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Caposquadra manutenzioni presso l'industria Vetrocoke di [[Venezia]] [[Marghera]], è stato motorista navale nella [[Regia Marina]], durante la [[Seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]]. |
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Come la maggioranza di tutti gli internati militari italiani, nonostante la fame, le privazioni, le umiliazioni, le sofferenze e il massacrante lavoro nelle fabbriche belliche, respinge le continue proposte di aderire al nazifascismo. La sua è un’audace lotta quotidiana per sopravvivere, con tutti gli espedienti possibili, sabotando anche la produzione bellica tedesca e creando nei lager una rete clandestina di informazioni e amicizie tra i prigionieri di varie nazionalità. In questa drammatica situazione riesce a far rivivere la solidarietà e l’amore verso chi soffre più di lui: rischiando la propria vita, aiuta e sfama, con le poche risorse alimentari trovate e il vestiario, le ragazze ebree del campo di lavoro di Sackisch Kudowa in Polonia. |
Come la maggioranza di tutti gli internati militari italiani, nonostante la fame, le privazioni, le umiliazioni, le sofferenze e il massacrante lavoro nelle fabbriche belliche, respinge le continue proposte di aderire al nazifascismo. La sua è un’audace lotta quotidiana per sopravvivere, con tutti gli espedienti possibili, sabotando anche la produzione bellica tedesca e creando nei lager una rete clandestina di informazioni e amicizie tra i prigionieri di varie nazionalità. In questa drammatica situazione riesce a far rivivere la solidarietà e l’amore verso chi soffre più di lui: rischiando la propria vita, aiuta e sfama, con le poche risorse alimentari trovate e il vestiario, le ragazze ebree del campo di lavoro di Sackisch Kudowa in Polonia. |
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=== La testimonianza dei lager nazisti === |
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Ritorna in Italia nel 1945, dopo quasi due anni passati nei lager nazisti, consapevole che il suo rifiuto a collaborare con il nazifascismo e la sua personale lotta di “Resistenza senza armi” nei lager nazisti, hanno contribuito a portare la libertà e la democrazia in Italia. |
Ritorna in Italia nel 1945, dopo quasi due anni passati nei lager nazisti, consapevole che il suo rifiuto a collaborare con il nazifascismo e la sua personale lotta di “Resistenza senza armi” nei lager nazisti, hanno contribuito a portare la libertà e la democrazia in Italia. |
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Nel dopoguerra, nel 1951, inizia a scrivere il manoscritto, raccolta di memorie, ''Lotta per sopravvivere. La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo'', relativo al periodo passato nei lager nazisti. Viene successivamente stampato a [[Venezia]], dalla casa Editrice Cafoscarina, nel 2007, corredato da indicazioni e riferimenti storici a cura del figlio Sandro. |
Nel dopoguerra, nel 1951, inizia a scrivere il manoscritto, raccolta di memorie, ''Lotta per sopravvivere. La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo'', relativo al periodo passato nei lager nazisti. Viene successivamente stampato a [[Venezia]], dalla casa Editrice Cafoscarina, nel 2007, corredato da indicazioni e riferimenti storici a cura del figlio Sandro. |
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Il libro, per la sua storia di solidarietà verso la popolazione ebraica nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia, tradotto parte in [[Lingua inglese|inglese]], è depositato presso lo [[Yad Vashem]] di [[Gerusalemme]], in [[Israele]], nello [[United States Holocaust Memorial Museum]] di [[Washington]] negli [[Stati Uniti]] e nel Museo del lager di Gross Rosen, a [[Rogosnizza]], in Polonia. È stato tradotto inoltre, in [[Lingua ceca|ceco]], per le sue vicende storiche che lo hanno visto presente durante la Liberazione nella cittadina di Dvur Kralove, attualmente nella [[Repubblica Ceca]]. Nel 2016 il libro è stato inoltre tradotto in [[Lingua francese|francese]] da Ginette Mabille, figlia di una ex internata nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia. |
Il libro, per la sua storia di solidarietà verso la popolazione ebraica nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia, tradotto parte in [[Lingua inglese|inglese]], è depositato presso lo [[Yad Vashem]] di [[Gerusalemme]], in [[Israele]], nello [[United States Holocaust Memorial Museum]] di [[Washington]] negli [[Stati Uniti]] e nel Museo del lager di Gross Rosen, a [[Rogosnizza]], in Polonia. È stato tradotto in parte inoltre, in [[Lingua ceca|ceco]], per le sue vicende storiche che lo hanno visto presente durante la Liberazione nella cittadina di Dvur Kralove, attualmente nella [[Repubblica Ceca]]. Nel 2016 il libro è stato inoltre tradotto in [[Lingua francese|francese]] da Ginette Mabille, figlia di una ex internata con Luigi Baldan nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia. |
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⚫ | Luigi Baldan ha pubblicato numerosi articoli nei quotidiani locali veneziani, per sensibilizzare la pubblica opinione, in merito alle vicende storiche degli ex internati militari italiani. Ha raccontato la sua storia nelle scuole ed in alcuni incontri pubblici. Nel 2010 la sua storia è stata oggetto di una tesi di Laurea in Storia presso l'Università Cà Foscari di Venezia, a cura di Marco Chiarelli.[[File:Foto Luigi Baldan (31.5.2014).jpg|thumb|Luigi Baldan nel 2014|alt=|263x263px]]È vissuto a [[Mirano]], dove ha continuato la sua opera di testimonianza delle vicende nei lager nazisti, fino alla sua morte nel 3 febbraio 2017, qualche mese prima di compiere 100 anni.<ref>{{Cita news |autore=Filppo De Gaspari |url=http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2017/02/04/news/si-e-spento-luigi-baldan-combatte-hitler-senz-armi-1.14818477 |titolo=Si è spento Luigi Baldan, combattè Hitler senz’armi |data=3 febbraio 2017 |pubblicazione=[[la Nuova di Venezia e Mestre|La Nuova Venezia]]}}</ref> |
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[[File:Venezia, 1978 - Luigi Baldan premiato dal ministro on.Tina Anselmi.jpg|sinistra|miniatura|240x240px|Luigi Baldan, premiato nel 1978 presso la Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura di Venezia dall'on.Tina Anselmi, allora Ministro del Lavoro.]] |
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Luigi Baldan ha pubblicato numerosi articoli nei quotidiani locali veneziani, per sensibilizzare la pubblica opinione, in merito alle vicende storiche degli ex internati militari italiani. Ha raccontato la sua storia nelle scuole ed in alcuni incontri pubblici. Nel 2010 la sua storia è stata oggetto di una tesi di Laurea in Storia presso l'Università Cà Foscari di Venezia, a cura di Marco Chiarelli. |
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⚫ | È vissuto a [[Mirano]], dove ha continuato la sua opera di testimonianza delle vicende nei lager nazisti, fino alla sua morte nel 3 febbraio 2017, qualche mese prima di compiere 100 anni.<ref>{{Cita news |autore=Filppo De Gaspari |url=http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2017/02/04/news/si-e-spento-luigi-baldan-combatte-hitler-senz-armi-1.14818477 |titolo=Si è spento Luigi Baldan, combattè Hitler senz’armi |data=3 febbraio 2017 |pubblicazione=[[la Nuova di Venezia e Mestre|La Nuova Venezia]]}}</ref> |
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== Libri == |
== Libri == |
Versione delle 09:36, 12 set 2020
Luigi Baldan | |
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Luigi Baldan nel 2010 | |
Nascita | Dolo, 5 settembre 1917 |
Morte | Mirano, 3 febbraio 2017 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Luigi Baldan (Dolo, 5 settembre 1917 – Mirano, 3 febbraio 2017) è stato un militare e operaio italiano. Ex internato militare italiano nei lager nazisti e testimone della Shoah.
Biografia
Servizio militare e detenzione nei lager nazisti
Caposquadra manutenzioni presso l'industria Vetrocoke di Venezia Marghera, è stato motorista navale nella Regia Marina, durante la Seconda Guerra Mondiale.
In servizio nelle officine meccaniche della Regia Marina Militare nel porto di Sebenico in Dalmazia (ora Sibenik in Croazia), subito dopo lo sbandamento seguito dall’annuncio dell'armistizio dell'8 settembre 1943, come i circa settecentomila militari italiani dispersi nei vari fronti di guerra, viene catturato dai tedeschi. Dopo un estenuante e disumano viaggio nei carri bestiame, viene così internato prima a Bad Orb e poi a Francoforte sul Meno, in Germania, e infine a Sackisch Kudowa, in Polonia.
Come la maggioranza di tutti gli internati militari italiani, nonostante la fame, le privazioni, le umiliazioni, le sofferenze e il massacrante lavoro nelle fabbriche belliche, respinge le continue proposte di aderire al nazifascismo. La sua è un’audace lotta quotidiana per sopravvivere, con tutti gli espedienti possibili, sabotando anche la produzione bellica tedesca e creando nei lager una rete clandestina di informazioni e amicizie tra i prigionieri di varie nazionalità. In questa drammatica situazione riesce a far rivivere la solidarietà e l’amore verso chi soffre più di lui: rischiando la propria vita, aiuta e sfama, con le poche risorse alimentari trovate e il vestiario, le ragazze ebree del campo di lavoro di Sackisch Kudowa in Polonia.
La testimonianza dei lager nazisti
Ritorna in Italia nel 1945, dopo quasi due anni passati nei lager nazisti, consapevole che il suo rifiuto a collaborare con il nazifascismo e la sua personale lotta di “Resistenza senza armi” nei lager nazisti, hanno contribuito a portare la libertà e la democrazia in Italia.
Nel dopoguerra, nel 1951, inizia a scrivere il manoscritto, raccolta di memorie, Lotta per sopravvivere. La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo, relativo al periodo passato nei lager nazisti. Viene successivamente stampato a Venezia, dalla casa Editrice Cafoscarina, nel 2007, corredato da indicazioni e riferimenti storici a cura del figlio Sandro.
Il libro, per la sua storia di solidarietà verso la popolazione ebraica nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia, tradotto parte in inglese, è depositato presso lo Yad Vashem di Gerusalemme, in Israele, nello United States Holocaust Memorial Museum di Washington negli Stati Uniti e nel Museo del lager di Gross Rosen, a Rogosnizza, in Polonia. È stato tradotto in parte inoltre, in ceco, per le sue vicende storiche che lo hanno visto presente durante la Liberazione nella cittadina di Dvur Kralove, attualmente nella Repubblica Ceca. Nel 2016 il libro è stato inoltre tradotto in francese da Ginette Mabille, figlia di una ex internata con Luigi Baldan nel campo nazista di Sackisch Kudowa in Polonia.
Luigi Baldan ha pubblicato numerosi articoli nei quotidiani locali veneziani, per sensibilizzare la pubblica opinione, in merito alle vicende storiche degli ex internati militari italiani. Ha raccontato la sua storia nelle scuole ed in alcuni incontri pubblici. Nel 2010 la sua storia è stata oggetto di una tesi di Laurea in Storia presso l'Università Cà Foscari di Venezia, a cura di Marco Chiarelli.
È vissuto a Mirano, dove ha continuato la sua opera di testimonianza delle vicende nei lager nazisti, fino alla sua morte nel 3 febbraio 2017, qualche mese prima di compiere 100 anni.[1]
Libri
- Lotta per sopravvivere. La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo, Editrice Cafoscarina, 2007, ISBN 9788875431518, OCLC 145723672.
Onorificenze
- Medaglia d'oro "Premio Gruppo Anziani Vetrocoke", 1º maggio 1969, dall'industria Vetrocoke Cokapuania S.p.A.;
- Medaglia d'oro "Premio di fedeltà al lavoro e di incoraggiamento al progresso economico", 18 febbraio 1978, dalla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Venezia;
- "Croce al Merito di Guerra", dal Ministero della Difesa - Direzione Generale per il Personale della Marina;
- Concessione delle "Campagne di guerra" per gli anni 1940-41-42-43-44-45, dal Ministero della Difesa - Direzione Generale per il Personale della Marina;
- Distintivo di "Volontario della Libertà",dal Ministero della Difesa;
- "Medaglia d'onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto", D.P.R. del 18 aprile 2008, dal Presidente della Repubblica Italiana;
- Cavaliere dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana", D.P.R. del 6 giugno 2009.
Note
- ^ Filppo De Gaspari, Si è spento Luigi Baldan, combattè Hitler senz’armi, in La Nuova Venezia, 3 febbraio 2017.
Collegamenti esterni
- Luigi Baldan 1917 - 2017, su Gariwo.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 204945409 |
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