Unione Canottieri Livornesi

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Unione Canottieri Livornesi
Colori socialiBianco, Blu
Dati societari
CittàLivorno
PaeseBandiera dell'Italia Italia
FederazioneFIC, FICK
Fondazione1919
PresidentePier Duilio Puccetti
Discipline

L'Unione Canottieri Livornesi è una società remiera italiana, con sede a Livorno, attiva nel canottaggio e nella canoa, canades o kayak. I suoi equipaggi hanno partecipato alle olimpiadi, raccogliendo 2 medaglie d'argento nell'otto a Los Angeles 1932 e Berlino 1936. Nel 2020 il club è stato insignito dal CONI con il collare d'oro. Gli atleti della società furono noti negli anni d'oro come Scarronzoni.

La storia[modifica | modifica wikitesto]

L'8 dell'Unione Canottieri Livornesi vincitore dei Campionati italiani di canottaggio di Pallanza 1929

L'Unione Canottieri Livornesi venne costituita nel 1919 dalla fusione di tre società sportive di canottaggio: la Alfredo Cappellini fondata nel 1876, il Club Nautico il Remo fondato nel 1895 e il Club Nautico Livorno fondato nel 1908.

La sede venne fissata nelle cantine degli Scali D’Azeglio che appartenevano al Club Nautico Livorno.[1] Venne eletto presidente Gino Benini, vice presidente Vincenzo Razzauti e direttore di voga Carlino Mazzanti.

Gli Scarronzoni[modifica | modifica wikitesto]

Scarronzoni
Gli Scarronzoni fotografati in una delle loro prime gare nazionali, nel 1928. Da sinistra Enrico Garzelli, Dino Barsotti, Guglielmo Del Bimbo, Mario Del Bimbo, seduti Vittorio Cioni, , Renato Tognaccini, Enzo Favilla, Eugenio Nenci e un ragazzo che quel giorno, nella fotografia, sostituì il timoniere Mario Ghiozzi.
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Canottaggio
Specialità Otto
Squadra Unione Canottieri Livornesi
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 2 0
Europei 2 3 1

Per maggiori dettagli vedi qui

Statistiche aggiornate al 30 gennaio 2011

Con il nome di Scarronzoni venivano chiamati gli atleti della società remiera dell'Unione Canottieri Livornesi che composero gli equipaggi di canottaggio nella specialità dell'otto maschile ai Giochi olimpici di Los Angeles del 1932 e di Berlino del 1936, in entrambi casi battuti dagli statunitensi, rispettivamente della California University (per 2/10 di secondo) e della Washington University (per 7/10 di secondo)[2].

Il nome deriva dalla prima regata a cui partecipò l'otto dell'Unione Canottieri Livornesi. A Massaciuccoli, per i campionati toscani, i movimenti della ciurma (in gran parte abituata al canottaggio a sedile fisso) erano sgraziati e non eleganti poiché facevano scarrocciare la barca. Chi li vide remare li chiamò "Scarronzoni". Il nome è poi rimasto a tutti gli equipaggi che l'Unione, negli anni, ha presentato fino al 1948.

Nella storia degli Scarronzoni, durata vent'anni (dal 1928 al 1948), sono passati 27 atleti che – oltre a due medaglie d'argento alle due edizioni delle Olimpiadi – hanno conquistato anche due titoli europei (1929 e 1937) e 12 titoli nazionali. L'ultimo degli Scarronzoni è stato Oreste Grossi (1912-2008), il quale ha pubblicato un libro principale fonte di informazioni sulla storia dell'otto livornese.

Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

La squadra venne rifondata dopo gli scontri bellici. Nel 1949 vinse il Campionato Italiano del Mare ed il titolo junior con l’equipaggio composto da Cecchi, Savi, Unico Marroncini, Magherini, Fiorini, Balleri, Basoni, Palmerini, Langella (timoniere).

Negli anni cinquanta l'equipaggio composto da Bollati, Raveggi, Giusti, Del Bimbo, Menicagli, Umberto Marconcini, Brondi, Citi, Langella (timoniere) vinse un altro titolo nazionale junior.

Gli anni sessanta e settanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1963 la società costituisce la sezione dedicata alla disciplina della canoa/kayak. La direzione tecnica della sezione viene affidata agli allenatori Vincenzo Raveggi e Claudio Kaminsky e nei primi 15 anni di attività agonistica vengono vinti 9 titoli italiani. Atleta di spicco fu Alberto Ughi che giunse quarto nel k4 ai Giochi olimpici estivi di Monaco di Baviera 1972.

Nel canottaggio in quel periodo la società vinse 7 titoli vari titoli nazionali nel singolo (1976), nel doppio (1973, 1974, 1976, 1977), e nel quadruplo (1976 e 1977). Gli equipaggi ottennero buoni piazzamenti nelle competizioni internazionali.

Gli anni ottanta e novanta[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni duemila e duemiladieci[modifica | modifica wikitesto]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Manifestazione Sede
Campionati europei Bandiera della Polonia Bydgoszcz 1929 Mario Balleri ("Bàllero")
Renato Barbieri ("Attào")
Dino Barsotti
Guglielmo Del Bimbo
Vittorio Cioni
Eugenio Nenci
Enrico Garzelli
Roberto Vestrini ("Lolli")
Cesare Milani (tim.)
Campionati europei Bandiera del Belgio Liegi 1930 Vittorio Cioni
Guglielmo Del Bimbo
Roberto Vestrini
Renato Barbieri
Enrico Garzelli
Dino Barsotti
Mario Balleri
Eugenio Nenci
Cesare Milani (tim.)
Campionati europei Bandiera della Francia Parigi 1931 Vittorio Cioni
Guglielmo Del Bimbo
Renato Bracci
Renato Barbieri
Enrico Garzelli
Dino Barsotti
Mario Balleri
Eugenio Nenci
Cesare Milani (tim.)
Giochi olimpici Bandiera degli Stati Uniti Los Angeles 1932 Mario Balleri
Renato Barbieri
Renato Bracci
Dino Barsotti
Guglielmo Del Bimbo
Vittorio Cioni
Enrico Garzelli
Roberto Vestrini
Cesare Milani (tim.)
Campionati europei Bandiera dell'Ungheria Budapest 1933 Mario Balleri
Guglielmo Del Bimbo
Renato Bracci
Renato Barbieri
Enrico Garzelli
Dino Barsotti
Dante Secchi
Ottorino Godini
Cesare Milani (tim.)
Giochi olimpici Bandiera della Germania Berlino 1936 Dino Barsotti
Guglielmo Del Bimbo
Mario Checcacci
Dante Secchi
Enrico Garzelli
Enzo Bartolini
Ottorino Quaglierini
Oreste Grossi
Cesare Milani (tim.)
Campionati europei Bandiera dei Paesi Bassi Amsterdam 1937 Alberto Bonciani
Mario Checcacci
Giovanni Persico
Dante Secchi
Enrico Garzelli
Enzo Bartolini
Ottorino Quaglierini
Oreste Grossi
Cesare Milani (tim.)
Campionati europei Bandiera della Francia Milano 1938 Alberto Bonciani
Mario Checcacci
Giovanni Persico
Dante Secchi
Enrico Garzelli
Enzo Bartolini
Ottorino Quaglierini
Oreste Grossi
Cesare Milani (tim.)
Totale 2 5 1

A questi allori internazionali si aggiungono 12 titoli italiani e 3 secondi posti[3].

Altri componenti[modifica | modifica wikitesto]

Atleti
Allenatori
Dirigenti
  • Presidenti: Gino Benini e Vincenzo Razzauti.
  • Vice presidenti: Nello e Ugo Razzauti.

Il principale allenatore degli Scarronzoni fu Mario Ghiozzi il quale fu studioso di stili di voga, dopo essere stato il primo timoniere dell'imbarcazione.

Mario Ghiozzi fu anche Commissario Tecnico della Nazionale Italiana dal 1935 al 1952 il cui armo di punta, nel 1936 quando era Commissario Unico, fu lo stesso otto livornese.

Aneddoti[modifica | modifica wikitesto]

Due sono gli episodi principali che danno l'idea della forza d'animo - prima che fisica - degli Scarronzoni. Nel primo caso il protagonista è il timoniere Cesare Milani. Tecnico di voga all'Accademia Navale di Livorno, aveva un buon stipendio che tuttavia non riusciva a "gestire". Fu così che alla presentazione dei giovani rampolli dell'università di Cambridge, avversari degli Scarronzoni in una regata internazionale, Milani sentì che tutti i vogatori inglesi venivano definiti "pari d'Inghilterra", titolo nobiliare nel Regno Unito. Dopo aver sentito l'ennesimo "pari d'Inghilterra", Milani dal basso della sua statura gridò: "Beati voi che siete pari, a Livorno m'avanzan tutti". Ancora più tipicamente livornese è l'altro episodio curioso sugli Scarronzoni che mette in luce il grande orgoglio dell'equipaggio. L'otto labronico, a Pallanza, sul lago Maggiore, avrebbe dovuto completare un allenamento di "defaticamento", ma qualcuno della barca lanciò scherzosamente un livornesissimo "il budello di su' ma' chi molla", non proprio un complimento per una mamma. Per difendere l'onore delle madri, gli otto Scarronzoni partirono alle 16,30 e alle 21,30 un motoscafo fu costretto ad andar loro incontro. Si racconta che si scorgesse già la Svizzera.

Gli Scarronzoni oggi[modifica | modifica wikitesto]

La memoria di questa lunga avventura sportiva è stata tenuta viva a Livorno grazie a Oreste Grossi (con la sua pubblicazione e le interviste che periodicamente gli venivano chieste) e alla vitalità dell'Associazione Alberto Bonciani, gestita dal figlio dello Scarronzone, Paolo, e da sua moglie Patrizia, che organizza mostre fotografiche e dibattiti nell'ambito delle feste cittadine. Grossi deceduto il 15 febbraio 2008 a causa di una crisi respiratoria.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Un ritratto degli Scarronzoni è presente nel docufilm Campioni livornesi di Rossano Vittori, prodotto dall'Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia in collaborazione con Raiteche, Istituto Luce e Mediateca Regionale toscana

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Canottaggio livornese, storia di fatica, sacrificio e grandi campioni - Comune Notizie on-line - Magazine di approfondimento culturale a Livorno, su comune.livorno.it. URL consultato il 26 novembre 2020 (archiviato il 10 dicembre 2017).
  2. ^ 1936 Berlino - Giochi della XI Olimpiade, su sportolimpico.it. URL consultato il 29 gennaio 2011 (archiviato il 22 marzo 2014).
  3. ^ Unione Canottieri Livornesi - Palmarès, su unionecanottierilivornesi.it. URL consultato il 30 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 febbraio 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Oreste Grossi, Canottaggio alla ribalta - Come nacque l'otto più famoso del mondo: gli Scarronzoni.
  • Aldo Guerrieri, Il venticinquennio degli "Scarronzoni", in "Rivista di Livorno", anno III, n.1, pag. 41, 1953.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Unione Canottieri Livornesi, su unionecanottierilivornesi.it. URL consultato il 30 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2013).
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