Russowia sogdiana

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Russowia sogdiana
Immagine di Russowia sogdiana mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCarduoideae
TribùCardueae
SottotribùCentaureinae
InfratribùVolutaria Group
GenereRussowia
C.Winkl., 1890
SpecieR. sogdiana
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCarduoideae
TribùCardueae
GenereRussowia
SpecieR. sogdiana
Nomenclatura binomiale
Russowia sogdiana
B.Fedtsch., 1912
Specie
(Vedi testo)

Russowia sogdiana B.Fedtsch., 1912 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Questa specie è anche l'unica del genere Russowia C.Winkl., 1890.[1][2][3]

Le specie di questa voce sono piante erbacee annuali non spinose. Il fusto è eretto, ramificato alla base con steli sottili. L'altezza massima per queste piante è di 20 –60 cm.[4][5][6][7]

Le foglie, in genere sottili, disposte lungo il caule in modo alterno, si dividono in basali e in cauline. Quelle basali hanno forme spatolato-lanceolate con base attenuta in un lungo picciolo; i margini sono interi o dentellati. Le foglie cauline si dividono in inferiori e superiori. Le foglie inferiori del fusto hanno forme da lirate a pennatosette con 2 - 5 paia di segmenti laterali con forme da oblunghe a lineari (il segmento terminale è più lungo degli altri). Le foglie superiori del fusto sono più piccole, sessili e pennate con segmenti (1 - 3 coppie per lato) spesso ispessiti all'apice.

Le infiorescenze si compongono di capolini eterogami disposti in lassi corimbi. I capolini sono formati da un involucro a forma da cilindrica a ovoidocilindrica (3 – 8 mm di diametro) composto da brattee (o squame) all'interno del quale un ricettacolo fa da base ai fiori tutti tubulosi. Le brattee dell'involucro, disposte su più serie in modo embricato, sono mutiche (l'apice è ottuso), le forme sono da ovate a ellittiche, sono verdi con sfumature violacee, i margini sono scarioso-ialini, la superficie è percorsa da 3 - 5 traslucenti e cartilaginee striature. Il ricettacolo è alveolato.

I fiori (pochi) sono tutti del tipo tubuloso.[8] I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori in genere sono ermafroditi e actinomorfi. Se i capolini sono eterogami allora sono presenti dei ampi fiori periferici radiati staminoidi e sterili.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]

Il frutto è un achenio con pappo. Gli acheni (lunghi 3,5 – 4 mm), con forme lineari-oblunghe e alveole laterali, colorati di bruno-giallastro, sono lisci e sparsamente sericei. Nelle alveole è presente dell'elaisoma. Il pericarpo dell'achenio è sclerificato; alla sommità l'achenio è provvisto di una piastra dritta. Il pappo (deciduo o persistente) è inserito in un anello parenchimatico sulla piastra apicale e in genere è formato da due serie di lunghe, strette setole pennate (o seghettate) e biancastre (lunghezza del pappo: 5 – 7 mm).

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione

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Le specie di questa voce si trovano nei deserti dell'Asia centrale a quote tra 800 - 1.000 metri sopra il livello del mare.[2][7]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Centaureinae è una di queste).[6][14][15][16]

La classificazione della sottotribù rimane ancora problematica e piena di incertezze. Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico informale Volutaria Group. Questo gruppo composto da 8 generi, nell'ambito della sottotribù Centaureinae e da un punto di vista filogenetico, si trova in posizione "basale", ossia è stato il primo gruppo a separarsi dagli altri generi. In più recenti studi, tuttavia, alcuni generi (Mantisalca), risultano avere delle posizioni più centrale all'interno del gruppo informale Rhaponticum Group.[4][5][6][16]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 marzo 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 marzo 2021.
  4. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 142.
  5. ^ a b Funk & Susanna, pag. 308.
  6. ^ a b c Herrando et al. 2019.
  7. ^ a b eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 4 marzo 2021.
  8. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  11. ^ Judd 2007, pag. 520.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  13. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  14. ^ Funk & Susanna 2009, pag. 303.
  15. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 138.
  16. ^ a b Barres et al. 2013.

Voci correlate

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Generi di Asteraceae

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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