Habitus (sociologia)

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L'habitus è l'insieme delle disposizioni ad agire, pensare e percepire il mondo circostante in un certo modo e la tendenza a reagire ad esso costruita su quelle stesse disposizioni, proprio per questo viene spesso definita una "struttura strutturante".[1][2][3] L'Habitus designa un modo di essere, un aspetto generale, un abito o uno stato d'animo, e rappresenta il modo in cui la cultura e la storia personale modellano il corpo e la mente e di conseguenza creano azione sociale nel presente. Habitus è un termine in uso nell'antica filosofia scolastica, successivamente usato dal critico d'arte Erwin Panofsky ed ancora dal sociologo Pierre Bourdieu.

Antropologia[modifica | modifica wikitesto]

Nato come critica ai paradigmi antropologici del secondo dopoguerra, durante le sue ricerche tra i Berberi d'Algeria, Bourdieu elaborò una prospettiva teorica fondata sulla teoria prassiologica della conoscenza e la teoria dell'habitus, essendo le due strettamente collegate tra loro. La conoscenza prassiologica è quella che si produce nell'osservazione del mondo «così com'è». È una teoria della conoscenza che coincide con l'approccio della etnometodologia, che punta a descrivere, così come li registra l'occhio, gesti, atti, comportamenti ( approccio che Clifford Geertz definirà «descrizione esigua»), e che permette, secondo Bourdieu, di cogliere le pratiche sociali come intimamente legate alla strutture della conoscenza. La peculiarità della conoscenza prassiologica consiste infatti nel vedere la pratica agita come riflesso dell'incorporazione delle strutture oggettive del mondo sociale (come rapporti di autorità, economici, di ideologie etc).

L'habitus si configura quindi il modo in cui ciascuno di noi esprime, tramite vari comportamenti, i pensieri e gli atteggiamenti tutti, il proprio «posto» (o ruolo) nella trama di relazioni che costituiscono il mondo sociale ed all'interno del quale ci troviamo. L'habitus è definito da Bourdieu come «un sistema di disposizioni durature predisposte a funzionare come struttura strutturante»[4][5]

Sociologia[modifica | modifica wikitesto]

In sociologia l'habitus è la condivisione di uno spazio sociale che permette di avere una medesima percezione delle pratiche sociali tra i componenti di una società. Aristotele lo chiamava hexis tradotto poi nel latino habitus. L'habitus costituisce un "sistema di disposizioni durabili e trasferibili, strutture strutturate, predisposte a funzionare come strutture strutturanti" per la maggior parte di natura inconscia.

Pierre Bourdieu, sociologo ed francese divenuto famoso per i suoi studi sull'argomento, per habitus, intende "la chiave della riproduzione culturale" in quanto, essendo questo strettamente collegato alla struttura di gruppo sociale (classe, fede religiosa, etnia, livello di istruzione, professione, e via dicendo), è in grado di generare comportamenti regolari che condizionano la vita sociale, il modo di giudicare e valutare il mondo. Per lui, l'habitus è un principio generatore e unificatore che ritraduce le caratteristiche intrinseche e relazionali di una posizione (intesa come un ruolo, sia esso di genere, lavorativo o di una posizione sociale), in uno stile di vita, ossia un insieme unitario di persone, beni, pratiche e regole di comportamento. In virtù della molteplicità dei ruoli, dei gruppi e delle regole che ognuno subisce e riproduce ogni giorno, ogni persona può essere "soggetta" a più di un habitus.

Gli habitus sono quindi differenziati (diversi tra di loro) ma anche differenzianti: sono operatori di distinzione, mettono in atto principi di differenziazione diversi o utilizzano diversamente i principi di differenziazione comuni. Bourdieu lo paragonava ad un programma auto-correggibile.

Anche lo stile personale (proprio di un individuo), che marchia prodotti ed azioni di uno stesso habitus, sia nel comportamento sia nel lavoro, non è nulla di più di una deviazione rispetto allo stile di un determinato periodo o di una classe[6].

Medicina[modifica | modifica wikitesto]

In medicina l'habitus è l'atteggiamento esteriore di una persona; il termine viene usato ad esempio per definire la mimica, la postura, i comportamenti e le reazioni di un paziente in relazione al suo stato fisiologico o patologico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) habitus, su Vocabolario Treccani. URL consultato il 25 novembre 2023.
  2. ^ (IT) L'attualità del pensiero di Pierre Bourdieu, su Pandora Rivista, 22 gennaio 2021. URL consultato il 25 novembre 2023.
  3. ^ (IT) La pratica quotidiana e l'habitus che radica la collettività, elementi di antropologia culturale per capire cosa manca ogni giorno, su La Rivista Culturale, 15 aprile 2020. URL consultato il 25 novembre 2023.
  4. ^ Pierre Bourdieu, Per una teoria della pratica, Milano, 1972, pp. 206-207; 224-225.
  5. ^ Ugo Fabietti, Storia dell'antropologia, Bologna, Zanichelli, 2020, p. 213-214.
  6. ^ Pierre Bourdieu,Cose dette. Verso una sociologia riflessiva, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno, 2013

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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