Inula viscosa

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Enula
Inula viscosa
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi II
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùInuleae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineAsteridae
SottordineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùInuleae
GenereInula
SpecieI. viscosa
Nomenclatura binomiale
Inula viscosa
(L.) Aiton
Sinonimi

Dittrichia viscosa
(L.) Greuter, 1973

Nomi comuni

Inula

L'enula bacicci o inula vischiosa o inula o dittrichia viscosa (Inula viscosa (L.) Aiton) è una pianta cespugliosa, generalmente sempreverde,[senza fonte] della famiglia delle Asteraceae piuttosto comune nelle regioni mediterranee.

Nota: il nome botanico attualmente accettato pare essere Dittrichia viscosa (L.) Greuter

Caratteri botanici

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La pianta è un frutice legnoso alla base e abbondantemente ramificato, vigoroso, con rami eretti, alti in genere 50–80 cm, eccezionalmente fino a 150 cm, e con foglie e germogli pubescenti, glandolosi e vischiosi, emananti un forte odore aromatico di resina.

Le foglie sono irregolarmente alterne o sparse, sessili quelle inferiori, amplessicauli quelle superiori, con lamina lanceolata e margine intero, dentato o seghettato a denti radi. In genere sono persistenti.

I fiori sono riuniti in vistosi capolini gialli di 1-1,5 cm di diametro, a loro volta riuniti in abbondanti e lunghe pannocchie terminali. I fiori periferici sono femminili e ligulati, con ligula lunga e lineare di colore giallo dorato, quelli interni sono ermafroditi, con corolla tubulosa, giallo dorata terminante con cinque denti.

Il frutto è un achenio lungo circa 2 mm, fornito di un pappo peloso con peli riuniti alla base.

La fioritura è scalare e si protrae per un tempo piuttosto lungo, da agosto a ottobre. Per la scalarità della fioritura, da settembre in poi fioritura e fruttificazione si sovrappongono sulla stessa pianta.

Distribuzione

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L'areale di origine dell'inula è costituito dalle regioni costiere del Mediterraneo, ma per la sua rusticità e capacità di adattamento, si spinge spesso verso l'interno e si è naturalizzata anche in altre regioni dell'Europa e nel Nordamerica. In Italia è comunissima in tutte le regioni della penisola e delle isole, mentre è meno frequente nel nord.

È una specie tipicamente eliofila e ruderale, perciò si ritrova facilmente negli incolti, nei ruderi, lungo le strade e le capezzagne, nelle rupi e sulle scarpate. Per la sua rusticità e capacità di adattamento colonizza anche terreni poveri e siccitosi, pietrosi. Resiste bene allo sfalcio ricacciando vigorosamente e per la vischiosità delle foglie e l'aroma resinoso è rifiutata dal bestiame. Può diventare invasiva comportandosi come infestante nei pascoli degradati e nei filari delle piantagioni arboree (vigneti, oliveti, frutteti) estensive, mentre rifugge dai seminativi regolarmente lavorati su tutta la superficie.

Portamento dell'inula

All'Isola d'Elba e in Corsica è attualmente usata da residenti e turisti per curare le bruciature della pelle da parte delle meduse e le punture di api e vespe schiacciando le foglie fresche sulla pelle con ottimi risultati.

Pianta sulla spiaggia del Giardino all'Isola d'Elba

In alcune regioni della Sardegna sarebbe stata usata, in passato, come lenitivo per i dolori reumatici.[1]. In Sicilia le venivano attribuite proprietà emostatiche e cicatrizzanti. In Toscana le foglie fresche venivano utilizzate per combattere l'eccessiva sudorazione dei piedi[2]. Mentre in Liguria le foglie essiccate venivano utilizzate dagli indigenti quale succedaneo del tabacco. Era usata per tenere lontani i topi dai fienili, dove veniva miscelata con il fieno.

L'importanza principale dell'inula risiede nel fatto che è una pianta mellifera abbondantemente bottinata dalle api, soprattutto per l'abbondante produzione di polline e per la lunga fioritura. Questa pianta contribuisce pertanto alla produzione nella tarda estate e in autunno di miele millefiori e, in zone di forte diffusione, miele monoflora.

Il miele di inula è poco apprezzato dal mercato sia per il sapore sia per la cristallizzazione irregolare. In media ha un'umidità più alta rispetto ad altri mieli e questo aspetto pone problemi per la conservazione in quanto a temperature moderatamente alte può andare facilmente incontro a fermentazioni. Il tenore in idrossimetilfurfurolo è spesso mediamente più alto rispetto ad altri mieli, indice di una minore stabilità di questo prodotto[3]. L'inula viscosa avrebbe una particolare utilità, invece, per la costituzione di famiglie forti, allo scopo di produrre sciami nella primavera successiva.

Autunni caldi possono portare ad una sovrapposizione della fioritura del corbezzolo con quella dell'inula. Pur avendo habitat differenti, corbezzolo e inula possono trovarsi a distanze relativamente brevi e le api bottinatrici possono visitare l'inula per prelevare sia il nettare sia il polline. Di conseguenza è possibile un inquinamento del miele di corbezzolo, molto più pregiato, con nettare e polline dell'inula.

Biodiversità

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Galla di Myopites in formazione.

L'inula viscosa è attaccata dalla Myopites stylatus, un Dittero Tefritide galligeno. Questo insetto rappresenta l'ospite svernante dell'Eupelmus urozonus, un parassitoide polifago degli Imenotteri Calcidoidi che svolge 2-3 generazioni all'anno sulla mosca delle olive[4]. Dal momento che l'Eupelmus è il più attivo antagonista naturale della mosca delle olive, la diffusione dell'inula negli incolti delle aree olivetate è fondamentale perché può contribuire al controllo del fitofago nei programmi di lotta integrata. I rami più sviluppati della pianta sono uno dei siti preferenziali per la nidificazione delle vespe della carta appartenenti al genere Polistes, in particolare Polistes gallicus, una specie a distribuzione tipicamente mediterranea.

  1. ^ Camarda Ignazio, Valsecchi Franca. Piccoli arbusti, liane e suffrutici spontanei della Sardegna. Carlo Delfino Editore. Sassaro, 1990. ISBN 88-7138-011-8
  2. ^ F.Mearelli e C.Tardelli, Maremma mediterranea in "Erboristeria domani", luglio-agosto 1995.
  3. ^ L'idrossimetilfurfurolo (HMF) è un prodotto dell'alterazione degli zuccheri causato dalle alte temperature. Un tenore alto in HMF nel miele indica che è stato sottoposto a pastorizzazione o che ha subito fermentazioni.
  4. ^ Progetto Biopuglia: Eupelmus urozonus Archiviato il 7 giugno 2006 in Internet Archive.

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Collegamenti esterni

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