Reynoutria japonica: differenze tra le versioni
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'''''Reynoutria japonica''''', nota anche come '''''Fallopia japonica''''' o '''''Polygonum cuspidatum''''' o con il nome comune di '''poligono del Giappone'''<ref>{{Cita web|url=https://funghimagazine.it/reynoutria-japonica-o-poligono-del-giappone-lalieno-che-vien-dallasia/|titolo=Reynoutria Japonica O Poligono Del Giappone – L'alieno Che Vien Dall'Asia|accesso=10 agosto 2022}}</ref> è una pianta erbacea perenne della famiglia delle ''[[Polygonaceae]]'', originaria dell'Asia orientale (Cina, Corea e Giappone)<ref>{{Cita web|url=https://powo.science.kew.org/taxon/urn:lsid:ipni.org:names:435655-1|titolo=Reynoutria japonica Houtt.|lingua=en|accesso=10 agosto 2022}}</ref> e introdotta in Europa nel [[Medioevo]] quale pianta foraggera, molto adatta a crescere in luoghi umidi. Può raggiungere un'altezza compresa tra 1 e 4 metri, ha una crescita rapidissima ed è considerata specie invasiva.<ref name="Cabi">{{Cita web|url=https://www.cabi.org/isc/datasheet/23875|titolo=Fallopia japonica (Japanese knotweed)|lingua=en|accesso=10 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.invasive-species.org/species/japanese-knotweed-alliance/|titolo=Japanese Knotweed Alliance|lingua=en|accesso=10 agosto 2022}}</ref> Il gambo assomiglia a quello del bambù. |
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== Descrizione == |
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Il poligono del Giappone ha steli cavi con distinti nodi in rilievo che lo fanno assomigliare al bambù. Gli steli possono raggiungere una lunghezza da 1 a 4 metri, le foglie sono ovali o triangolari, lunghe 7-14 cm e larghe 5-12 cm, a margine intero. |
Il poligono del Giappone ha steli cavi con distinti nodi in rilievo che lo fanno assomigliare al bambù. Gli steli possono raggiungere una lunghezza da 1 a 4 metri, le foglie sono ovali o triangolari, lunghe 7-14 cm e larghe 5-12 cm, a margine intero. Gli steli nascono da un enorme rizoma che può raggiungere i 30 cm di diametro. Le foglie sono alterne. I fiori sono piccoli, crema o bianchi, prodotti in grappoli eretti lunghi 6-15 cm e avviene a fine estate/inizio autunno. Gli steli aerei muoiono in inverno e persistono solo gemme sotterranee. In primavera (marzo-aprile) si sviluppano gemme a ridosso della superficie del suolo; i giovani steli diventano quindi visibili e crescono molto rapidamente in altezza; la sua crescita può variare da 1 a 8 cm al giorno, quindi può raggiungere la sua altezza massima di 4 m in 2 mesi. Una volta raggiunta la loro altezza massima, i fusti si ramificano. La formazione delle foglie continua fino alla fine dell'estate e la fioritura avviene tardivamente, tra settembre e ottobre. I frutti sono degli acheni di 2-4 mm di lunghezza. Poche settimane dopo (inizio novembre), le foglie cadono massicciamente e gli steli aerei muoiono subito dopo. |
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La riproduzione è molto efficiente e può avvenire per seme o tramite rizomi. La più utilizzata è senza dubbio la propagazione vegetativa. Quasi due terzi della biomassa di una pianta si trova nel suolo in un'estesa rete di rizomi, che si estendono da 1 a 3 metri di profondità e fino a 10 metri di diametro. Un frammento di rizoma di un centimetro (7 grammi) può formare un nuovo individuo. |
La riproduzione è molto efficiente e può avvenire per seme o tramite rizomi. La più utilizzata è senza dubbio la propagazione vegetativa. Quasi due terzi della biomassa di una pianta si trova nel suolo in un'estesa rete di rizomi, che si estendono da 1 a 3 metri di profondità e fino a 10 metri di diametro. Un frammento di rizoma di un centimetro (7 grammi) può formare un nuovo individuo. |
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== Specie invasiva == |
== Specie invasiva == |
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Questa specie è elencata dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come una delle 100 peggiori specie invasive del mondo. |
Questa specie è elencata dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come una delle 100 peggiori specie invasive del mondo. |
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È un colonizzatore di ecosistemi umidi temperati, bordi stradali e luoghi incolti. Forma colonie dense che escludono completamente qualsiasi altra specie erbacea ed è considerata una delle peggiori specie invasive. Il terreno ricoperto dal Poligono giapponesa è così ombreggiato che anche la crescita dell'erba si estingue. Il successo della specie è stato in parte attribuito alla sua tolleranza ad una gamma molto ampia di condizioni; tra cui siccità, diversi tipi di suolo, pH del suolo variabile ed elevata salinità. I suoi rizomi possono sopravvivere a temperature di -35 ° C |
È un colonizzatore di ecosistemi umidi temperati, bordi stradali e luoghi incolti. Forma colonie dense che escludono completamente qualsiasi altra specie erbacea ed è considerata una delle peggiori specie invasive. Il terreno ricoperto dal Poligono giapponesa è così ombreggiato che anche la crescita dell'erba si estingue. Il successo della specie è stato in parte attribuito alla sua tolleranza ad una gamma molto ampia di condizioni; tra cui siccità, diversi tipi di suolo,<ref name="Cabi"/> pH del suolo variabile ed elevata salinità. I suoi rizomi possono sopravvivere a temperature di -35 ° C e possono estendersi per 6-7 metri in orizzontale e 2-3 metri di profondità, rendendo estremamente difficile la rimozione mediante scavo. La pianta è anche resistente al taglio, ricrescendo vigorosamente dalle radici. |
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L'apparato radicale invasivo e la forte crescita possono danneggiare fondamenta; può spaccare, con i rizomi e i germogli, |
L'apparato radicale invasivo e la forte crescita possono danneggiare fondamenta; può spaccare, con i rizomi e i germogli, muri e pavimentazioni in calcestruzzo, edifici, strade, pavimentazioni, muri di sostegno. La forza del suo apparato sotterraneo è tale da perforare asfalto e cemento, scalzare rivestimenti, insinuarsi tra tubature e impianti domestici. Può anche ridurre la capacità dei canali nelle difese contro le inondazioni. |
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L’espansione di queste specie è favorita anche dall’assenza, in Europa, di nemici naturali mentre, nella zona di origine, sono presenti ben 30 specie di insetti e 6 specie di funghi che ne contengono lo sviluppo. |
L’espansione di queste specie è favorita anche dall’assenza, in Europa, di nemici naturali mentre, nella zona di origine, sono presenti ben 30 specie di insetti e 6 specie di funghi che ne contengono lo sviluppo. |
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Il Poligono giapponese, ovunque si stabilisca, blocca le successioni vegetali naturali impedendo la rigenerazione di altre piante mediante semina o germogli. Costituiscono quindi una reale minaccia per l'equilibrio biologico e fisico di torrenti, fiumi e foreste ripariali. |
Il Poligono giapponese, ovunque si stabilisca, blocca le successioni vegetali naturali impedendo la rigenerazione di altre piante mediante semina o germogli. Costituiscono quindi una reale minaccia per l'equilibrio biologico e fisico di torrenti, fiumi e foreste ripariali. |
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I fiori di Poligono giapponese sono apprezzati da alcuni apicoltori come un'importante fonte di nettare per le api mellifere, in un periodo dell'anno (autunno) in cui poco altro fiorisce. Il poligono giapponese produce un miele monofloreale, solitamente chiamato miele di bambù dagli apicoltori degli Stati Uniti nordorientali. |
I fiori di Poligono giapponese sono apprezzati da alcuni apicoltori come un'importante fonte di nettare per le api mellifere, in un periodo dell'anno (autunno) in cui poco altro fiorisce. Il poligono giapponese produce un miele monofloreale, solitamente chiamato miele di bambù dagli apicoltori degli Stati Uniti nordorientali. |
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Cresce ampiamente in tutto il Giappone ed è raccolto come ortaggio selvatico commestibile (sansai). I giovani steli sono commestibili come ortaggio primaverile, dal sapore simile al rabarbaro. In alcune località, il poligono giapponese semi-coltivato a scopo alimentare è stato utilizzato come mezzo per controllare le popolazioni di poligono che invadono le aree umide sensibili e cacciano la vegetazione autoctona. |
Cresce ampiamente in tutto il Giappone ed è raccolto come ortaggio selvatico commestibile (sansai). I giovani steli sono commestibili come ortaggio primaverile, dal sapore simile al rabarbaro.<ref>{{Cita libro|titolo=Edible wild plants: a North American field guide to over 200 natural foods|autore=Thomas S. Elias|autore2=Peter A. Dykeman|annooriginale=1982|anno=2009|editore=Sterling|città=New York|p=99|lingua=en|ISBN=978-1-4027-6715-9}}</ref> In alcune località, il poligono giapponese semi-coltivato a scopo alimentare è stato utilizzato come mezzo per controllare le popolazioni di poligono che invadono le aree umide sensibili e cacciano la vegetazione autoctona. |
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Vengono utilizzate foglie e germogli giovani, che sembrano asparagi. Sono estremamente acidi; la pelle esterna fibrosa va sbucciata, messa a bagno in acqua per mezza giornata cruda o dopo averla sbollentata, prima di essere cotta. |
Vengono utilizzate foglie e germogli giovani, che sembrano asparagi. Sono estremamente acidi; la pelle esterna fibrosa va sbucciata, messa a bagno in acqua per mezza giornata cruda o dopo averla sbollentata, prima di essere cotta. |
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Versione delle 21:37, 10 ago 2022
| Reynoutria japonica | |
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| Classificazione APG IV | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Plantae |
| (clade) | Angiosperme |
| (clade) | Mesangiosperme |
| (clade) | Eudicotiledoni |
| (clade) | Eudicotiledoni centrali |
| (clade) | Superasteridi |
| Ordine | Caryophyllales |
| Famiglia | Polygonaceae |
| Genere | Reynoutria |
| Specie | Reynoutria japonica |
| Classificazione Cronquist | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Plantae |
| Sottoregno | Tracheobionta |
| Divisione | Magnoliophyta |
| Classe | Magnoliopsida |
| Sottoclasse | Caryophyllidae |
| Ordine | Polygonales |
| Famiglia | Polygonaceae |
| Sottofamiglia | Polygonoideae |
| Genere | Reynoutria |
| Specie | Reynoutria japonica |
| Nomenclatura binomiale | |
| Reynoutria Japonica (Houtt.) | |
| Sinonimi | |
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Fallopia japonica | |
| Nomi comuni | |
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Poligono Del Giappone | |
Reynoutria japonica, nota anche come Fallopia japonica o Polygonum cuspidatum o con il nome comune di poligono del Giappone[1] è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Polygonaceae, originaria dell'Asia orientale (Cina, Corea e Giappone)[2] e introdotta in Europa nel Medioevo quale pianta foraggera, molto adatta a crescere in luoghi umidi. Può raggiungere un'altezza compresa tra 1 e 4 metri, ha una crescita rapidissima ed è considerata specie invasiva.[3][4] Il gambo assomiglia a quello del bambù.
Descrizione
Il poligono del Giappone ha steli cavi con distinti nodi in rilievo che lo fanno assomigliare al bambù. Gli steli possono raggiungere una lunghezza da 1 a 4 metri, le foglie sono ovali o triangolari, lunghe 7-14 cm e larghe 5-12 cm, a margine intero. Gli steli nascono da un enorme rizoma che può raggiungere i 30 cm di diametro. Le foglie sono alterne. I fiori sono piccoli, crema o bianchi, prodotti in grappoli eretti lunghi 6-15 cm e avviene a fine estate/inizio autunno. Gli steli aerei muoiono in inverno e persistono solo gemme sotterranee. In primavera (marzo-aprile) si sviluppano gemme a ridosso della superficie del suolo; i giovani steli diventano quindi visibili e crescono molto rapidamente in altezza; la sua crescita può variare da 1 a 8 cm al giorno, quindi può raggiungere la sua altezza massima di 4 m in 2 mesi. Una volta raggiunta la loro altezza massima, i fusti si ramificano. La formazione delle foglie continua fino alla fine dell'estate e la fioritura avviene tardivamente, tra settembre e ottobre. I frutti sono degli acheni di 2-4 mm di lunghezza. Poche settimane dopo (inizio novembre), le foglie cadono massicciamente e gli steli aerei muoiono subito dopo. La riproduzione è molto efficiente e può avvenire per seme o tramite rizomi. La più utilizzata è senza dubbio la propagazione vegetativa. Quasi due terzi della biomassa di una pianta si trova nel suolo in un'estesa rete di rizomi, che si estendono da 1 a 3 metri di profondità e fino a 10 metri di diametro. Un frammento di rizoma di un centimetro (7 grammi) può formare un nuovo individuo.
Storia
Già introdotta nel Medioevo dalla Via della Seta come pianta da foraggio, fu reintrodotta nei Paesi Bassi da Philipp Franz von Siebold, ufficiale medico della Compagnia Olandese delle Indie Orientali di stanza a Nagasaki tra il 1823 e il 1829. La coltivò nel suo giardino di acclimatamento nel 1825, a Leida come pianta ornamentale, pianta da api e foraggio. Nel 1847 la società di agricoltura e orticoltura della città di Utrecht assegnò la medaglia d'oro al Poligono giapponese per la bellezza del suo fogliame e delle sue profumate infiorescenze. Introdotto in Europa nel 19° secolo, il poligono giapponese si è naturalizzato alla fine del 19° secolo ma non ha rivelato una colonizzazione esponenziale fino alla metà del 20° secolo. Si è diffuso su terreni rilavorati, lungo strade e ferrovie e soprattutto lungo i corsi d'acqua, ponendo gravi problemi ecologici. Le attività umane, in particolare lo spostamento di terreni contaminati da rizomi, durante i lavori di ingegneria civile e rurale, e le inondazioni, che strappano questi rizomi (o fusti verdi) dagli argini, sono i vettori essenziali di dispersione della pianta. A causa di problemi di fertilità, la dispersione dei semi rimane piuttosto limitata.
Specie invasiva
Questa specie è elencata dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come una delle 100 peggiori specie invasive del mondo. È un colonizzatore di ecosistemi umidi temperati, bordi stradali e luoghi incolti. Forma colonie dense che escludono completamente qualsiasi altra specie erbacea ed è considerata una delle peggiori specie invasive. Il terreno ricoperto dal Poligono giapponesa è così ombreggiato che anche la crescita dell'erba si estingue. Il successo della specie è stato in parte attribuito alla sua tolleranza ad una gamma molto ampia di condizioni; tra cui siccità, diversi tipi di suolo,[3] pH del suolo variabile ed elevata salinità. I suoi rizomi possono sopravvivere a temperature di -35 ° C e possono estendersi per 6-7 metri in orizzontale e 2-3 metri di profondità, rendendo estremamente difficile la rimozione mediante scavo. La pianta è anche resistente al taglio, ricrescendo vigorosamente dalle radici. L'apparato radicale invasivo e la forte crescita possono danneggiare fondamenta; può spaccare, con i rizomi e i germogli, muri e pavimentazioni in calcestruzzo, edifici, strade, pavimentazioni, muri di sostegno. La forza del suo apparato sotterraneo è tale da perforare asfalto e cemento, scalzare rivestimenti, insinuarsi tra tubature e impianti domestici. Può anche ridurre la capacità dei canali nelle difese contro le inondazioni. L’espansione di queste specie è favorita anche dall’assenza, in Europa, di nemici naturali mentre, nella zona di origine, sono presenti ben 30 specie di insetti e 6 specie di funghi che ne contengono lo sviluppo. Il Poligono giapponese, ovunque si stabilisca, blocca le successioni vegetali naturali impedendo la rigenerazione di altre piante mediante semina o germogli. Costituiscono quindi una reale minaccia per l'equilibrio biologico e fisico di torrenti, fiumi e foreste ripariali. Il poligono giapponese è ormai ben radicato nella maggior parte dei paesi europei e genera numerosi impatti negativi. In pratica, un colonizzatore inarrestabile che prende il sopravvento sulla vegetazione originaria.
Uso
I fiori di Poligono giapponese sono apprezzati da alcuni apicoltori come un'importante fonte di nettare per le api mellifere, in un periodo dell'anno (autunno) in cui poco altro fiorisce. Il poligono giapponese produce un miele monofloreale, solitamente chiamato miele di bambù dagli apicoltori degli Stati Uniti nordorientali.
Cresce ampiamente in tutto il Giappone ed è raccolto come ortaggio selvatico commestibile (sansai). I giovani steli sono commestibili come ortaggio primaverile, dal sapore simile al rabarbaro.[5] In alcune località, il poligono giapponese semi-coltivato a scopo alimentare è stato utilizzato come mezzo per controllare le popolazioni di poligono che invadono le aree umide sensibili e cacciano la vegetazione autoctona. Vengono utilizzate foglie e germogli giovani, che sembrano asparagi. Sono estremamente acidi; la pelle esterna fibrosa va sbucciata, messa a bagno in acqua per mezza giornata cruda o dopo averla sbollentata, prima di essere cotta.
Note
- ^ Reynoutria Japonica O Poligono Del Giappone – L'alieno Che Vien Dall'Asia, su funghimagazine.it. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ (EN) Reynoutria japonica Houtt., su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ a b (EN) Fallopia japonica (Japanese knotweed), su cabi.org. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ (EN) Japanese Knotweed Alliance, su invasive-species.org. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ (EN) Thomas S. Elias e Peter A. Dykeman, Edible wild plants: a North American field guide to over 200 natural foods, New York, Sterling, 2009 [1982], p. 99, ISBN 978-1-4027-6715-9.
| Controllo di autorità | LCCN (EN) sh96010870 · J9U (EN, HE) 987007542012105171 |
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