Il [[Battaglia di Isso (mosaico)|mosaico della battaglia di Isso]]]]
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Una prima costruzione della casa risale al [[III secolo a.C.]], di dimensioni ridotte rispetto a quella attuale e caratterizzata da un grande [[Orto (agricoltura)|orto]]<ref name="Archeo">{{cita web|url=http://www.archeoguida.it/001662_pompei-casa-del-fauno.html|titolo=Storia e descrizione della Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110407025912/http://www.archeoguida.it/001662_pompei-casa-del-fauno.html|dataarchivio=7 aprile 2011}}</ref>; nel [[II secolo a.C.]]<ref name="Sepolta">{{cita web|url=http://www.pompeisepolta.com/fauno.htm|titolo=Regio VI - La Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140107213113/http://www.pompeisepolta.com/fauno.htm|dataarchivio=7 gennaio 2014}}</ref>, intorno al [[120 a.C.]]<ref name="Eva">{{cita web|url=http://www.scavi-di-pompei.it/casa-dei-vettii|titolo=Pompei: la Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111128214718/http://www.scavi-di-pompei.it/casa-dei-vettii|dataarchivio=28 novembre 2011}}</ref>, sfruttando anche altre abitazioni vicine ed alzando di circa un [[metro]] il [[Pavimento|piano di calpestio]]<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p.39 }}.</ref>, la casa fu totalmente ricostruita ed ampliata, raggiungendo un'estensione di 2970 [[metro quadrato|metri quadrati]]<ref name="Archeo"/>. Una delle opere principali fu la costruzione di un secondo [[peristilio]]<ref name="Market">{{cita web|url=http://www.marketplace.it/pompeiruins/cfaun.htm|titolo=Storia della casa|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407132203/http://www.marketplace.it/pompeiruins/cfaun.htm|dataarchivio=7 aprile 2014}}</ref>: la scelta di avere una casa con ampi [[atrio (architettura)|atri]] e peristili e pochi ambienti servili e abitativi è da ricondursi al fatto che il [[Proprietà (diritto)|proprietario]] aveva la necessità di ostentare la propria ricchezza ed il proprio potere<ref name="Wind">{{cita web|url=http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/pompei-fauno.html|titolo=Brevi cenni sulla Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012}}</ref>. Nel [[I secolo]] fu risistemata la zona del bagno e dei servizi<ref name="Sovra"/>. Sepolta dall'[[Eruzione vulcanica|eruzione]] del [[Vesuvio]] nel [[79]], fu esplorata a partire dall'inizio del [[XIX secolo]]<ref name="Museo">{{cita web|url=http://museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.it/percorso/nel-museo/P_RA4|titolo=I reperti della casa|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120501092252/http://museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.it/percorso/nel-museo/P_RA4|dataarchivio=1º maggio 2012}}</ref>, offrendo una grande varietà di decorazioni in primo stile, di tipo [[Arte ellenistica|ellenistico]], caratterizzate da numerosi [[Mosaico|mosaici]], asportati per preservarne l'integrità e custoditi al [[museo archeologico nazionale di Napoli]]<ref name="Sovra"/>: al suo interno furono anche ritrovati un gran numero di oggetti in [[oro]] ed [[argento]], tra cui un [[Braccialetto|bracciale]] a forma di corpo di [[Serpentes|serpente]]<ref name="Museo"/>.
Una prima costruzione della casa risale al [[III secolo a.C.]], di dimensioni ridotte rispetto a quella attuale e caratterizzata da un grande [[Orto (agricoltura)|orto]]<ref name="Archeo">{{cita web|url=http://www.archeoguida.it/001662_pompei-casa-del-fauno.html|titolo=Storia e descrizione della Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110407025912/http://www.archeoguida.it/001662_pompei-casa-del-fauno.html|dataarchivio=7 aprile 2011}}</ref>; nel [[II secolo a.C.]]<ref name="Sepolta">{{cita web|url=http://www.pompeisepolta.com/fauno.htm|titolo=Regio VI - La Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140107213113/http://www.pompeisepolta.com/fauno.htm|dataarchivio=7 gennaio 2014}}</ref>, intorno al [[120 a.C.]]<ref name="Eva">{{cita web|url=http://www.scavi-di-pompei.it/casa-dei-vettii|titolo=Pompei: la Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111128214718/http://www.scavi-di-pompei.it/casa-dei-vettii|dataarchivio=28 novembre 2011}}</ref>, sfruttando anche altre abitazioni vicine ed alzando di circa un [[metro]] il [[Pavimento|piano di calpestio]]<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p.39 }}.</ref>, la casa fu totalmente ricostruita ed ampliata, raggiungendo un'estensione di 2970 [[metro quadrato|metri quadrati]]<ref name="Archeo"/>. Una delle opere principali fu la costruzione di un secondo [[peristilio]]<ref name="Market">{{cita web|url=http://www.marketplace.it/pompeiruins/cfaun.htm|titolo=Storia della casa|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407132203/http://www.marketplace.it/pompeiruins/cfaun.htm|dataarchivio=7 aprile 2014}}</ref>: la scelta di avere una casa con ampi [[atrio (architettura)|atri]] e peristili e pochi ambienti servili e abitativi è da ricondursi al fatto che il [[Proprietà (diritto)|proprietario]] aveva la necessità di ostent





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L'ingresso dell'abitazione, sostenuto da [[Pilastro|pilastri]] in [[tufo]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeii.org.uk/m.php/museo-casa-del-fauno-pompei-it-81-m.htm|titolo=Cenni sulla Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012}}</ref>, è caratterizzato da una scritta sul [[Pavimento residenziale|pavimento]] con tessere multicolore, che riportano il saluto ''Have'', per esibire la [[cultura]] del proprietario, conoscitore della [[lingua latina]], in quanto a Pompei, in quel periodo, si parlava ancora la [[lingua osca]]<ref name="Wind"/>. Superato il [[vestibolo (architettura)|vestibolo]], pavimentato in ''opus sectile'', con triangoli in [[marmo]] e [[Calcare|pietra calcarea]]<ref name="Market"/> e nel quale era probabilmente posto un piccolo [[Tempio|tempietto]] realizzate con [[Colonna|colonne]] [[Ordine corinzio|corinzie]], si accede all'atrio: di tipo [[Ordine tuscanico|tuscanico]], al centro è posto l'''impluvium'', realizzato in [[travertino]] e non in tufo, com'era consuetudine<ref name="Archeo"/> e nella [[vasca]] fu ritrovato un satiro danzante, erroneamente interpretato come un [[fauno]]<ref name="ReferenceA">{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 43}}.</ref>, oggi conservato al museo nazionale; era inoltre presente un mosaico in ''[[opus vermiculatum]]'', raffigurante [[Maschera|maschere]] tragiche<ref name="ReferenceA"/>. Nella [[Stanza (architettura)|stanza]] si nota la caratteristica preparazione delle [[Parete (architettura)|pareti]], prima di essere [[affresco|affrescate]]: sono infatti presenti i fori lasciati dai [[Chiodo|chiodi]] che fissavano le lastre di [[piombo]], per impedire all'[[umidità]] di penetrare attraverso l'[[intonaco]] e tale tecnica era una consuetudine utilizzata prima dell'arrivo dei romani<ref name="Market"/>. Intorno all'atrio si aprono diversi [[cubicolo|cubicoli]] e due ''alae'', oltre ad un [[tablino]], nel quale il proprietario, un [[Magistratura (storia romana)|magistrato]] della famiglia dei Satrii, come scritto su una cornice in tufo dove probabilmente era posta una statua<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 49}}.</ref> o dei Cassii, come testimoniato da un [[Anello (gioiello)|anello]] utilizzato come [[Sigillo (oggetto)|sigillo]]<ref name="Eva"/>, riceveva i clienti: al suo interno fu rinvenuto lo [[Scheletro (anatomia umana)|scheletro]] di una [[donna]] intenta a salvare [[denaro|denari]] e [[Gioielleria|gioielli]]<ref name="Archeo"/>. Ai lati del tablino, due [[Triclinio|triclini]], nei quali sono presenti raffigurazioni di [[pesce|pesci]] e di un [[demone]] su una [[Panthera pardus|pantera]]<ref name="Archeo"/>.
L'ingresso dell'abitazione, sostenuto da [[Pilastro|pilastri]] in [[tufo]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeii.org.uk/m.php/museo-casa-del-fauno-pompei-it-81-m.htm|titolo=Cenni sulla Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012}}</ref>, è caratterizzato da una scritta sul [[Pavimento residenziale|pavimento]] con tessere multicolore, che riportano il saluto ''Have'', per esibire la [[cultura]] del proprietario, conoscitore della [[lingua latina]], in quanto a Pompei, in quel periodo, si parlava ancora la [[lingua osca]]<ref name="Wind">{{cita web|url=http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/pompei-fauno.html|titolo=Brevi cenni sulla Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012}}</ref>. Superato il [[vestibolo (architettura)|vestibolo]], pavimentato in ''opus sectile'', con triangoli in [[marmo]] e [[Calcare|pietra calcarea]]<ref name="Market"/> e nel quale era probabilmente posto un piccolo [[Tempio|tempietto]] realizzate con [[Colonna|colonne]] [[Ordine corinzio|corinzie]], si accede all'atrio: di tipo [[Ordine tuscanico|tuscanico]], al centro è posto l'''impluvium'', realizzato in [[travertino]] e non in tufo, com'era consuetudine<ref name="Archeo"/> e nella [[vasca]] fu ritrovato un satiro danzante, erroneamente interpretato come un [[fauno]]<ref name="ReferenceA">{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 43}}.</ref>, oggi conservato al museo nazionale; era inoltre presente un mosaico in ''[[opus vermiculatum]]'', raffigurante [[Maschera|maschere]] tragiche<ref name="ReferenceA"/>. Nella [[Stanza (architettura)|stanza]] si nota la caratteristica preparazione delle [[Parete (architettura)|pareti]], prima di essere [[affresco|affrescate]]: sono infatti presenti i fori lasciati dai [[Chiodo|chiodi]] che fissavano le lastre di [[piombo]], per impedire all'[[umidità]] di penetrare attraverso l'[[intonaco]] e tale tecnica era una consuetudine utilizzata prima dell'arrivo dei romani<ref name="Market"/>. Intorno all'atrio si aprono diversi [[cubicolo|cubicoli]] e due ''alae'', oltre ad un [[tablino]], nel quale il proprietario, un [[Magistratura (storia romana)|magistrato]] della famiglia dei Satrii, come scritto su una cornice in tufo dove probabilmente era posta una statua<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 49}}.</ref> o dei Cassii, come testimoniato da un [[Anello (gioiello)|anello]] utilizzato come [[Sigillo (oggetto)|sigillo]]<ref name="Eva"/>, riceveva i clienti: al suo interno fu rinvenuto lo [[Scheletro (anatomia umana)|scheletro]] di una [[donna]] intenta a salvare [[denaro|denari]] e [[Gioielleria|gioielli]]<ref name="Archeo"/>. Ai lati del tablino, due [[Triclinio|triclini]], nei quali sono presenti raffigurazioni di [[pesce|pesci]] e di un [[demone]] su una [[Panthera pardus|pantera]]<ref name="Archeo"/>.


[[File:Casa del Fauno 5.JPG|thumb|left|upright=1.4|Mosaico pavimentale]]
[[File:Casa del Fauno 5.JPG|thumb|left|upright=1.4|Mosaico pavimentale]]
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Intorno ad un secondo [[Peristasi|atrio tetrastilo]], con quattro colonne<ref name="Scavi">{{cita web|url=http://www.scavi-di-pompei.it/casa-del-fauno|titolo=Casa del Fauno|accesso=6 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120523064009/http://www.scavi-di-pompei.it/casa-del-fauno|dataarchivio=23 maggio 2012}}</ref>, si aprono diversi ambienti di servizio, oltre che un accesso secondario alla casa<ref name="Scavi"/>: la stanza da letto è ornata da un affresco di Satiro e [[Menadi|Baccante]]; tutte le stanze dispongono di decorazioni [[emblema]]tiche come il [[Felis silvestris catus|gatto]] che mangia una [[pernice]] e tre [[Columbidae|colombe]] che rubano un anello. La casa era dotata anche di un piccolo [[Terme romane|quartiere termale]] con ''[[Tepidario|tepidarium]]'' e ''[[Calidario|calidarium]]'', il primo realizzato in una casa privata di Pompei<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 40}}.</ref>.
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La casa dispone di due peristili: quello di minor dimensioni è ornato da ventotto colonne di [[ordine ionico|tipo ionico]], che hanno sostituito quelle originali di [[ordine dorico|tipo dorico]]<ref name="Market"/>; un'[[esedra]] divide i due peristili<ref name="Museo"/> ed al suo interno fu ritrovato un mosaico, che fungeva da pavimentazione, raffigurante la ''[[Battaglia di Isso (mosaico)|Battaglia di Isso]]'' tra [[Alessandro Magno|Alessandro]] e [[Dario III di Persia|Dario]]: il mosaico, commissionato probabilmente poiché antenati del proprietario dovevano avere rapporti con il [[Regno di Macedonia|re macedone]]<ref name="Wind"/>, è una copia del famoso [[Pittura|dipinto]] di [[Grecia antica|epoca greca]], eseguito dal pittore Filosseno ed è stato realizzato con circa un milione e mezzo di [[Tessera (mosaico)|tessere]]<ref name="Sepolta"/>; sulla soglia dell'esedra un mosaico raffigurante scene [[nilo]]tiche<ref name="Museo"/> con [[Hippopotamus amphibius|ippopotami]] e [[Crocodylia|coccodrilli]]<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 50}}.</ref>; sono inoltre presenti [[Stucco|stucchi]] in [[primo stile]]. Il secondo peristilio, più grande, ha una [[lunghezza]] di quarantacinque metri, per una [[larghezza]] di quaranta, è circondato da un doppio ordine di quarantaquattro colonne di tipo dorico, rivestite in stucco<ref name="Market"/> ed è decorato con mosaici: nella parte sinistra del peristilio diverse [[nicchia|nicchie]] venivano utilizzate come [[Lari (divinità)|larari]] e nelle loro vicinanze furono rinvenuti due [[Candelabro|candelabri]] in bronzo, due [[Treppiede|treppiedi]], due [[lampada|lampade]] ed una statuetta del [[Genio (divinità)|Genio]]<ref name="Market"/>. Sul fondo si aprono alcune stanze riservate alla [[Lavoratore domestico|servitù]], di cui una appartenente al custode che svolgeva anche mansioni da giardiniere<ref name="Archeo"/>. Nell'''oecus'' è rappresentato un [[Panthera leo|leone]], in quale però appare notevolmente danneggiato. Nella [[stalla]] sono stati ritrovati i resti di quattro [[Uomo (maschio)|uomini]] e due [[Bos taurus|buoi]]<ref name="Archeo"/>.
La casa dispone di due peristili: quello di minor dimensioni è ornato da ventotto colonne di [[ordine ionico|tipo ionico]], che hanno sostituito quelle originali di [[ordine dorico|tipo dorico]]<ref name="Market"/>; un'[[esedra]] divide i due peristili<ref name="Museo">{{cita web|url=http://museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.it/percorso/nel-museo/P_RA4|titolo=I reperti della casa|accesso=6 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120501092252/http://museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.it/percorso/nel-museo/P_RA4|dataarchivio=1º maggio 2012|urlmorto=sì}}</ref> ed al suo interno fu ritrovato un mosaico, che fungeva da pavimentazione, raffigurante la ''[[Battaglia di Isso (mosaico)|Battaglia di Isso]]'' tra [[Alessandro Magno|Alessandro]] e [[Dario III di Persia|Dario]]: il mosaico, commissionato probabilmente poiché antenati del proprietario dovevano avere rapporti con il [[Regno di Macedonia|re macedone]]<ref name="Wind"/>, è una copia del famoso [[Pittura|dipinto]] di [[Grecia antica|epoca greca]], eseguito dal pittore Filosseno ed è stato realizzato con circa un milione e mezzo di [[Tessera (mosaico)|tessere]]<ref name="Sepolta"/>; sulla soglia dell'esedra un mosaico raffigurante scene [[nilo]]tiche<ref name="Museo"/> con [[Hippopotamus amphibius|ippopotami]] e [[Crocodylia|coccodrilli]]<ref>{{Cita|Pesado e Guidobaldi|p. 50}}.</ref>; sono inoltre presenti [[Stucco|stucchi]] in [[primo stile]]. Il secondo peristilio, più grande, ha una [[lunghezza]] di quarantacinque metri, per una [[larghezza]] di quaranta, è circondato da un doppio ordine di quarantaquattro colonne di tipo dorico, rivestite in stucco<ref name="Market"/> ed è decorato con mosaici: nella parte sinistra del peristilio diverse [[nicchia|nicchie]] venivano utilizzate come [[Lari (divinità)|larari]] e nelle loro vicinanze furono rinvenuti due [[Candelabro|candelabri]] in bronzo, due [[Treppiede|treppiedi]], due [[lampada|lampade]] ed una statuetta del [[Genio (divinità)|Genio]]<ref name="Market"/>. Sul fondo si aprono alcune stanze riservate alla [[Lavoratore domestico|servitù]], di cui una appartenente al custode che svolgeva anche mansioni da giardiniere<ref name="Archeo"/>. Nell'''oecus'' è rappresentato un [[Panthera leo|leone]], in quale però appare notevolmente danneggiato. Nella [[stalla]] sono stati ritrovati i resti di quattro [[Uomo (maschio)|uomini]] e due [[Bos taurus|buoi]]<ref name="Archeo"/>.


==Note==
==Note==

Versione delle 22:01, 8 mag 2024

L'atrio

La casa del Fauno è una casa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei: si tratta di una delle abitazioni più vaste della città e deve il suo nome ad una statua in bronzo, raffigurante un satiro, posta nell'impluvium[1]. Occupa quasi completamente la Insula 12 della Regio VI.

Storia

Il mosaico della battaglia di Isso

Una prima costruzione della casa risale al III secolo a.C., di dimensioni ridotte rispetto a quella attuale e caratterizzata da un grande orto[2]; nel II secolo a.C.[3], intorno al 120 a.C.[4], sfruttando anche altre abitazioni vicine ed alzando di circa un metro il piano di calpestio[5], la casa fu totalmente ricostruita ed ampliata, raggiungendo un'estensione di 2970 metri quadrati[2]. Una delle opere principali fu la costruzione di un secondo peristilio[6]: la scelta di avere una casa con ampi atri e peristili e pochi ambienti servili e abitativi è da ricondursi al fatto che il proprietario aveva la necessità di ostent


Descrizione

Colonnato del peristilio

L'ingresso dell'abitazione, sostenuto da pilastri in tufo[7], è caratterizzato da una scritta sul pavimento con tessere multicolore, che riportano il saluto Have, per esibire la cultura del proprietario, conoscitore della lingua latina, in quanto a Pompei, in quel periodo, si parlava ancora la lingua osca[8]. Superato il vestibolo, pavimentato in opus sectile, con triangoli in marmo e pietra calcarea[6] e nel quale era probabilmente posto un piccolo tempietto realizzate con colonne corinzie, si accede all'atrio: di tipo tuscanico, al centro è posto l'impluvium, realizzato in travertino e non in tufo, com'era consuetudine[2] e nella vasca fu ritrovato un satiro danzante, erroneamente interpretato come un fauno[9], oggi conservato al museo nazionale; era inoltre presente un mosaico in opus vermiculatum, raffigurante maschere tragiche[9]. Nella stanza si nota la caratteristica preparazione delle pareti, prima di essere affrescate: sono infatti presenti i fori lasciati dai chiodi che fissavano le lastre di piombo, per impedire all'umidità di penetrare attraverso l'intonaco e tale tecnica era una consuetudine utilizzata prima dell'arrivo dei romani[6]. Intorno all'atrio si aprono diversi cubicoli e due alae, oltre ad un tablino, nel quale il proprietario, un magistrato della famiglia dei Satrii, come scritto su una cornice in tufo dove probabilmente era posta una statua[10] o dei Cassii, come testimoniato da un anello utilizzato come sigillo[4], riceveva i clienti: al suo interno fu rinvenuto lo scheletro di una donna intenta a salvare denari e gioielli[2]. Ai lati del tablino, due triclini, nei quali sono presenti raffigurazioni di pesci e di un demone su una pantera[2].

Mosaico pavimentale

Intorno ad un secondo atrio tetrastilo, con quattro colonne[11], si aprono diversi ambienti di servizio, oltre che un accesso secondario alla casa[11]: la stanza da letto è ornata da un affresco di Satiro e Baccante; tutte le stanze dispongono di decorazioni emblematiche come il gatto che mangia una pernice e tre colombe che rubano un anello. La casa era dotata anche di un piccolo quartiere termale con tepidarium e calidarium, il primo realizzato in una casa privata di Pompei[12].

La casa dispone di due peristili: quello di minor dimensioni è ornato da ventotto colonne di tipo ionico, che hanno sostituito quelle originali di tipo dorico[6]; un'esedra divide i due peristili[13] ed al suo interno fu ritrovato un mosaico, che fungeva da pavimentazione, raffigurante la Battaglia di Isso tra Alessandro e Dario: il mosaico, commissionato probabilmente poiché antenati del proprietario dovevano avere rapporti con il re macedone[8], è una copia del famoso dipinto di epoca greca, eseguito dal pittore Filosseno ed è stato realizzato con circa un milione e mezzo di tessere[3]; sulla soglia dell'esedra un mosaico raffigurante scene nilotiche[13] con ippopotami e coccodrilli[14]; sono inoltre presenti stucchi in primo stile. Il secondo peristilio, più grande, ha una lunghezza di quarantacinque metri, per una larghezza di quaranta, è circondato da un doppio ordine di quarantaquattro colonne di tipo dorico, rivestite in stucco[6] ed è decorato con mosaici: nella parte sinistra del peristilio diverse nicchie venivano utilizzate come larari e nelle loro vicinanze furono rinvenuti due candelabri in bronzo, due treppiedi, due lampade ed una statuetta del Genio[6]. Sul fondo si aprono alcune stanze riservate alla servitù, di cui una appartenente al custode che svolgeva anche mansioni da giardiniere[2]. Nell'oecus è rappresentato un leone, in quale però appare notevolmente danneggiato. Nella stalla sono stati ritrovati i resti di quattro uomini e due buoi[2].

Note

  1. ^ Breve descrizione della Casa del Fauno, su pompeiisites.org. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  2. ^ a b c d e f g Storia e descrizione della Casa del Fauno, su archeoguida.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2011).
  3. ^ a b Regio VI - La Casa del Fauno, su pompeisepolta.com. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  4. ^ a b Pompei: la Casa del Fauno, su scavi-di-pompei.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2011).
  5. ^ Pesado e Guidobaldi, p.39.
  6. ^ a b c d e f Storia della casa, su marketplace.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
  7. ^ Cenni sulla Casa del Fauno, su pompeii.org.uk. URL consultato il 6 marzo 2012.
  8. ^ a b Brevi cenni sulla Casa del Fauno, su spazioinwind.libero.it. URL consultato il 6 marzo 2012.
  9. ^ a b Pesado e Guidobaldi, p. 43.
  10. ^ Pesado e Guidobaldi, p. 49.
  11. ^ a b Casa del Fauno, su scavi-di-pompei.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2012).
  12. ^ Pesado e Guidobaldi, p. 40.
  13. ^ a b I reperti della casa, su museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2012).
  14. ^ Pesado e Guidobaldi, p. 50.

Bibliografia

  • Fabrizio Pesando e Maria Paola Guidobaldi, Gli ozi di Ercole: residenze di lusso a Pompei ed Ercolano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, ISBN non esistente.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN234787056 · LCCN (ENsh2001009847 · J9U (ENHE987007294661605171 · WorldCat Identities (ENviaf-234787056