Discussione:Scipione Africano (incrociatore)

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1941-1943[modifica wikitesto]

Entrato in servizio nel marzo del 1943, lo Scipione si dedicò innanzi tutto ad esercitazioni in alto mare (una fase di rodaggio). Salpò quindi alla volta del Sud Italia.

Durante un trasferimento da Taranto a Napoli dovette affrontare uno scontro con quattro motosiluranti inglesi nello stretto di Messina dove, con una rocambolesca manovra di beccheggio, il capitano Ernesto Pellegrini affondò la motosilurante britannica MTB-316 e ne danneggiò seriamente un'altra. Dodici marinai britannici persero la vita nello scontro.

Dopo l'invasione della Sicilia lo Scipione ebbe il compito di seminare mine nel mare Adriatico.

All'armistizio dell'8 settembre 1943 venne fatto uscire dal porto di Taranto in direzione di Trieste. Durante la navigazione fu svelato all'equipaggio che l'incrociatore era in navigazione per effettuare una missione pericolosissima. Al largo di Pescara l'unità andò a incrociare la corvetta Baionetta che trasbordava il re Vittorio Emanuele III e la sua corte, in fuga da Roma. Dopo quest'ultima missione sotto il comando autonomo italiano, lo Scipione rientrò a Brindisi.

1943-1948[modifica wikitesto]

Dopo l'8 settembre l'incrociatore passò sotto il comando alleato e la sua missione principale fu quella di trasportare truppe da una parte all'altra del Mediterraneo, soprattutto nella tratta Taranto-Malta-Alessandria d'Egitto.E' stato effettuato un viaggio alle Canarie per rimpatriare l'armamento di una nave italiana internata nel porto di Villa Cisneiros. Per quanto riguarda l'episodio relativo al 17 luglio 1943 è doveroso dare il massimo riscontro al comportamento del Comandante Pellegrini che.con la sua audace manovra, salvò nave ed equipaggio. Le navi requisite ai francesi:"Lion e Terrible in navigazione assieme allo Scipione non attraversarono lo stretto e tornarono indietro. Lo scrivente era imbarcato su quella nave in qualità di radiotelegrafista e prestava servizio in controplancia- Claudio Stancanelli