Coordinate: 15°32′45.91″N 37°52′52.29″E

Ferrovie eritree

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La rete delle ferrovie eritree durante l'epoca coloniale italiana
La stazione ferroviaria di Asmara nel 1938

Le ferrovie eritree sono i resti delle linee costruite durante l'occupazione italiana. Si limitano attualmente alla sola tratta Massaua – Asmara, anche se è allo studio un prolungamento della stessa fino a Cheren. Essendo di derivazione coloniale, si tratta di una rete a scartamento ridotto di collegamento tra la costa e l'interno.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima ferrovia in assoluto in Eritrea fu un breve tratto di fabbricazione inglese, realizzato a scopi militari durante la spedizione britannica in Abissinia del 1868. Da Zula, sul golfo omonimo dove la spedizione era sbarcata, si inoltrava per una decina di chilometri verso l'interno,[1] e aveva la funzione di supportare l'avanzata inglese nell'entroterra dell'Etiopia. Fu smantellata al termine della spedizione.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Massaua-Saati.

La prima ferrovia permanente venne costruita dall'Italia, sempre per ragioni militari, nel 1888. I lavori iniziarono con il generale Tancredi Saletta nel 1887 e proseguirono con il generale Alessandro Asinari di San Marzano[2]. Essa, a scartamento ridotto, partiva da Massaua per arrivare alle fortificazioni di Saati (poco dopo Dogali), rioccupate dagli italiani il 1º febbraio 1888. La ferrovia, completata il 15 marzo 1888, era lunga 26 km. Guidava i lavori l'ingegner Olivieri.

In passato è stata in funzione la ferrovia Asmara – Biscia, prolungamento della precedente, costruita dal 1914 al 1922 e chiusa nel 1978.

I progetti prevedevano due prolungamenti verso Tessenei e Omhajer, in direzione rispettivamente del Sudan Anglo-Egiziano e dell'Etiopia.

Alla fine degli anni trenta, all'interno del porto di Assab furono costruiti alcuni raccordi ferroviari, in previsione di un collegamento verso Dessiè e Addis Abeba, anch'esso mai costruito.

Attualmente in Eritrea è in funzione una sola linea ferroviaria, la Massaua – Asmara, costruita e aperta al traffico tra il 1901 e il 1911, chiusa nel 1978, e successivamente riattivata fra il 1994 e il 2003.

Tratte[modifica | modifica wikitesto]

Massaua-Asmara[3][modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Massaua-Asmara.

La tratta fu aperta tra il 1901 ed il 1911. Fu subito etichettata come "un trionfo dell'ingegneria italiana"[4].

Attualmente solo le stazioni di Massaua e Asmara svolgono servizio viaggiatori.

Nome Immagine Progressiva
chilometrica
Altitudine
(m s.l.m.)
Voce Coordinate
Massaua 0+000 2,50 Stazione di Massaua 15°36′23.57″N 39°27′58.19″E
Campo di Marte 2+800 8,99 15°36′51.76″N 39°26′42.37″E
Otumlo 4+600 10,86 15°37′24.23″N 39°25′58.84″E
Moncullo 7+700 29,75 15°36′37.48″N 39°24′31.82″E
Dogali 19+600 100,45
Mai Atal 29+400 180,62 15°34′05.76″N 39°14′33.96″E
Damas 45+000 416,00 15°28′34.33″N 39°12′28.63″E
Baresa 57+100 600,00 15°24′05.12″N 39°11′05.2″E
Ghinda 69+400 888,00 15°26′19.08″N 39°06′05.21″E
Embatkallà 81+100 1 273,50 15°24′01.58″N 39°04′26.29″E
Nefasit 93+000 1 671,65 15°20′06.76″N 39°03′47.79″E
Arbaroba 104+900 2 064,00 15°20′48.33″N 39°00′26.71″E
Asmara 117+600 2 342,00 Stazione di Asmara 15°20′20.17″N 38°56′57.56″E

Asmara-Cheren[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Asmara-Biscia.
Stazione ferroviaria di Cheren, ora usata per servizio autobus e mercato regionale

Questa tratta fu attivata tra il 1914 ed il 1923. Attualmente il governo eritreo ne progetta la riattivazione.

Nome Distanza[5] + progressiva
chilometrica[5]
Altitudine[5] Coordinate
Tzada Cristian 127,2 km (79,0 mi) 2 292 m (7 520 ft)
Zazzega 136,8 km (85,0 mi) 2 217 m (7 274 ft) 15°21′29.45″N 38°48′37.07″E
Dem Sabai 148,5 km (92,3 mi) 1 988 m (6 522 ft) 15°24′44.85″N 38°46′05.36″E
Andenna 156,6 km (97,3 mi) 1 907 m (8 257 ft) 15°27′58.67″N 38°45′05.18″E
Abrascico 164,9 km (102,5 mi) 1 783 m (5 850 ft) 15°30′31.42″N 38°44′08.64″E
Amba Derho 176,3 km (109,5 mi) 1 688 m (5 538 ft)
Furkuto 185,7 km (115,4 mi) 1 635 m (5 365 ft)
Elabered 195,3 km (121,4 mi) 1 468 m (4 816 ft) 15°40′55″N 38°36′53.04″E
Halib Mentel 209,9 km (130,4 mi) 1 423 m (4 669 ft) 15°44′43.43″N 38°32′50.17″E
Cheren 221,7 km (137,8 mi) 1 390 m (4 560 ft) 15°46′37.22″N 38°27′12.18″E

Cheren-Agordat[modifica | modifica wikitesto]

Le tratta fu aperta tra il 1925 ed il 1928. Attualmente è quasi tutta scomparsa (in alcuni casi distrutta nella seconda guerra mondiale) e/o riutilizzata per altri scopi.

La stazione ferroviaria di Agordat, che fu costruita in stile arabesco, viene usata attualmente per il piccolo locale aeroporto
Nome Distanza[5] Altitudine[5]
Asciadira 232,7 km (144,6 mi) 1 204 m (3 950 ft) 15°45′48.64″N 38°23′25.72″E
Hummed 245,7 km (152,7 mi) 935 m (3 068 ft) 15°44′19.9″N 38°19′25.6″E
Agat 253,3 km (157,4 mi) 864 m (2 835 ft)
Darotai 262,5 km (163,1 mi) 795 m (2 608 ft)
Mai Adarte 15°39′19.2″N 38°08′01.15″E
Umfutat 284,6 km (176,8 mi) 669 m (2 195 ft)
Carobel 296,4 km (184,2 mi) 677 m (2 221 ft)
Agordat 306,4 km (190,4 mi) 606 m (1 988 ft) 15°32′45.91″N 37°52′52.29″E

Oltre Agordat[modifica | modifica wikitesto]

Oltre Agordat i binari raggiunsero Biscia nel 1932, per altri 31 km di percorso. Vi erano progetti di continuare la ferrovia fino a Cassala, nel Sudan, da parte delle autorità italiane negli ultimi anni trenta. Furono fatti i ponti della tratta Biscia-Tesseney, e la muratura della Stazione di Tesseney vicino al confine sudanese, ma le rotaie non furono sistemate a causa dell'inizio delle ostilità nel 1940.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mappa del 1896 dell'Istituto Geografico Militare, che mostra la linea con l'indicazione "Tracciato della ferrovia Inglese 1868".
  2. ^ Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale, vol. 1, Milano 1992, pp. 265, 278, 284-290.
  3. ^ Schema della linea riprodotto in due parti: prima (JPG), su ferroviaeritrea.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013). E seconda (JPG), su ferroviaeritrea.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  4. ^ (EN) Eritrean Railway reconstruction achievements
  5. ^ a b c d e Railways Administration in Eritrea, Imperial Ethiopian Government, 16 novembre 1965.
  6. ^ (EN) http://www.eritrea.be/railway.htm Ferrovia eritrea

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Testi di approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

  • Le ferrovie dell'Eritrea, in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, giugno 1913.
  • Aldo Riccardi, Eritrea. Appunti sulla storia ferroviaria di una ex colonia italiana, Firenze, Pegaso Edizioni, 2018, ISBN 978-88-95248-86-8.
  • Stefano Maggi, Colonialismo e comunicazioni. Le strade ferrate nell'Africa Italiana (1887-1943), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1996, ISBN 88-8114-416-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]